giovedì 31 marzo 2011

L’AIAS, LA STAMPA E IL DIRITTO DI REPLICA NEGATO



PISTOIA. Vi ricordate che qualche giorno fa avevamo parlato di una lettera che l’avvocato Edo Biagini aveva inviato a La Nazione (e non un sola volta) invocando il diritto di replica per una pagina che il quotidiano locale aveva dedicato a Bardelli?

Vi avevamo promesso che ci saremmo tornati anche sopra. Ed ecco che manteniamo la promessa.
Stamattina un lettore ci scrive: Pistoia è piena di tanti Don Abbondio, ma i Bravi dove sono?
E ci invia la lettera di protesta che ha inoltrato a Cosimo Zetti, caposervizio della Nazione, in cui dice:

Gentile Direttore,
Le scrivo per manifestare tutta la mia sorpresa ed il mio disappunto per la vicenda in oggetto. Quale assiduo nonché “storico” lettore de La Nazione sono molto deluso da come il Suo giornale l’ha trattata, facendo sponda al silenzio assordante che tutto il mondo politico pistoiese ha cercato d’imporre, alcuni intimoriti dal potere mediatico dell’amico Bardelli, altri preoccupati per i loro recenti trascorsi quali compagni di merende.
Credo che il Suo giornale abbia perso un’altra occasione per tenere vive quelle tradizioni di libertà e di democrazia e quindi di completezza dell’informazione alle quali i lettori come me erano da sempre abituati. Scrivo “un’altra” perché potrei fare un lungo elenco di situazioni, a mio modo di vedere, sapientemente oscurate.
Sono sicuro che Lei ne abbia un elenco molto più lungo e completo del mio.
Cordiali saluti,
Riccardo Andreini

Nel primo post di stamattina, che parlava della minaccia-occupazione all’Aias e della nuova entità a cui Bardelli avrebbe dato vita per sfilarsi dall’Aias nazionale, avevamo aggiunto una coda in rosso in cui dicevamo della stanchezza dei lettori – e della loro stufaggine (anche se non si dice) come segnale dello smacco della stampa strutturata in questo frangente e su questo tema.
Questa è una prova.

E chissà quante altre potrebbero essercene.

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[Giovedì 31 marzo 2011]

AIAS, AGRICOLTURA BIOLOGICA E… «IL MIO REGNO PER UN PIATTO DI LENTICCHIE»



PISTOIA. Sappiamo bene che stiamo facendo un po’ di confusione fra citazioni differenti, argomenti differenti, questioni differenti. Lo sappiamo, ma va bene ugualmente, anche perché questa vicenda-Aias, che si svolge nel più assoluto oscuramento delle fonti e delle voci, nel più assoluto silenzio, nella più totale reticenza e un fintissimo disinteresse, è come un vero e proprio couscous: c’è dentro di tutto e di più.

Poco più che una battuta anche questa, ma – come direbbe Aristotele – anche attraverso il comico e il riso si raggiunge la verità.
Che per noi è importante e vale di più di qualsiasi convenienza.
Per caso ieri sera abbiamo visto, per quattro secondi e mezzo, il Canto al Balì di Tvl.
Si parlava delle scuole materne di Pistoia. E poco dopo l’inizio della trasmissione, Herr Direktor, cogliendo la palla al balzo riguardo a una battuta della dirigente comunale del settore, Daria Vitale, che ha parlato di scuole e rapporti di esse con la dimensione famiglia/famiglie, ha fatto una delle sue solite battute tanto per alludere al suo modo di gestire Aias/Tvl & C. nell’ottica della dimensione famiglia/famiglie. Così: tanto per ribadire il concetto che, sia andata com’è andata, l’Aias è stata un miracolo proprio perché lui, Luigi Egidio Bardelli, l’ha trattata come una cosa da famiglia o con i criteri della famiglia o per la famiglia o come diamine volete.
Solo che, al suo Canto al Balì, ecco lì attovagliati l’assessore Mario Tuci, uomo dedicato all’educazione e alla formazione, e Anna Maria Celesti, responsabile enti locali del Pdl, oltre ad altri, ovviamente.
È importante comparire in tv. Qualsiasi Tv è qualcosa in più di nessuna Tv. Lo sanno tutti.
Chi per un verso, chi per un altro ha bisogno di farsi vedere. Oltretutto tra poco ci saranno le elezioni e tutti sono in corsa per… una primogenitura.
Com’è possibile, dunque, che Tuci o Celesti – ma non sono che due elementi su tutto un vasto-infinito panorama pistoiese – possano solo pensare di dire la loro opinione su Bardelli e i suoi fragorosi pasticci aiassiani?
Non expedit, non torna utile. Meglio tacere.
Come tacciono, ad esempio, anche gli altri guelfi e gli altri ghibellini, come i pidiellini: Capecchi candidato sindaco in primis, che pure qualche giorno fa ha ricevuto un bel no sul grugno da parte di Tvl, che si è chiamata indisponibile a seguirlo in una conferenza stampa – forse perché ormai la Tv indipendente & libera di Pistoia sarà disponibile solo per chi sorregge e spalleggia il suo patròn…? Bella indipendenza davvero!
E Benedetti, anche lui, via…! Vicepresidente del consiglio regionale, che discende in terra quando ha da far vedere che c’è, invece di informarsi sull’Aias che fa? Cancella, come potete vedere, le mail che gli inviamo a gratis. Siamo un blog e non contiamo nulla: lo sappiamo bene. Ma ci siamo – e siamo sempre di più e sempre più critici, caro e buon Roberto!
Troppo impegnativo perdere tre minuti per informarsi – o almeno fingere di farlo – su una questione che impegna ogni anno la Regione Toscana per ben 6-8 milioni di euro? Più facile parlare di cose meno pericolose? Fate vobis!
Ma che brutta cosa la politica e il pensiero politico, però. Sono tutti dichiaratamente per l’agricoltura biologica e i cibi non transgenici, ma in vista del fine di una primogenitura… barattano tutta la biologia con un misero piatto di lenticchie.

