sabato 5 marzo 2011

LA CITTÀ DELLE TOPPE



PISTOIA. Su Porta Nuova/Porta Inferi di Pistoia – la grande novità da 26mila milioni delle vecchie lire, che è nata come opera del secolo, ma discussa e problematica – stamattina La Nazione esce con una immagine e relativo commento, in prima pagina, che non esitiamo a definire strepitosi: La «toppa» del comune.
Siamo convinti che non si poteva delineare meglio questa seconda amministrazione Berti, che si è distinta, in questi anni, in tutto e in di più, con ventate di polemiche da desert storm, tanto per ricordare la prima invasione irakena.
Questo, se ce lo consentite – ma anche in caso contrario, lo diciamo ugualmente –, è il comune delle toppe.
Toppe anche al culo, viste le difficoltà economiche in cui si dibatte la giunta: una  miseria cronica di cui leggiamo ogni giorno, e a cui, in parte, l’ente democratico al servizio del popolo lavoratore cerca di rimediare, almeno per certi aspetti, con interventi che, attraverso autovelox e t-red, si sforzano di ripianare le buche sia stradali che finanziarie (si riveda questo post).
Sì, questo è proprio il comune delle toppe. Dove tutto va bene e tutto è regolare – come proclama Pallini –, ma dove tutto, alla fine, si rivela fuori posto, sbilanciato, eccentrico.
E per focalizzare l’attenzione su questo aspetto pubblico topposo, ripensate, per un istante, ai famosissimi semafori tarocchi di Pistoia (ci vengono in mente, su due piedi, quelli di via dei Pappagalli e di porta San Marco).
 Furono smantellati in quattro e quattr’otto con la premessa ufficiale che non avevano problemi e non erano sospetti di irregolarità. Ma allora perché muoverli?
E furono risistemati, dopo un pezzo, con macchine diverse. Ma allora perché, se non avevamo problemi?
La rimozione e la reinstallazione ci furono, però, solo dopo lo scandalo che vide sotto inchiesta un sacco di gente per squallidi trucchi da sala-giochi e slot machines. E questo non vi sembra un po’ strano?
Ebbene, a Pistoia non è successo mai niente. Né il comune ha chiesto scusa ai sacrificati dei t-red (e cerchiamo di capirci: chi scrive non ha avuto multe di questo genere, è chiaro?), né  gli uffici hanno reso quattrini estorti, né la procura ha mai aperto un’indagine seria su questi particolari da medioevo contemporaneo.
Tutti zitti e si capisce perché.
Perché Pistoia non è solo il comune delle toppe, è anche e soprattutto la città delle toppe. Che vengono messe sempre al posto e al momento giusto per parare il culo di chi conta.

Guardate anche l’Aias, per esempio…

Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Sabato 5 marzo 2011]

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