venerdì 13 aprile 2012

EFFETTO-BARTOLI. IL DECALOGO DEL BRAVO ISCRITTO AL PD


I democratici pistoiesi ortodossi nella loro scarsa lucidità danno l’idea di essere allo sbando – Tardivo e inadeguato l’intervento di Vannino Chiti – Prima regola, secondo Manciulli, contestare ma dall’interno del partito e solo dopo le elezioni: cioè tacere

PISTOIA. «Puramente casuale o sottilmente calcolato che sia, il gesto di restituire le tessere del partito il giorno che in città arriva il segretario nazionale non fa che rendere ancora più clamorosa la protesta. A firmarla, 139 sostenitori di Roberto Bartoli, il professore universitario sconfitto da Samuele Bertinelli nelle primarie del centrosinistra per il candidato sindaco e successivamente escluso dalla lista Pd per il consiglio comunale».
Sono parole di Fabio Calamati nell’apertura della prima di Pistoia del Tirreno, ma manca – credo – ancora un particolare: Bartoli è stato non solo semplicemente escluso, ma sbeffeggiato e umiliato da un fideismo integralista-ideologico che ancora ravvisa, nel monolitismo, la caratteristica unica di quel Pd che, proprio in questo, dà una sola idea, quella di essere allo sbando.
È vero: nel Pd pistoiese c’è un problema di democrazia, come si legge sulla Nazione. C’è sempre stato. Basta andare a ripercorre, con la mente, la vicenda dell’ex-sindaco Bardelli, e lo si vedrà: la linea è netta e omogenea; qua o si è ortodossi o, da eterodossi (in chiesa si direbbe eretici) siamo fuori e messi fuori a calci come i cani dal tempio.
È inutile – è chiaro – che Niccolai e Bruni rispondano ora con la replica che Bartoli giudica delirante. Ed è tardiva, e perciò poco credibile, anche la presa di posizione di Vannino Chiti che, se aveva intravisto o previsto le possibili conseguenze di quella che i due segretari Niccolai e Bruni definiscono la guerriglia del Bartoli, si sarebbe dovuto attivare e far sentire con largo anticipo prima del vero e proprio precipitare degli eventi fino agli esiti di oggi, di stamattina.
Hanno tutti aspettato, hanno tutti perso tempo. Se ne sono rimasti a mani in mano seguendo l’unica via nota al vecchio Pci burocrate e burocratico: lasciar passare il tempo, ché tanto tutto passa.
E invece questo tempo (quello del laisser passer) è finito, è tramontato; e chi non l’ha compreso è stato còlto di sorpresa perché è davvero fuori del tempo.
Seggio 11
Quanto alla asserita morbidezza di Manciulli (così la definisce il collega Simone Trinci su La Nazione), dissento nella maniera più assoluta da questa interpretazione dei fatti allorquando, in virgolette, Manciulli stesso dichiara «È giusto aprire una discussione all’interno del partito […] in una fase successiva al voto, nelle sedi e negli organismi preposti»: insomma, onora il padre e la madre Pd e non metterti mai contro il genitore padre-padrone. È la dimostrazione, questa, di una democrazia che, forse, andava di moda ai tempi del dottor Živago, in ottiche e realtà del tutto diverse.
E per continuare su questa strada, propongo ai lettori un’interessante antologia degli scivoloni democratici del Pd pistoiese; una lista che ci viene suggerita da un lettore, PB, che, in un commento al post di ieri (Effetto-Bartoli a cascata. La passione infiamma gli animivedi), ci indirizza verso questi link scrivendo:

tanto per arricchire la documentazione sulla dirigenza attuale del PD, aggiungo i link ad articoli recenti della stampa locale: “Nullo il congresso comunale del Pd” http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2011/07/28/news/nullo-il-congresso-comunale-del-pd-1.2610152
“Nullo il congresso comunale del Pd, pronunciamento della Commissione di garanzia”

Nel frattempo, tanto per non perdere l’abitudine a riflettere sui fatti, più che sulle buone parole (come vorrebbero i Pd), rivedetevi il documento che lamentava i brogli elettorali al seggio 11 di Ponte alle Tavole a favore di Bertinelli. Proprio quel documento di cui nessuno tenne conto perché – fu detto – non avrebbe spostato di un millimetro la posizione di vincitore assoluto del libraio-filosofo.
Allora, Bruni e Niccolai, se non sono interessi personali fatti come questi, cosa dovrebbero essere gli interessi personali?
Perché non ci fate una lectio magistralis di morale politica? Potreste farvi instradare da Samuele, che sa parlare in tutte le lingue del mondo, come fece all’incontro in seminario, quando dette il meglio di sé, come del resto fu scritto.
Ma per ora, con queste considerazioni, preparatevi a dare il benvenuto a Bersani.
Edoardo Bianchini
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[Venerdì 13 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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