giovedì 21 novembre 2013

QUATTRO INTERVENTI SUL SIMBOLO


PISTOIA. Domani, venerdì 22 novembre alle ore 18, presso Lo Spazio di via dell'Ospizio, ultimo appuntamento della rassegna Quattro interventi sul simbolo,
quarto incontro, Roberto Castello: La danza (quando c’è) è negli occhi di chi guarda.
Conversazione fra Roberto Castello e Claudia Cappellini, sui significati della danza, intesa, in senso lato, come movimento, espressione, modalità comunicativa fondamentale e primordiale.
Roberto Castello e Claudia Cappellini ripercorreranno le tappe necessarie di una carriera che è progetto in divenire di studio, interrogazione ed approfondimento sulla vita, sul mondo, sull’umano. L’artista a confronto con il suo sogno impossibile: eliminare l’arte-artificio e mostrare immediatamente ciò che c’è, oltre ogni interpretazione soggettiva del reale.

Roberto Castello (coreografo). Danzatore e coreografo tra i principali della scena contemporanea europea. E’ docente di arti performative (danza contemporanea). Nel 1980 entra a far parte del Teatro e Danza La Fenice di Venezia”, compagnia diretta da Carolyn Carlson”. Nel 1984 è tra i fondatori di Sosta Palmizi con i giovani della compagnia Michele Abbondanza, Francesca Bertolli‚ Roberto Cocconi, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi. Lascia i Sosta Palmizi e nel 1990, crea lo spettacolo Enciclopedia (1991). Tra il 1991 e il 1995, Les Maries de la Tour Eiffel dal libretto originale di Jean Cocteau per il Balletto del Teatro Regio di Torino. Nel 1993 fonda ALDES con cui conduce sperimentazioni tra danza, arti visive e nuove tecnologie. Numerose sono le produzioni e diversi i riconoscimenti ottenuti. Premio UBU nel 1986 e nel 2003. Nel 2008 è tra i fondatori di SPAM! rete per le arti contemporanee. Promotore e curatore di varie manifestazioni tra le quali Strade Contemporanee e Rizoma. È tra i fondatori di ADAC Toscana. Insegna coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano. Ha curato le coreografie, fra gli altri, per il programma RAI Vieni via con me. E’ del 2013 la collaborazione con il regista, pittore e sceneggiatore gallese Peter Greenaway per la realizzazione di un lungometraggio intitolato The Towers/Lucca Hubris, opera multimediale di cui Roberto Castello firma le coreografie.
 
Si tratta di quattro riflessioni sul simbolo, condotte da punti di vista differenti. Dov’è il simbolo? Che cosa non è il simbolo? Cosa si perde e che si trova nella sua traduzione? Che cosa è intrasportabile dal simbolo? Dov’è l’al di là del simbolo? Cosa è da intendersi con simbolico? Simbolico e simbolistico sono sinonimi? Quattro interventi che cercheranno di indicare un luogo possibile della domanda fondamentale e di individuare i percorsi possibili per restare, riflettendo, nella domanda stessa. Il simbolo come segno speciale, pluristratificato, contraddistinto cioè da un più di senso rispetto al nudo segno, e quindi da una sua irriducibilità alle regole formali e astratte della logica, dà da pensare. Le dimensioni psichica, cosmica e poetica incontrano il simbolo nel linguaggio ed è con la parola che si può tentare il superamento del presente, qui ed ora, verso l’ulteriore. Ma è assolutamente vero che parola e linguaggio detengano l’esclusività? I sogni, la simbolica naturale come esperienza del sacro, l’immaginazione poetica, in quanto espressioni intrinsecamente simboliche sono produttive di realtà e di senso. La metamorfosi della realtà operata dal simbolo, il vedere come se, danno da pensare. Il corpo che si muove (o che non si muove) dà da pensare. 

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[Giovedì 21 novembre 2013 | 16:58 - © Quarrata/news]

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