E poco importa se possono essere inquinate.
e.b. blogger
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[Giovedì 31 marzo 2011]

AIAS. LA DIFESA DEI DEBOLI E DEI LAVORATORI E IL CONCETTO BARDELLIANO DI «BENE COMUNE»



PISTOIA. Il tempo è galantuomo, ripete un vecchio adagio. Il trascorrere del tempo consente alla verità di palesarsi, questo il senso dell’adagio. A volte con tanto ritardo da essere utile al solo rammarico a volte, invece, lasciando il tempo di evitare il rammarico.
Di cosa parliamo? Bardelli ha ripetutamente e ossessivamente detto che il commissariamento ed il commissario mettevano a rischio i posti di lavoro dell’Aias di Pistoia, l’assistenza alle famiglie e lo stesso futuro dell’associazione. Oggi i fatti sembrano dargli ragione. I rumors pistoiesi accreditano l’ipotesi che il direttore generale della asl di Pistoia, il dott. Scarafuggi, abbia intenzione di comunicare alla Sezione Aias di Pistoia che, contrariamente a quanto ha fatto o si appresta a fare con tutti gli altri enti convenzionati, non intende firmare il contratto con l’associazione pistoiese commissariata ma solo rinnovarlo per un ulteriore periodo di un mese.
Perché Scarafuggi rifiuta alla sola Aias la firma del contratto? Perché il commissario ha fatto in modo che l’associazione mancasse ai suoi doveri contrattuali? O perché il commissario ha fatto in modo che il servizio non fosse all’altezza? Assolutamente no. Durante il periodo di commissariamento i servizi dell’AIAS di Pistoia non si sono fermati nemmeno un solo giorno.
Allora perché? Ancora i rumors dicono che la richiesta esplicita di usare un diverso trattamento all’Aias di Pistoia arrivi direttamente dall’Ente Regione e direttamente dal suo vertice.
E perché mai l’Ente Regione ed il suo vertice avrebbero costretto Scarafuggi a questa discriminazione fra i diversi enti convenzionati con la Asl di suo governo?
La risposta, si rumoreggia, è che il buon Bardelli avrebbe chiesto e ottenuto dal vertice regionale che a questa associazione pistoiese, che così tanto è nei suoi pensieri e nel suo cuore (il Bardelli che ha come unico scopo la salvaguardia dei posti di lavoro e la continuità dell’assistenza prestata ai disabili ed alle loro famiglie, e non certo alcun… obiettivo personale) venisse impedita la normale firma del contratto come a tutti gli altri enti.
La trattativa con l’Aias di Pistoia è ormai praticamente chiusa, i tecnici si sono ripetutamente incontrati ed hanno disegnato concordemente e con reciproca soddisfazione i prossimi rapporti fra la Asl e l’Aias di Pistoia, ma a Bardelli (che ha a cuore solo l’interesse dei più deboli e dei lavoratori, il bene comune come usa ripetere nelle sue lettere il prof. Zamagni dall’alto del suo scranno di presidente dell’Ageonlus) questo non piace: extra ecclesiam nulla salus, nessuna salvezza al di fuori della chiesa-Bardelli.
Cosa avrebbe detto Bardelli alla politica per ottenere questa nuova e inaudita esposizione? Luigi Egidio avrebbe sostenuto che entro il mese di aprile lui ed i suoi si sfileranno dall’Aias Nazionale e il commissariamento andrà a finire.
E quindi? Ammesso che così sia (e sarebbe bello che ci spiegasse come intende fare), cosa c’entra questo con la firma del contratto con l’Asl? L’ipotetica Aias bardelliana (o quello che sarà) non erogherà più i servizi che attualmente eroga questa commissariata? Ma allora se i servizi sono diversi saranno oggetto di diverso contratto!
L’ipotetica Aias bardelliana (o quello che sarà) riuscirà a spuntare alla Asl di Pistoia, per gli stessi servizi, un contratto più vantaggioso? Oh bella! Non sono l’organizzazione, la professionalità degli operatori e la dotazione strutturale a far la differenza con il Sistema Sanitario Regionale: ma se il capo è Bardelli o meno – e magari il buon Federighi come ormai sembra sempre più chiaro!
No, la verità sembra essere semplicemente questa: Bardelli dopo aver predetto catastrofi che puntualmente non si sono verificate, dopo avere auspicato sconvolgimenti che puntualmente non si sono verificati, il buon Bardelli avrebbe deciso di provocarla lui la catastrofe. Avrebbe tirato le catene e con esse giù il tempio intero, con dentro lavoratori, disabili e famiglie: ma… per il bene comune, sia chiaro! E per null’altro.

Come dicevano il tempo è galantuomo. La verità viene a galla. I posti di lavoro a rischio, l’assistenza alle famiglie a rischio... ora crediamo sia chiaro a tutti chi li mette a rischio. Non è il commissario Bagnale.
Sarà anche chiara a tutti la differenza fra rammaricarsi ed evitare il rammarico?

