di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Carissimo Giovanni Tafuro,
ti scrivo quello che ti dirò, tra un
buon calice di rosso e qualche sorriso autentico, la prossima settimana, quando
andremo a cena insieme.
Domenica 7 luglio, nella quinta ed
ultima giornata del 34esimo Festival Blues di Pistoia, la sontuosa scaletta che
hai preparato per dare un sontuoso epilogo a questa ennesima meravigliosa
conferma cittadina – troppe volte e da più parti osteggiata anziché protetta e
benedetta –, avverte gli appassionati che sul palco di piazza del Duomo si
avvicenderanno tre mostri sacri:
Robert Cry, Robben Ford e Lucky Peterson, tre bluesman, con relativi
sessionisti al seguito, che non hanno davvero bisogno di nulla per intendere,
sol pronunciando i loro nomi, di cosa stiamo parlando.
La faccio corta, corta, Giovanni: trova
uno spazio, decoroso, notturno, energico per far sì che le migliaia di
spettatori che calcheranno l’asfalto bollente della piazza possano vantarsi di
aver visto all’opera, nella notte delle stelle di prima grandezza e luce
propria, anche quattro talenti di casa: Nick Becattini, Enrico Cecconi,
Riccardo Onori e Michele Papadia. Lo scrivo, Giovanni – ma è la prima cosa che
ti chiederò quando ci troveremo la prossima settimana –, perché le due
chitarre, la batteria e l’organo Hammond ho avuto il piacere di sentirli, per l’ennesima
volta, anche ieri sera, all’Altrove,
a Pistoia, in piazza della Resistenza.
Cover, vero, riproduzioni di motivi
intramontabili ed intramontati, rivisitazioni con le quali tutti i bluesaroli
del mondo si misurano, abitualmente, quando si esibiscono.
Conosci meglio di me il tocco dei
musicisti; hai avuto la fortuna e l’onore di poter misurare il polso e la
presenza scenica ad una miriade di artisti delle note; ti sei imbattuto in orde
di band che ti hanno sparato addosso la loro sapienza, la loro eleganza, il
loro coraggio, la loro originalità, ma dubito, senza presunzione alcuna, che
qualcuno, in tutti questi anni che guidi con sapienza la carovana del Festival,
sia mai riuscito a farti il male che
sono capaci di fare questi quattro giovanotti quando le circostanze, come
quelle di ieri sera, decidono di farli convivere, contemporaneamente, al di qua
degli strumenti con i quali sono soliti interagire integralmente.
Li conosci perfettamente, uno per uno:
sto affondando lo scritto nella melma della retorica, lo so, ma credo che sia
giunto il momento, per tutti noi, per te, per me, per questa città e per Nick,
Enrico, Riccardo e Michele, di prendersi, ognuno, le proprie responsabilità e
lo spazio che meritiamo.
Domenica 7 luglio, dopo le micro
esibizioni dei gruppi provenienti dalle selezioni – altra ammirevole iniziativa
di una manifestazione che ho iniziato a seguire con febbrile interesse anche
quando abitavo ancora a Roma e non pagavo il biglietto perché scavalcavo, senza accrediti –, tra le
esibizioni dei tre santoni che
richiameranno in città e in piazza una valanga di cultori del Blues, ritaglia
uno spazio anche per loro.
È un gran bel regalo che faresti a
questa città, anche se te l’ho chiesto io.
Anzi, te l’ho scritto!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 28 aprile 2013 | 09:09 - © Quarrata/news]
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