martedì 29 marzo 2011

AIAS. UN ALTRO PEZZO DI SCONCERTANTE VERITÀ


PISTOIA. Sono le 18.49 del pomeriggio quando con il solito suono si annuncia l’arrivo di una mail. Ne riceviamo diverse, non ci facciamo caso più di tanto.
Dopo qualche istante, però, diamo un’occhiata. E restiamo senza fiato.
È l’Aias nazionale che, su disposizione del suo tesso presidente Lo Trovato, ci inoltra un documento che fa ammutolire.
Emerge, all’improvviso, la vera storia – quella non ancora detta – dell’incontro a quattro del 22 febbraio 2011: quell’incontro che costò quattro ore di trattative a Berti, Fratoni, il vescovo Bianchi e Lo Trovato stesso, appositamente venuto da Roma. L’incontro in cui si parlò di Bardelli e della sua presidenza, dei suoi atti e della sua ribellione. L’incontro di cui niente trasparì nell’accordo siglato, preferendo, i firmatari, tacere e limitarsi a dire che tutto sarebbe potuto tornare alla normalità se ci fosse stato un conciliante atto transattivo con rinuncia immediata e incondizionata di ogni azione legale da parte di Bardelli e dei suoi seguaci, che – stando alle indiscrezioni di questi giorni – sarebbero, in tutto, una quindicina e non più. Parliamo degli irriducibili, è chiaro.
Se si legge la lettera che segue, in quell’adunanza di febbraio il vescovo Bianchi prese le distanze dal rumoroso presidente Bardelli. Cercò di convincere il presidente nazionale Lo Trovato a fare una distinzione fra seguaci consapevoli e seguaci inconsapevoli delle azioni e dei comportamenti di Luigi Egidio; fra fautori e non-fautori delle ostilità di Bardelli nei confronti del commissariamento e della figura stessa del commissario Bagnale.
E non dovette essere una cosa semplice, se l’incontro durò più o meno quattro ore.
Chiunque abbia un minimo senso delle trattative, sa che quattro ore non sono una passeggiata: sono un tempo sufficientemente ampio per esaminare analiticamente fatti, episodi, posizioni, supposizioni, ipotesi e, alla fine, per prospettare soluzioni, che sono sempre e comunque frutto di una grande pazienza.
Il vescovo Bianchi – e lo dobbiamo dire apertamente e riconoscerglielo in pieno – fu, alla luce delle spiegazioni dell’oggi, un buon mediatore. Seppe, con pazienza e determinazione, ricucire strappi, proporre alternative, riuscire persuasivo ed efficace nella verità. E lo fu – lo vediamo bene dalla lettera che riproduciamo a testimonianza delle nostre parole – prendendo le distanze da Bardelli e dalle sue guardie del corpo: Bardelli era cosciente, altri no.
Intelligenza avrebbe voluto che Bardelli capisse e, come si dice, chinato il capo, in piena umiltà – dote che forse non è mai stata la sua più eminente prerogativa –, accettato questo nobile compromesso che salvava tutto e tutti, mostrasse un lampo, almeno uno, di salutare resipiscenza.
Ma Bardelli non ha brillato, non ha lampeggiato e non lo ha fatto.
Sentendosi come investito dall’alto di un ruolo taumaturgico cui non intende rinunciare, è andato avanti ed ha continuato a turbare il turbabile, scrivendo lettere chilometriche a mezzo mondo, sfidando l’universo travestito da titano – ma un titano fragile, che sembra uscire nudo da queste rivelazioni che giungono da Roma e che sono, da diversi giorni, a conoscenza di Berti, di Fratoni e del vescovo stesso.
Lo Trovato e l’Aias nazionale, pure in assenza dei presupposti per poter intervenire secondo l’accordo del febbraio; ben più concilianti e disponibili di Bardelli e dei suoi (Pancaldo compreso), hanno deciso – e ancor prima dell’assemblea del 26 marzo, si noti bene – di revocare l’espulsione dei membri del consiglio di amministrazione per così dire puri e inconsci delle mosse di Bardelli, e di trasformarla in sospensione: Tutto ciò solo ed esclusivamente per aderire alla richiesta di S.E. il Vescovo che ci ha convinti circa la non completa conoscenza [da parte di alcuni membri del consiglio di amministrazione – n.d.r.] di atti posti in essere dal vecchio Presidente sulla gestione della Sezione e successivamente nei confronti della gestione commissariale.
Come secondo provvedimento l’Aias nazionale ha sollecitato il Commissario a definire l’ammissione dei Soci al fine di modificare in Assemblea lo Statuto Sezionale, sottoporlo alla ratifica del Consiglio Nazionale dell’A.I.A.S. e quindi definito il rapporto con la Fondazione “Maria Assunta in Cielo” procedere all’elezione degli organi direttivi della Sezione con conseguente conclusione della fase commissariale.
Dovranno essere quindi necessariamente chiariti il ruolo, il peso, la funzione della Fondazione Santa Maria Assunta in cielo di cui è segretario don Pancaldo: una volta per tutte e sotto ogni aspetto, perché non è concepibile l’ibridismo che ha legato la fondazione, l’Aias di Pistoia e Tvl stessa – unica realtà oggi davvero a rischio occupazionale, con una spada di Damocle sul collo di chi vi lavora.
Resta definitiva, irremissibile, inannullabile, incancellabile – e a nostro avviso non potrebbe essere diversamente – l’espulsione di Bardelli e di quanti hanno parteggiato con lui, anima e core, contro l’Aias nazionale e la persona del commissario medesimo. Nessun appello per loro, nessun perdono perché non sembrano avere attenuanti.
Tutto questo – come sottolinea il documento romano – pur in assenza del verificarsi delle condizioni fissate nel verbale presso il Comune di Pistoia che impegnava la controparte a ritirare i contenziosi giudiziari.
A questo punto viene da chiedersi che senso ha avuto una guerra afghana come quella scatenata da Bardelli. A chi è giovata. A quali conclusioni può aver portato, se non ad una serie di inutili lacerazioni che hanno provocato strappi e ferite gratuite per più di un anno; minacce e orgogliose esternazioni di insopportabili sfide e vanterie. O piazzate da teatrino napoletano.

