di LUIGI SCARDIGLI
Successo al Francini di Casalguidi di Maria
Laura Baccarini e Régis Huby
CASALGUIDI. Ce ne sono molte di canzoni, gaberiane, di Giorgio Gaber. Io e le cose, pensandoci bene, è forse
una delle più sintomatiche della complessa semplicità intellettuale dell’artista
milanese, del quale ricorre il decennale della scomparsa. E Maria Laura
Baccarini, che è cantante, attrice, ballerina, in un ordine semplicemente
rivoluzionabile e aritmeticamente impeccabile, è attorno a questa dolorosissima
poesia che ha deciso di costruire – con la collaborazione di Elena Bono – il suo omonimo
spettacolo, andato in scena ieri sera al teatro Francini di Casalguidi e che
così ha chiuso il sipario su una stagione davvero interessante.
Certo, non era da sola e non sarebbe potuto
esserlo, la cantante, che per condurre con sconvolgente naturalezza lo
spettacolo ha chiesto aiuto al violista francese Régis Huby, che l’ha
assecondata con meticolosa complicità, anticipando, d’un impercettibile batter
d’occhio le stravaganze timbriche della protagonista, che non mi sorprenderebbe
affatto vederla, prossimamente, nei panni di doppiatrice di un cartone animato
della Walt Disney, dando voce e smorfia al piccolissimo Nemo sperduto in un acquario di Disney.
È sorprendente la sua camaleontica
predisposizione al falsetto, con un uso delle mani e del corpo armonioso e
fluttuante, reso ancor più nitido da un abbigliamento minimale che faceva un
tutt’uno con lo scuro del dietro palco, scevro da qualsiasi orpello che potesse
in un qualsiasi modo distogliere l’attenzione e la profondità dai testi di
Gaber, rivisitati con un tasso armonioso impressionante, ma con il rispetto,
quasi sacrale, che si porta, perché si deve, ad un’insostituibile scomparsa.
Anche il tasso sintonico tra i due protagonisti
è risultato ingrediente preziosissimo per la felice e applauditissima
performance, scandita dall’esibizione di parecchi brani del vasto repertorio
dell’ideatore puntualmente premessi da brevissimi monologhi che trasformavano,
con crescente puntualità, Maria Laura Baccarini in tutto quello che sarebbe
risultato necessario nell’economia morale della canzone.
Un’artista poliedrica di rara predisposizione in
tutto ciò in cui si cimenta, bellissima – sciocco non sottolinearlo – e
impegnata, doveroso ricordarlo, in un’opera di indispensabile riesumazione di
uno degli autori più borghesi e più anarchici del nostro tempo, Giorgio Gaber.
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Foto
di Luigi Scardigli.
[Lunedì 22 aprile 2013 | 08:09 - © Quarrata/news]
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