I posti di lavoro a rischio, l’assistenza alle famiglie a rischio...
P.D.P.
* * *
Tutti che girano la testa dall’altra parte. Tutti che fingono di non vedere, pur se hanno visto e letto e sono passati, anche più volte, ieri, sulle pagine di questo blog.
Tutti significa tutti: dai politici ai giornali strutturati di Pistoia.
Tutti zitti, perché tutti consapevoli dello smacco subìto: i politici per avere taciuto, la stampa per avere taciuto ed essere stata superata a destra da una pagina web che ha detto la verità e ha dato al mondo la prova che ciò che si dice da casa Bardelli – e ciò che si tace in casa informazione – sta in tutt’altri termini e rappresenta e disegna una ben diversa realtà.
Di fatto dovrebbero arrossire tutti. Indistintamente.
I politici perché non hanno detto una parola – e per politici intendiamo anche tutte le forze politiche di Pistoia e provincia, che hanno girato la testa dall’altra parte per non esprimersi e prendere tempo. Bella trovata proprio!
Gli organi di informazione perché, è più che evidente, non fanno informazione. O non la stanno facendo ora, ammesso che la abbiano fatta prima. O non la vogliono fare. E magari pretendono di indignarsi per la mancanza di libertà di espressione.
Ne prendano tutti atto. Indistintamente.
La gente è stufa. La gente chiede verità, correttezza e pienezza di informazione – come anche diceva Banchini qualche giorno fa sul blog del vescovo, anch’esso colpevole di non affrontare i temi che contano: e tutti i temi, non solo quelli della dottrina sociale.
La gente dice basta alla reticenza e al fallimento dell’informazione ufficiale e strutturata che nasconde la bocca dietro una museruola. O il trucco.

Troppo belletto, poca o nessuna verità. E troppe grinze sotto…
e.b. blogger
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[Giovedì 31 marzo 2011]

martedì 29 marzo 2011

AIAS. UN ALTRO PEZZO DI SCONCERTANTE VERITÀ


PISTOIA. Sono le 18.49 del pomeriggio quando con il solito suono si annuncia l’arrivo di una mail. Ne riceviamo diverse, non ci facciamo caso più di tanto.
Dopo qualche istante, però, diamo un’occhiata. E restiamo senza fiato.
È l’Aias nazionale che, su disposizione del suo tesso presidente Lo Trovato, ci inoltra un documento che fa ammutolire.
Emerge, all’improvviso, la vera storia – quella non ancora detta – dell’incontro a quattro del 22 febbraio 2011: quell’incontro che costò quattro ore di trattative a Berti, Fratoni, il vescovo Bianchi e Lo Trovato stesso, appositamente venuto da Roma. L’incontro in cui si parlò di Bardelli e della sua presidenza, dei suoi atti e della sua ribellione. L’incontro di cui niente trasparì nell’accordo siglato, preferendo, i firmatari, tacere e limitarsi a dire che tutto sarebbe potuto tornare alla normalità se ci fosse stato un conciliante atto transattivo con rinuncia immediata e incondizionata di ogni azione legale da parte di Bardelli e dei suoi seguaci, che – stando alle indiscrezioni di questi giorni – sarebbero, in tutto, una quindicina e non più. Parliamo degli irriducibili, è chiaro.
Se si legge la lettera che segue, in quell’adunanza di febbraio il vescovo Bianchi prese le distanze dal rumoroso presidente Bardelli. Cercò di convincere il presidente nazionale Lo Trovato a fare una distinzione fra seguaci consapevoli e seguaci inconsapevoli delle azioni e dei comportamenti di Luigi Egidio; fra fautori e non-fautori delle ostilità di Bardelli nei confronti del commissariamento e della figura stessa del commissario Bagnale.
E non dovette essere una cosa semplice, se l’incontro durò più o meno quattro ore.
Chiunque abbia un minimo senso delle trattative, sa che quattro ore non sono una passeggiata: sono un tempo sufficientemente ampio per esaminare analiticamente fatti, episodi, posizioni, supposizioni, ipotesi e, alla fine, per prospettare soluzioni, che sono sempre e comunque frutto di una grande pazienza.
Il vescovo Bianchi – e lo dobbiamo dire apertamente e riconoscerglielo in pieno – fu, alla luce delle spiegazioni dell’oggi, un buon mediatore. Seppe, con pazienza e determinazione, ricucire strappi, proporre alternative, riuscire persuasivo ed efficace nella verità. E lo fu – lo vediamo bene dalla lettera che riproduciamo a testimonianza delle nostre parole – prendendo le distanze da Bardelli e dalle sue guardie del corpo: Bardelli era cosciente, altri no.
Intelligenza avrebbe voluto che Bardelli capisse e, come si dice, chinato il capo, in piena umiltà – dote che forse non è mai stata la sua più eminente prerogativa –, accettato questo nobile compromesso che salvava tutto e tutti, mostrasse un lampo, almeno uno, di salutare resipiscenza.
Ma Bardelli non ha brillato, non ha lampeggiato e non lo ha fatto.
Sentendosi come investito dall’alto di un ruolo taumaturgico cui non intende rinunciare, è andato avanti ed ha continuato a turbare il turbabile, scrivendo lettere chilometriche a mezzo mondo, sfidando l’universo travestito da titano – ma un titano fragile, che sembra uscire nudo da queste rivelazioni che giungono da Roma e che sono, da diversi giorni, a conoscenza di Berti, di Fratoni e del vescovo stesso.
Lo Trovato e l’Aias nazionale, pure in assenza dei presupposti per poter intervenire secondo l’accordo del febbraio; ben più concilianti e disponibili di Bardelli e dei suoi (Pancaldo compreso), hanno deciso – e ancor prima dell’assemblea del 26 marzo, si noti bene – di revocare l’espulsione dei membri del consiglio di amministrazione per così dire puri e inconsci delle mosse di Bardelli, e di trasformarla in sospensione: Tutto ciò solo ed esclusivamente per aderire alla richiesta di S.E. il Vescovo che ci ha convinti circa la non completa conoscenza [da parte di alcuni membri del consiglio di amministrazione – n.d.r.] di atti posti in essere dal vecchio Presidente sulla gestione della Sezione e successivamente nei confronti della gestione commissariale.
Come secondo provvedimento l’Aias nazionale ha sollecitato il Commissario a definire l’ammissione dei Soci al fine di modificare in Assemblea lo Statuto Sezionale, sottoporlo alla ratifica del Consiglio Nazionale dell’A.I.A.S. e quindi definito il rapporto con la Fondazione “Maria Assunta in Cielo” procedere all’elezione degli organi direttivi della Sezione con conseguente conclusione della fase commissariale.
Dovranno essere quindi necessariamente chiariti il ruolo, il peso, la funzione della Fondazione Santa Maria Assunta in cielo di cui è segretario don Pancaldo: una volta per tutte e sotto ogni aspetto, perché non è concepibile l’ibridismo che ha legato la fondazione, l’Aias di Pistoia e Tvl stessa – unica realtà oggi davvero a rischio occupazionale, con una spada di Damocle sul collo di chi vi lavora.
Resta definitiva, irremissibile, inannullabile, incancellabile – e a nostro avviso non potrebbe essere diversamente – l’espulsione di Bardelli e di quanti hanno parteggiato con lui, anima e core, contro l’Aias nazionale e la persona del commissario medesimo. Nessun appello per loro, nessun perdono perché non sembrano avere attenuanti.
Tutto questo – come sottolinea il documento romano – pur in assenza del verificarsi delle condizioni fissate nel verbale presso il Comune di Pistoia che impegnava la controparte a ritirare i contenziosi giudiziari.
A questo punto viene da chiedersi che senso ha avuto una guerra afghana come quella scatenata da Bardelli. A chi è giovata. A quali conclusioni può aver portato, se non ad una serie di inutili lacerazioni che hanno provocato strappi e ferite gratuite per più di un anno; minacce e orgogliose esternazioni di insopportabili sfide e vanterie. O piazzate da teatrino napoletano.

