Verso l’ Italia della recessione istituzionale
In una giornata convulsa come questa –
dalla quale non uscirà niente di buono se non un melenso pianto di
accompagnamento alla Fornero e un bel sì di sostegno a Monti, senza la Lega e
pochissimi altri – mi cade l’occhio su questa notiziola (vedi):
Cei. La manovra doveva essere più equa
si poteva fare di più sui redditi alti
La manovra del governo Monti era ‘necessaria’
ma ‘poteva essere più equa, si è fatto ancora poco. Si sono fatti passi ma
potevano essere ancora più equanimi’, ‘si poteva fare di più sui redditi alti’.
Lo afferma all’Ansa monsignor Giancarlo Bregantini, responsabile della Commissione
Cei per i Problemi Sociali e il Lavoro. Secondo mons. Bregantini, dalla
presentazione della manovra si ricava l’impressione che ‘si poteva fare di più
sui redditi alti con l’Irpef’ mentre, aggiunge, ‘bisogna essere molto attenti
sulle pensioni e forse le misure andavano presentate in contemporanea con
quelle per la ripresa. Sarebbe stato forse più opportuno mettere tutte e due le
mani insieme, la mano sul fisco e sulla crescita’.
‘A questo punto – prosegue il
responsabile Cei – si deve puntare sulla seconda fase organizzando molto bene l’aspetto
della ripresa’, essendo ‘propositivi’. ‘Il mondo sindacale guarda con
preoccupazione’ alle mosse del governo, osserva ancora l’arcivescovo, ‘ma
sarebbe opportuno dialogare per poter arrivare a delle proposte precise
soprattutto nel settore dove tutti facciamo fatica, quello della precarietà
giovanile’. Bregantini auspica inoltre nuove misure a favore della famiglia e
il sostegno della politica al governo Monti.
Per capire pienamente cosa sia sotteso
alle dichiarazioni ufficiali della Cei, occorre focalizzare l’attenzione risalendo
alla struttura metaespressiva, a quella che sta al di là delle semplici parole
messe in fila.
Bregantini dichiara che si poteva fare
di più, ma poi, incautamente, aggiunge: «A questo
punto si deve puntare sulla seconda fase organizzando molto bene l’aspetto
della ripresa, essendo ‘propositivi’».
In altri termini a questo punto
significa che ormai ciò che è fatto è fatto e niente altro può essere fatto:
occorre passare alla seconda fase e via, senza voltarsi, proprio come Lot
quando fugge da Sodoma e Gomorra-Berlusca. È chiaro a tutti?
È come dire – in termini di concretezza
pragmatica –: «Monti siamo pienamente e
necessariamente d’accordo con te, va’ avanti!» e «Diamo a intendere alla gente,
perché così tutti saranno contenti, che farai di tutto per rilanciare l’economia»,
che però nessuno può rilanciare dopo una strage recessionista della portata
di 30 miliardi sulle spalle dei soliti – a proposito, i miliardi sono partiti
da 10, poi sono passati a 15, 20, 25 e ora 30: non sarebbe meglio far lanciare
il gas nervino sui pensionati per risanare il debito in appena 12 ore?
«Bregantini auspica inoltre nuove
misure a favore della famiglia e il sostegno della politica al governo Monti»:
e qui la Cei vi dice quello che davvero pensa, che cioè non è affatto in rotta
di collisione con il suo cattolicissimo Mario, che ogni mattina va a messa,
francescanamente, e che perciò ha diritto al sostegno per la sua
illuminata politica.
Un’ultima battuta sul debito pubblico:
che non abbiamo fatto noi Italiani, come vorrebbe far credere Supermario
spiegando le amputazioni e le castrature ieri operate.
Il debito pubblico lo hanno generato i
politici un tempo rubando per i partiti (Prima Repubblica) e poi per sé
(Seconda Repubblica). Poi lo ha fatto consolidare ben bene una magistratura che
non è stata capace di fermare un bel niente.
Infine ci si sono messi anche i
sottopolitici (Regioni, Province, Comuni, Comunità, Enti e chi più ne ha più ne
metta), fra i quali vanno inseriti anche i Prof. delle università con i loro
dipartimenti che hanno sperperato quanto
c’era di sperperabile, e con le loro sedi decentrate dappertutto, perfino in
mezzo al deserto, con corsi aperti anche per 1, 2 o 3 allievi soltanto.
Tanto per essere chiari.
e.b. blogger
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[Lunedì 5 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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