di LUIGI SCARDIGLI
Il
romanzo, edito da Cairo, presentato da Marco Malvaldi – Uno psico-thriller che
tiene con il fiato sospeso fino alla fine
PISTOIA. Non si somigliano affatto, Carlo Maria Ortani, scrittore
fallito in cerca di identità, più che di ispirazione, protagonista di Anatomia di una voce – il libro scritto
da Alessandro Bonan ed edito da Cairo (recentemente
recensito sul nostro blog) e presentato, nel tardo pomeriggio alla
libreria Feltrinelli di via degli Orafi, a Pistoia – e il suo autore. E non lo
dico per la sua voce, la voce di
Alessandro Bonan, pistoiese doc, ugola e volto, semiseri, entrambi, di Sky
Sport, attorno alle quali si muove la trama concertistica del racconto, uno
psico-thriller che tiene con il fiato sospeso fino alla fine.
Ed è
proprio per quel profondo ed oserei dire incolmabile distacco che non
avvicinerà mai l’autore al suo protagonista, protagonista di questo felicissimo
esordio bibliografico, che sta il segreto del successo di Alessandro Bonan: lo
ha capito alla perfezione Marco Malvaldi, giovanissimo scrittore che già gode
di un antico afflato, al cui romantico e appassionato acume ha affidato, Bonan,
l’onere e l’onore della presentazione alla libreria del centro storico della
città, affollata dagli amici della gioventù, gli amici dei sogni, quelli di Piazzetta, in Largo San Biagio. Lo ha
capito e lo ha spiegato, senza salire in cattedra, che negli scritti
minimalisti, ma dotti, sincopati, ma armonici di Bonan, risiedono le formule
del quasi inevitabile successo che lo investirà. Ma senza travolgerlo, ne sono
certo.
Il
segreto della misura, con la quale dosare coraggio ed azione ad ascolto ed umiltà,
sta nel dna dell’autore, che conosco da decenni, una persona seria che non si è
mai presa sul serio e che cerca, nei dettagli apparentemente anonimi, tipo le voci, perché no, le formule della
felicità.
Anni fa,
in uno dei suoi sempre meno frequenti rimpatri, ci incontrammo in piazza del
Carmine, in città: parlammo del più e del meno, ma anche del per e del diviso,
ad essere onesto, come conviene a due vecchi amici e giunti all’inevitabile
capitolo familiare mi disse che la cosa che lo preoccupava maggiormente era se
la loro figlia (la mamma è Federica Niccolai, presente in sala, ma defilata:
non ha bisogno di riflettori, è una donna autoilluminata) fosse felice.
Bene, Anatomia di una voce, libro
gradevolissimo che dal fascio ha estratto alcuni fili d’erba, che coniuga l’inconiugabile,
che sospende l’esecuzione del condannato a morte e che mette un clarino tra gli
strumentisti dei Rolling Stones e che ho divorato in un pomeriggio non solo per
esigenze critico-giornalistiche, è sì un viaggio cupo nell’inconfidabile ed
inconfidata introspezione, ma è anche e soprattutto un sorriso, quello che avrà
sicuramente fatto Alessandro Bonan quando, pochi giorni fa, lo ha visto
appoggiato nelle vetrine delle librerie chiedere posto ed attenzione a colleghi
più navigati che si riproponevano all’attenzione dei lettori con il loro ultimo
best seller.
Le voci di Alessandro Bonan, presto,
prenderanno corpo. E diventeranno libri. Altri
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 20 aprile 2013 | 20:31 - © Quarrata/news]
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