Insomma ci stiamo chiedendo: qual è la “vera ragione” per cui Bardelli ha fatto di tutto per mandare in frantumi l’Aias di Pistoia?
e.b. blogger
* * *
Roma. 24/03/2011
Prof. n. 12/s

Al Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri
On. Gianni Letta
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 ROMA

Al Prof. Stefano Zamagni
Presidente
Agenzia per le Onlus
Via Rovello, 6
20121 MILANO

A S.E. il Vescovo di Pistoia
Mons. Mansueto Bianchi
Via Puccini, 29
51100 PISTOIA

Al Presidente
della Provincia di Pistoia
Dr.ssa Federica Fratoni
Piazza San Leone, 1
51100 PISTOIA

Al Sindaco di Pistoia
Dott. Renzo Berti
Piazza Duomo, 1
51100 PISTOIA

OGGETTO: A.I.A.S. Sezione di Pistoia.

Riteniamo doveroso continuare l’informativa sui fatti riguardanti la nostra Sezione di Pistoia dopo quanto anticipato con la nostra lettera del 09/03/2011, che in allegato riportava il verbale di riunione nei locali del Comune di Pistoia alla presenza del Sindaco, della Presidente della Provincia e di S.E. il Vescovo.

Il 18 marzo u.s. nella riunione di Consiglio Nazionale il nostro Presidente ha sottoposto all’attenzione di tutti i Consiglieri la richiesta avanzata da S.E. il Vescovo di Pistoia in occasione dell’incontro del 22 febbraio che ha evidenziato come non tutti gli ex Consiglieri della Sezione di Pistoia fossero stati al corrente delle decisioni dell’allora Presidente e quindi la loro posizione in ordine alla espulsione avrebbe potuto essere differenziata.

Il Consiglio Nazionale riesaminando i comportamenti individuali in ordine ad azioni che li hanno visti protagonisti di particolari ostilità verso I’A.I.A.S. Nazionale ha modificato l’espulsione in sospensione per alcuni ex componenti il Consiglio Direttivo fermo restando che per il Presidente ed altri l’applicazione delle norme dello Statuto Nazionale A.I.A.S. non possono non applicarsi, confermando la espulsione dall’A.I.A.S..

Tutto ciò solo ed esclusivamente per aderire alla richiesta di S.E. il Vescovo che ci ha convinti circa la non completa conoscenza di atti posti in essere dal vecchio Presidente sulla gestione della Sezione e successivamente nei confronti della gestione commissariale.

Il Presidente ha inoltre evidenziato come questa decisione del Consiglio Nazionale viene presa pur in assenza del verificarsi delle condizioni fissate nel verbale presso il Comune di Pistoia che impegnava la controparte a ritirare i contenziosi giudiziari.

Il Consiglio Nazionale ha infine sollecitato il Commissario a definire l’ammissione dei Soci al fine di modificare in Assemblea lo Statuto Sezionale, sottoporlo alla ratifica del Consiglio Nazionale dell’A.I.A.S. e quindi definito il rapporto con la Fondazione “Maria Assunta in Cielo” procedere all’elezione degli organi direttivi della Sezione con conseguente conclusione della fase commissariale.

Tutto quanto sopra in perfetta aderenza a quanto fissato dallo Statuto dell’A.I.A.S. Nazionale.

