mercoledì 3 luglio 2013

3 LUGLIO. HARPER-MUSSELWHITE, DUE ORE DI ROCKBLUES APRONO IL FESTIVAL


di LUIGI SCARDIGLI

La piazza non trabocca, ma è un successo E gli agenti del chitarrista di colore decidono arbitrariamente a chi concedere l’onore delle foto

PISTOIA. Ad un giornalista americano che le chiese, tanti anni fa, come si vivesse senza avere, pubblicamente, spazio di vita privata, Tina Turner, una delle voci storiche e leggendarie della musica, rispose che fino a quando, in strada, non riuscirò a fare una passeggiata per dover firmare autografi, andrà tutto benissimo.
A Ben Harper, questa piccola leggenda di una collega di colore, non deve avergliela detta nessuno, perché è parso eccessivamente esagerato, e non solo a me, un cordone di privacy così stretto. Tutti fuori, al sound check, giornalisti compresi; sotto il palco, nello spazio transennato e riservato ai fotografi, fustigati qualora avessero usato il flash, solo alcuni, di alcune testate.
Il nostro Blog, letto anche negli Stati Uniti (è vero, non soffro di manie di grandezza), no. Vi dovete dunque accontentare, cari lettori (oltre il milione, da tempo) di questa istantanea scattata con la mia piccola digitale regalatami, come buon augurio, proprio dal Direttore.
Il concerto, comunque, che ha inaugurato la cinquina con la quale si consumerà la 34esima edizione del Festival Blues, è stato bello. Molto. I fedelissimi, quelli che si aspettavano il repertorio classico di Harper hanno un po’ storto la bocca, ma era scritto nel copione che stasera, lui e il suo nuovo vecchio compagno di scena, Charlie Musselwhite, avrebbero dato libera uscita alla benzina del loro ultimo lavoro, Get Up: inutile stare a rimuginare su quello che la gente avrebbe voluto ascoltare e vedere; questo passava il convento e a me è parso di ottima fattura, condito da uno scapigliato d’eccezione, il batterista, veramente energico, presente, puntuale.
La piazza, e non sarà dipeso dalle gocce birichine cadute, per una ventina di secondi alle ore 22 in punto e con altrettanta parsimonia mezz’ora più tardi, non era, ad onor del vero, piena come nelle migliori occasioni, migliori da un punto di vista commerciale, non certo artistico: 4.000 spettatori, con ragionevole approssimazione, non credo di sbagliare, qualche centimetro sotto la media prevista ed auguratasi dallo staff, immagino, ma son tempi duri, lo penso, lo dico e lo scrivo, da parecchio e la musica, come sempre, fa parte di quelle necessità tutt’altro che prime, dunque, sopprimibili.
Lo spettacolo è iniziato, con febbrile puntualità, proprio alle 21,30: Ben Harper, in onore di Jeeff Healey (ma anche no, forse), ha eseguito l’ouverture con la sua sei corde appoggiata sulle cosce. La scena, gradevole, si è ripetuta in più di un’altra circostanza, con un livello musicale rimasto, costantemente, parecchio alto. Anche l’impianto fonico è stato all’altezza della situazione; un po’ meno i panini con la porchetta distribuiti dai rivenditori autorizzati disposti lungo il perimetro della piazza: 5 euro, murando a secco, a me, son parsi esagerati.
Prima di salutarvi, mi preme rivolgere un consiglio ai consumatori di sostanze lievemente stupefacenti: i cani della narcotici in dote alle forze dell’ordine e che aspettano, subito dopo i cancelli, il passaggio del pubblico, non battono ciglio, non c’è verso di buggerarli. Dunque, arrendetevi: o fumate prima di entrare, o non fumate. O fate come volete, ma evitate piazza del Duomo: vi pizzicano.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Mercoledì 3 luglio 2013 | 23:47 - © Quarrata/news]

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