Insomma ci stiamo chiedendo: qual è la “vera ragione” per cui Bardelli ha fatto di tutto per mandare in frantumi l’Aias di Pistoia?
e.b. blogger
* * *
Roma. 24/03/2011
Prof. n. 12/s

Al Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri
On. Gianni Letta
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 ROMA

Al Prof. Stefano Zamagni
Presidente
Agenzia per le Onlus
Via Rovello, 6
20121 MILANO

A S.E. il Vescovo di Pistoia
Mons. Mansueto Bianchi
Via Puccini, 29
51100 PISTOIA

Al Presidente
della Provincia di Pistoia
Dr.ssa Federica Fratoni
Piazza San Leone, 1
51100 PISTOIA

Al Sindaco di Pistoia
Dott. Renzo Berti
Piazza Duomo, 1
51100 PISTOIA

OGGETTO: A.I.A.S. Sezione di Pistoia.

Riteniamo doveroso continuare l’informativa sui fatti riguardanti la nostra Sezione di Pistoia dopo quanto anticipato con la nostra lettera del 09/03/2011, che in allegato riportava il verbale di riunione nei locali del Comune di Pistoia alla presenza del Sindaco, della Presidente della Provincia e di S.E. il Vescovo.

Il 18 marzo u.s. nella riunione di Consiglio Nazionale il nostro Presidente ha sottoposto all’attenzione di tutti i Consiglieri la richiesta avanzata da S.E. il Vescovo di Pistoia in occasione dell’incontro del 22 febbraio che ha evidenziato come non tutti gli ex Consiglieri della Sezione di Pistoia fossero stati al corrente delle decisioni dell’allora Presidente e quindi la loro posizione in ordine alla espulsione avrebbe potuto essere differenziata.

Il Consiglio Nazionale riesaminando i comportamenti individuali in ordine ad azioni che li hanno visti protagonisti di particolari ostilità verso I’A.I.A.S. Nazionale ha modificato l’espulsione in sospensione per alcuni ex componenti il Consiglio Direttivo fermo restando che per il Presidente ed altri l’applicazione delle norme dello Statuto Nazionale A.I.A.S. non possono non applicarsi, confermando la espulsione dall’A.I.A.S..

Tutto ciò solo ed esclusivamente per aderire alla richiesta di S.E. il Vescovo che ci ha convinti circa la non completa conoscenza di atti posti in essere dal vecchio Presidente sulla gestione della Sezione e successivamente nei confronti della gestione commissariale.

Il Presidente ha inoltre evidenziato come questa decisione del Consiglio Nazionale viene presa pur in assenza del verificarsi delle condizioni fissate nel verbale presso il Comune di Pistoia che impegnava la controparte a ritirare i contenziosi giudiziari.

Il Consiglio Nazionale ha infine sollecitato il Commissario a definire l’ammissione dei Soci al fine di modificare in Assemblea lo Statuto Sezionale, sottoporlo alla ratifica del Consiglio Nazionale dell’A.I.A.S. e quindi definito il rapporto con la Fondazione “Maria Assunta in Cielo” procedere all’elezione degli organi direttivi della Sezione con conseguente conclusione della fase commissariale.

Tutto quanto sopra in perfetta aderenza a quanto fissato dallo Statuto dell’A.I.A.S. Nazionale.

Cordiali saluti.
Il Presidente
Ing. Francesco Lo Trovato
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Martedì 29 marzo 2011]


E Bardelli continua…

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