Cordiali saluti.
Il Presidente
Ing. Francesco Lo Trovato
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[Martedì 29 marzo 2011]


E Bardelli continua…

INCENERITORE. QUANDO È TROPPO È TROPPO



MONTALE-PIANA. A volo di uccello e molto velocemente. Due sole domande su questa patata bollente dell’inceneritore di Montale.
Prima domanda al Tirreno:

  • ci dobbiamo preoccupare di più dei costi dei rifiuti o della vita dei cittadini?

Seconda domanda a Nincheri:

  • piuttosto che sparare addosso a Scatragli, che ha ereditato la patata da altri, non sarebbe il caso di concentrare l’attenzione su un’area più vasta e articolata, affiancando chi da tempo combatte questa battaglia? Così… per evitare che la gente creda che si tratti solo di ‘vile propaganda politica’.

Nessuno risponderà, ne siamo certi.

Ma saremmo degli sciocchi a credere che la gente voglia rendere conto della propria incoerenza, non credete?

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[Martedì 29 marzo 2011]

AIAS. IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI (E DEI PARTITI SILENTI)



PISTOIA. Potremmo approfittare di un titolo calviniano per commentare la curiosa notizia che Il Tirreno pubblica stamani e che ci ha costretto a un cartello con titolo ovviamente – e lo diciamo chiaro e tondo, perché qualcuno potrebbe equivocare – ironico.
È quantomeno singolare dover constatare, ancor una volta, che a gridare siano proprio quelli che, finora, hanno parlato di meno e hanno dato meno spiegazioni: Bardelli in prima linea, la cui mano o stile si riconosce perfettamente sotto le parole di questi ex-scomunicati – che sostanzialmente continuano ad esserlo – ma che si sono potuti riunire in assemblea solo per una decisione barbarica fatta piovere dal tribunale. E su questo non diremo mai abbastanza: perché se passa il principio che un giudice possa ingerirsi negli oggetti leciti di contratti e obbligazioni private, allora sì che siamo allo stato della dissoluzione del diritto.
«I soci – si conclude nella lettera – hanno espresso la loro opinione ed hanno gridato alla città ed alle istituzioni»: sono le parole di allure bardellinana presenti nel comunicato pubblicato dal Tirreno.
In altri termini Bardelli continua ancora a soffiare sul fuoco – così sembra – per dare fuoco alle polveri, peraltro bagnale (pardon: bagnate) della rivolta.
Dopo avere mosso mezzo mondo per la sua non-capacità di capire quand’è l’ora di piantarla – nessuno lo ascolta più, perché non ha saputo neppure cogliere la palla al balzo del salvagente che gli veniva gettato da Berti, Fratoni e vescovo Bianchi – l’ex-presidente-Tvl rischia, sempre più concretamente, un autoavvitamento che non può che portarlo, oltre che al tono tra il patetico e il grottesco, a un durissimo impatto frontale contro una diga di cemento armato.
Nessuno lo dice – anche perché Pistoia è città tendenzialmente reticente: e in questo sbaglia e non poco –, ma tutte le forze politiche cittadine si sa che sono stufe di questi interminabili, accorati, profetici proclami.
Sì, ci vogliono delle risposte. Ma è Bardelli che deve darle.
Se mai sarebbe assai meglio che i partiti si decidessero, una volta per tutte, a fare quello che Renzo Bardelli – ex-sindaco e tra l’altro parente di Luigi Egidio –, disse sin dall’inizio, quando scrisse che, come responsabile Aias, il patròn di Tvl aveva fatto il suo tempo, che andava ringraziato, che gli andava detto di godersi un meritato riposo, elogiandolo per i suoi meriti, ma invitandolo a capire che il suo tempo era ormai scaduto.
Lo facessero, questi partiti muti, renderebbero un vero servizio a Pistoia, a duemila famiglie assistite, a 120 dipendenti Aias che, dinanzi al ‘minacciato pericolo del loro posto di lavoro’ (anche questo detto, ovviamente, in maniera ironica), se ne sono guardati bene dallo scendere in sciopero secondo gli auspici di Bardelli.

O perché…?

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[Martedì 29 marzo 2011]

INFALLIBILI & INTOCCABILI (MA FRUTTUOSI)


PISTOIA. Li avete mai visti ammettere un proprio errore o piantarla una buona volta? Sono i comandanti dei vigili. Tutti al di sopra della media e dello standard dei dipendenti pubblici: cioè di quelle persone che noi tutti nutriamo e alleviamo di tasca nostra.
Il comandante di Pistoia è ogni giorno à la page e sur la page dei quotidiani.
Imperversa con la sua scienza giuridica e dà sani consigli per salvare non solo le nostre anime, ma anche i nostri corpi.
Ovviamente lo fa al ritmo di 95 multe al giorno.
Di prudenza, di calibrato silenzio, di doverosa riflessione o – se volete – di esame di coscienza sul proprio operato, non se ne parla nemmeno un po’.
Vezzeggiati dagli amministratori che, nei loro vigili vedono gli armigeri del rastrellamento di centinaia di migliaia di euro; potenziati dalla legge che, invece di riformare la pubblica amministrazione, ne ha imbarbarito i costumi (i dirigenti sono così potenti, da mandare gli amministratori a quel paese e con il riso beffardo sulla faccia), èccoli qui in fila: orgogliosi di essere il prodotto della Bassanini e seguenti. E pieni di potere.
Napolitano resiste a Pistoia. Scrive a Roma. Perché è convinto di avere ragione: troppo smacco abbassare il capo; è meglio fare abbassare le penne ai cittadini.
Billi resiste a Quarrata.
La storia di Billi la sanno anche i sassi: ha preso torto dal giudice di pace e ha preso torto in tribunale sulla sua panda bianca generica stacca-multe, una vera e propria Istituto Poligrafico dello Stato e zecca batti-soldi.
E ha preso torto in tribunale perché – come Napolitano – convinto di avere ragione, ha scelto l’appello. La soccombenza la hanno pagata i cittadini di Quarrata.
Dirigenti e capi sarebbero, teoricamente, servitori del comune, suo padrone in senso lato. Sorte ha voluto – come ci racconta il filosofo Seneca – che alla fine si siano rovesciati i ruoli e che proprio i padroni siano i servi dei loro servi.

