giovedì 10 marzo 2011

PRESIDE BORCHI: A SCUOLA… SENZA SCUOLA



PISTOIA. Ve lo ricordate il progetto veltroniano a scuola con lo scuolabus a piedi o qualcosa di simile?
La creatività di certa sinistra è davvero esuberante e inarrestabile.
Con il solito sistema si inventerà, prima della fine, e in un’ottica di proliferazione sofistica da alessandrini alla Sinesio, che scrivono l’elogio della calvizie (ma già Guido Ceronetti aveva pensato l’elogio del bottone o il viaggio attraverso l’intestino in un libro gustosissimo intitolato La musa ulcerosa, 1978, Rusconi), anche come mangiare senza aprire bocca ma masticando comunque aria, o nuotare fuor d’acqua o rapporti sessuali completi rispettando l’assoluta castità. E questo farebbe piacere anche a Benedetto, alla Cei e perfino a don Sciortino.
Il professor Angelo Borchi, preside del Fedi, ma già eccellente docente di matematica dello scientifico di Pistoia – ad oggi consigliere comunale, ma in un passato recente pure segretario ciggiellino ed altro –, ha dato vita al servizio a lezione senza la lezione, per aiutare i lungodegenti a superare le difficoltà di non poter seguire le ore curricolari, se costretti a letto per motivi di forza maggiore.
Borchi fornirà loro computer donati da un istituto bancario pistoiese, e i giovani si metteranno in pari pestando sulle tastiere.
Anzi: non potranno trincerarsi dietro al fatto che hanno perso lezioni perché tronchi in ortopedia o febbricitanti in medicina o spossati a letto come in un lazzaretto manzoniano: con i pc (per Borchi, forse, meglio PCI…) forniti dalla scuola, chiunque recupererà la scienza infusa in un balletto.
Da buoni iconoclasti quali ci sentiamo di essere – iconoclasti, s’intende, della demagogia – ci piace sparare su idee come questa, caldeggiate da uomini che, come la maggior parte dei dirigenti di questo povero popolo di analfabeti grazie al 68, usciti dai ruoli dei docenti e infilatisi, per mille casuali motivi (per lo più politici) nei ruoli dei dirigenti, si sentono oggi investiti della sindrome del montessorismo o del gentilismo (da Gentile) a oltranza: del berlinguerismo non lo possiamo dire, perché, nonostante le promesse/premesse, Berlinguer ereditò una scuola rattoppata come il vestito di un clochard (anche per colpa di Berlusca e D’Onofrio), e la restituì  più sbrindellata, lisa e sfilacciata di un mantello sessantennale di un intoccabile (dalit) indiano steso sul rogo.
Perciò, pieni di sacro furore della scienza infusa, per rendersi ancor più visibili, mettono in ponte anche i progetti più strani e innovativi, come direbbero loro: progetti che, da insegnanti, non toccherebbero nemmen con le punta delle dita, con le pinze o con un forcipe.
Diamo pure un pc al povero ipotetico lungodegente. Servirà senz’altro ad alleviare le sue pene, permettendogli di scorazzare su internet e dedicarsi ai videogiochi mentre è dolorosamente inchiodato a letto.
Col dirigismo aziendalista dei postcomunisti, c’è da vedere pure che Borchi faccia votare l’obbligatorietà dell’azione penale agli organi della sua scuola, per costringere gli utenti/sudditi a doversene giovare standosene appiccicati-forzati a uno schermo lcd per sentir videoconferenze delle più disparate/disperate materie. Tutto per imposta, santa democrazia: ex dottrina marxo-leninista secondo cui il pubblico ha assoluto e sacro diritto di imporre il suo punto di vista al privato. Per il suo bene.
Dato però che Borchi è un illuminato (o retroilluminato, come un lcd), perché non vara un progetto ancor più avanzato e grandioso?
A scuola senza andare a scuola con l’uso del Pd.

Oooops… pc, scusate!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 marzo 2011]

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