Questo perché quei servi sono galline dalle uova d’oro.

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[Martedì 29 marzo 2011]

FRA (GIUSEPPE) VERDI E BARTOLOMEI




PISTOIA. Equivoci o cos’altro? Venerdì scorso in comune c’erano due conferenze stampa. Una dei Verdi e una dell’Udc, ma con la presenza anche di Bartolomei e Barbarito del Fli. Almeno così dice Radio Scarpa.
In una delle due sale, ovviamente, anche la troupe di Tvl, che ha fatto la sua scelta di campo preferendo l’unità d’Italia piuttosto che l’accostamento Udc-Fli.
Imbarazzo di Alessio, che è uscito per baccagliare con i giornalisti dell’emittente di Bardelli e per rivendicare – sembra – pari opportunità e par condicio.
Ma non se la prenda Bartolomei.
Per le acque in cui naviga attualmente per l’arrivo del digitale terrestre e per le necessità economiche conseguenti e pressanti, la Tv di via Monteleonese ha più bisogno di… rinverdire consensi altrove che non, per così dire, in casa propria.

E poi, per il suo direttore, è senz’altro meglio che ognuno si guadagni il pane quotidiano con il sudore della propria fronte, no?

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[Martedì 29 marzo 2011]

domenica 27 marzo 2011

AIAS, «CON GLI OCCHI CHIUSI»




PISTOIA. Ricordo che, una ventina di anni fa, Diego Pancaldo – quando ancora non era don Diego – mi parlava, nei corridoi del Forteguerri, di Federigo Tozzi e del suo romanzo Con gli occhi chiusi.
Non sono mai stato un tozzista. E non capivo nemmeno bene come lui – con cui io condivido la stessa data di nascita, il 4 giugno: io qualche anno prima (1947), lui qualche anno dopo (1960) – vi si dedicasse con tanta passione.
Lo giustificavo perché, laureato in letteratura italiana contemporanea su Mario Luzi (che io non stimavo molto né come uomo né come poeta), pensavo che tutto questo dipendesse dalle sue, come dire?, distorte affinità elettive letterarie. Ma i gusti sono gusti…
Oggi che molte migliaia di giorni sono passate, tutto mi è forse più chiaro; e quel mio impercettibile disagio dinanzi a quella scelta, si delinea in tutta la sua evidenza, se è vero, come dice Platone, che i similes cum similibus congregantur.
Evidentemente Diego ‘non amava vedere’. Come non amano vedere quelli che nella guerra afghana dell’Aias hanno fatto la scelta di campo maggioritaria o – in altri termini – a occhi chiusi bardelliana.
Oggi ho tardato a esprimere le mie opinioni, per dare tempo allo stomaco di digerire – non perfettamente, ma il meno male possibile – le parole come pietre che sono state scritte dai due giornali di cronaca. Non so cos’ha fatto Tvl. E non credo che sia il caso di saperlo.
Al lettore comune quello che è stato stampato sembrerà un vero e proprio successo di Bardelli & Associati.
A chi, come me, fa di mestiere l’anatomo-patologo della parola o, se volete, il medico legale della autopsie degli scritti, non sfuggono certe vibrazioni impercettibili o certi brividini che si nascondono, qua e là, nelle cronache di poveri a(nsi)manti che hanno seguìto l’anomala assemblea di ieri: nella quale, grazie al giudice che si è inserito in una diatriba squisitamente privata e – stando alle regole del diritto – intoccabile, in nome della giustizia si è assolutamente intaccato, per non dire tranciato, il nervo delle decisioni spettanti alle parti, che nei loro accordi sono legge – così almeno ci insegnano. Ma il tribunale di Pistoia non è nuovo – come, forse, molti altri d’Italia – ad intervenire in questi campi, alla stregua della benna che pianta tubi di acquedotto e, sbranando gli asfalti, trincia e trancia anche i cavi della Telecom, lasciando tutti gli abbonati senza telefono e... con gli occhi chiusi.
La metafora credo sia chiara a tutti.
La Nazione, stamattina, in prima di Pistoia, parla di rivincita di Bardelli: ma se andate a vedere il testo del servizio a pagina 8, non fa cenno a niente di tale, non si lascia andare a nessun neppure apparente cenno di ottimismo in questa direzione, e si limita a riferire di due mozioni, una delle quali – quella di Bini – piuttosto ‘spericolata’ nel richiedere i danni a Bagnale per le spese del commissariamento.
In più – si aggiunge – se Bagnale non convocherà l’assemblea straordinaria chiesta dai presenti all’unanimità, lo faranno i revisori dei conti, con in testa Giorgio Federighi, nei giorni scorsi delfino designato dallo stesso Bardelli per la sua successione – stando almeno alle indiscrezioni di Radio Scarpa.
Ma sarà bene che Federighi stia attento a non sentirsi chiedere – per la convocazione dell’assemblea – l’esibizione dei registri dell’Aias-gestione-Bardelli: quelli vidimati delle assemblee e quelli dai quali dovrebbero risultare i rilievi dei revisori dei conti di cui proprio Federighi è l’apice, affiancato da Stefano Sala (che fa anche parte del collegio sindacale dell’Usl 3) e da Calogero Armato. Federighi, dinanzi a una richiesta del genere, non potrebbe certo fare come Bardelli che – stando a quello che abbiamo raccolto – non ha mai reso conto di niente a nessuno…
Il notaio Rizzi, per parte sua, risponde alla Nazione, secondo la cifra del romanzo tozziano, con gli occhi chiusi: «io ho semplicemente portato avanti il mandato del Tribunale».
La Nazione avrebbe ricevuto – a quanto sappiamo – una nota dello scomunicato Edo Biagini, ma la avrebbe ignorata. Ed anzi su questo torneremo nei prossimi giorni. Come al solito con più particolari. Anch’essa, dunque, avrebbe operato… con gli occhi chiusi.
Il Tirreno, al contrario della congemella Nazione, ha dedicato alla questione Aias l’apertura della prima di Pistoia. Con un pasticcetto, però. Per risucchiare nel vortice (e per tenercelo, in qualche modo) anche lo scomunicato Edo Biagini, ecco che Vivarelli fa stampare un’intervista all’apostata che parrebbe un uovo fresco di giornata e che, invece, è – vi ricordate questo post: Aias. Il Tirreno si muove? o altrimenti andatevelo a rivedere – una cosa vecchia di secoli, consentiteci l’iperbole, perché risale, esattamente, al 10 febbraio scorso: insomma, un alimento che i Nas antisofisticazione farebbero togliere sùbito dagli scaffali di qualsiasi supermercato d’Italia.
Insiste, anche Il Tirreno, sui soci Aias che rivogliono indietro i quattrini spesi da Bagnale – giustamente assente a questa assemblea che sembra un’anomalia bell’e buona nel campo elettromagnetico generale.
Ma questo campo elettromagnetico generale, quello in cui si combatte l’interminabile guerra afghana, qual è?
Proprio stamani un lettore scriveva: «Leggo solo questa mattina il post sull’Aias (quello di ieri, 26 marzo – n.d.r.). Un pezzo di grande potenza. Certo, a questo punto, con la stampa pistoiese il log si è bruciato le navi dietro, come fece Cesare… Apprendo che don Pancaldo è nella compagine Tvl. Questo spiega perché tanto attivismo in Aias e Santa Maria Assunta: tante parti in commedia; ma la commedia è una sola: Tvl, che rende poco e brucia molto… Io credo che (i signori del silenzio n.d.r.) non gradiscano molto che nel suo blog si trattino temi alti, che loro preferiscono trascurare per convenienza, impreparazione o insensibilità…».
Ci dispiace, se non gradiscono. Ma certo non ce ne importa. E questo lettore, ovviamente, ha ragione. Perché, come tutti i profeti, ha còlto la realtà dei fatti e ha bene individuato la temperie di questo campo elettromagnetico generale stampa-politica-altro, che è lo stesso per tutta la città e per questa città.
È il campo magnetico con gli occhi chiusi di cui si parlava anche ieri. Quello in cui Bardelli e Pancaldo – e la loro Tvl che, come dice il lettore, rende poco e brucia molto – tengono in piedi un periferico sistema solare tolemaico e anti-galileiano in cui l’Aias-terra è al centro di tutto mentre tutto il resto deve ruotare intorno ad essa, per cui è assolutamente necessario che essa resti e resti – contrariamente a quanti pensano che c’è bisogno di sprovincializzarla e renderla del tutto più adeguata e in linea coi tempi – assolutamente bardellica o altrimenti si perderanno (come hanno detto in assemblea) ‘centinaia di posti di lavoro e migliaia di famiglie resteranno senza saper dove sbattere la testa’ – mentre in realtà il vero rischio è solo quello della chiusura di Tvl: che non tira e non può tirare, visto il tipo di informazione che fa.
È il campo magnetico con gli occhi chiusi di cui si parlava anche ieri. Quello in cui l’azienda familiare di Tvl domina l’habitat pistoiese perché offre voce a politica, finanza, associazioni e quant’altro, che accorrono dinanzi all’occhio nero per avere visibilità quanta ne vogliono – se sono buoni, però, e se seguono pedissequamente la proprietà ovunque essa li porti (o altrimenti… damnatio memoriae e allontanamento dagli studi di via Monteleonese!).
È il campo magnetico con gli occhi chiusi di cui si parlava anche ieri. Quello in cui anche la chiesa pistoiese si ritrova, si adagia ed ha quegli spazi che altrove non le sarebbero altrimenti concessi.
Con questa grandiosa invenzione, che poggia su un nulla di 35 anni almeno, Bardelli ha davvero fatto miracoli.
Ora però, al di là delle sue ragioni senza documenti e senza spiegazioni e quindi deboli e fragili per non dire infondate, Bardelli ci deve mostrare – e deve mostrare a tutti i cittadini che pagano i contributi sanitari, parte dei quali ri-confluiscono nelle casse dall’Aias (o come lui sta dicendo in questo momento: di Bagnale) – in che modo lui regge in piedi la sua Tvl, insieme a Pancaldo. Lo deve fare come ogni vero mago che, alla fine, svela i suoi miracoli o i suoi trucchi. Non può sentirsi, lui, unico fra tutti, un Cristo che non svela le sue azioni taumaturgiche.
E Luigi Egidio lo deve fare con i registri e le fatture alla mano. Senza parlarci di Dio e dei lupi, dato che noi non siamo affatto intelligenti come lui e, quindi, non riusciremmo a capire.

Insomma la deve far finita, con Pancaldo, di pretendere di farci vivere tutti con gli occhi chiusi!
e.b. blogger
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[Domenica 27 marzo 2011]

AUTOVELOX E MAESTRI DI DIRITTO


PISTOIA. In primo luogo, leggetevi questo interessante articolo di Massimo Donati (M.D.), comparso, fresco fresco, stamattina sul Tirreno.

Fuori regola il nuovo autovelox
Secondo il ministero
le multe sulla tangenziale
sono da annullare

Carta straccia le multe elevate con il nuovo autovelox installato dal Comune sulla corsia sud della tangenziale. O almeno lo sono secondo il ministero dei Trasporti: non rispettata la distanza minima con il segnale del limite di velocità.
In questi giorni il direttore generale per la sicurezza stradale del ministero, l’ingegner Sergio Dondolini, ha infatti inviato un parere ufficiale in risposta al quesito posto dalla prefettura di Pistoia il 18 febbraio scorso proprio sul nuovo autovelox del raccordo, all’indomani dei dubbi sulla sua regolarità sollevati da cittadini e associazioni dei consumatori. Il parere costituisce una sorta di “giurisprudenza” che la prefettura dovrà obbligatoriamente osservare nel caso di ricorsi presentati da automobilisti multati per eccesso di velocità, annullando perciò le contravvenzioni.
Oggetto del parere, la “distanza minima tra la postazione di controllo e il segnale che impone il limite di velocità”.
«Nel condividere l’avviso espresso da codesto ufficio – scrive l’ingegner Dondolini – appare ovvio che è l’ultimo segnale incontrato dall’utente della strada quello al quale riferire la distanza di un chilometro, a meno che non si tratti di una mera ripetizione di un segnale precedente lungo un tratto in cui non vi sono intersezioni. Infatti è il segnale posto dopo l’intersezione quello che è noto agli utenti che vi si immettono, e quindi anche per questi ultimi deve essere garantita la prescritta distanza».
Il direttore generale conclude poi con un’affermazione fondamentale per il caso di Pistoia: «Le affermazioni precedenti valgono anche per il caso di immissione in un’altra corrente di traffico per mezzo di una corsa di accelerazione».
E sulla tangenziale, la distanza tra l’ultimo svincolo di immissione (compreso, quindi, il cartello con il limite di 80 all’ora) e l’autovelox è di gran lunga inferiore al chilometro. Circostanza nota anche al Comune, che però aveva deciso di procedere ugualmente con l’istallazione dell’apparecchio, interpretando il codice della strada in un altro modo: la distanza da considerare era quella da eventuali incroci, nel senso letterale della parola, e non dagli svincoli. Interpretazione che il ministero ha adesso bocciato.
Una tegola non da poco sulla testa dell’amministrazione comunale, considerando che, nel solo primo mese di funzionamento, l’autovelox aveva immortalato una media di 95 violazioni al giorno: oltre 2.600 multe, pari ad un importo complessivo di almeno 213mila euro.

In secondo luogo ripensate a una famosa massima di diritto medievale, quella che recitava che Chi non ha Azzo, non vada a palazzo, dove Azzo intendeva indicare il nome di un famoso chiosatore e commentatore di norme. Di quelli buoni, però.
E il comune di Pistoia, di Azzi validi, non ce ne ha proprio, stando almeno ai risultati.
Vi ricordate cosa dicevamo qualche giorno fa parlando delle manie interpretative del comandante Napolitano in relazione ai parcheggi sulla carreggiata? Rivedetevi il post.
Ogni giorno apriamo i giornali e ne scopriamo di nuove – anche se, per carità!, il comune ha, di per sé, sempre e comunque ragione, perché i funzionari e i dirigenti non sbagliano mai. Non è possibile.
E questo non è che l’autovelox dell’autostrada: preso in tempo e disfatto sùbito. Per il quale, in uno stato civile e in un comune civile e democratico, i danni del tutto andrebbero fatti pagare a chi, fra i cervelli comunali, ha voluto fare il bravo ermeneuta e ha causato questo bellissimo pasticcio da manuale.
Ma rileggete bene queste poche righe in cui M.D. ci racconta che la circostanza dell’inghippo era nota anche al Comune, che però aveva deciso di procedere ugualmente con l’istallazione dell’apparecchio, interpretando il codice della strada in un altro modo: la distanza da considerare era quella da eventuali incroci, nel senso letterale della parola, e non dagli svincoli. Interpretazione che il ministero ha adesso bocciato.
Riflettete, infine, che il dramma italiano è l’interpretazione. Tutti interpretano. Tutti indistintamente sono Salomoni, Azzi e Cini da Pistoia.
Nessuno che si attenga a un ruolo più cònsono alle proprie incombenze e alle proprie prerogative; un ruolo più moderato, prudente e attento a considerare i cittadini non come dei semplici animali, ma come chi paga gli stipendi pubblici e i costi della politica: no.
C’è sempre fretta. E con la fretta un’arroganza irritante e presuntuosa, esibita sotto le forme della saccenteria più sfacciata.
Fretta di dimostrare quanto siamo bravi. Fretta di far quattrini a suon di rasoiate.

Tanto a pagare ci pensa il cittadino, eh?

P.S. – E dietro a questo problema, resta anche quello dei t-red tarocchi e smontati lo scorso anno, non scordiamolo!

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[Domenica 27 marzo 2011]