di MARCO FERRARI
Mozione in difesa dell’Ospedale presentata dal Sindaco Cormio – L’intervento
‘barocco’ dell’Assessore Sergio Gori – E Gabrio Fini spiega a Ferrari che il 18
aprile, in IV Commissione in Regione, c’era “a titolo personale”
SAN MARCELLO. Ieri 26 aprile seduta del consiglio Comunale di San
Marcello. Presenti oltre al Sindaco Silvia Maria Cormio, l’assessore Sonnj
Paccagnini, l’assessore Luca Buonomini, l’assessore esterno Sabrina Sergio
Gori, i consiglieri di maggioranza, Simone Bianconi, Gabrio Fini, Sabrina
Innocenti, Lorenzo Mucci e Alessandro Olivari; per le minoranze i consiglieri
David Luca Ferrari e Silvio Gaggini.
L’adunanza, fissata per le 18, prevedeva, quattro punti: Comunicazioni,
Tares (tributo Comunale sui rifiuti e sui servizi), rendiconto della gestione
dell’esercizio finanziario 2012 e il conferimento della cittadinanza onoraria
all’Arma dei Carabinieri.
Dalla stampa di ieri (La Nazione) spunta, in aggiunta ai quattro
ufficializzati, un ulteriore punto all’ordine del giorno: Mozione proposta dal
Sindaco a difesa dell’Ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese.
Un qualcosa di già visto con la precedente giunta guidata dall’avvocato
Carla Strufaldi, quando nel gennaio 2011 approvò una mozione contro qualsiasi
ridimensionamento dell’Ospedale Lorenzo Pacini e la ventilata ipotesi di
chiusura della chirurgia.
Già visto ma copiato male. Un tentativo inutile visto il precedente
divenuto carta-straccia. Una mozione solo nel titolo “a difesa”, ma che di
fatto fotografa solo l’attuale stato della struttura ospedaliera montana ormai
trasformata, si legge nella mozione, in un Piot, un Punto Integrato Ospedale
Territorio. Una mozione che tenta di mettere insieme le varie posizioni emerse
in questa vicenda: la posizione della Asl, quella della Commissione
Straordinaria “F. Pacini” – per pudore la “F”
puntata nella mozione è stata soppressa –, quella dei Sindaci
(se c’è stata), quella normativa, quella delle associazione e quella dei
cittadini dissidenti.
Una mozione presentata dal Sindaco, che era il proponente, e definita un po’
troppo pomposamente dall’Assessore esterno al Bilancio, Sabrina Sergio Gori,
come una linea Maginot, un filo rosso, una prima linea difensiva, perché, è
stata la conclusione dell’Assessore, «i cittadini devono
sapere che le amministrazioni lottano al loro fianco» ma forse solo per dare ragione ai Pd della Regione
Toscana – n.d.r.).
Non si tratta di una prima linea difensiva, è stato fatto notare dal consigliere
David Ferrari, ma di un arretramento della linea di difesa. Una mozione e la
maggioranza degli interventi, di auto-assolvimento su quanto fatto da Sindaco e
Commissione a partire dalla cattiva comunicazione che ha caratterizzato l’intera
vicenda dell’Ospedale.
La mozione è stata emendata dal consigliere di maggioranza Gabrio Fini,
chiedendo l’istituzione di un tavolo di confronto permanente tra Usl,
Commissione Straordinaria e Associazioni sul tema dalla salute e che la Regione
Toscana si adoperi per richiedere fondi comunitari spettanti alle aree
sanitarie in via di dismissione, quali quella degli attuali ambulatori ubicati
in via Roma e oggetto di trasferimento nel plesso ospedaliero.
Fini è stato messo in imbarazzo da una domanda/costatazione fatta dal
consigliere Ferrari, il quale ha chiesto di riferire in merito alla sua
presenza con l’associazione Zeno Colò e il Gruppo Montagna Pistoiese in Regione
nella IV Commissione Sanità lo scorso giovedì 18 aprile.
La sua presenza – è stato risposto – era “a titolo personale” e non erano dovute spiegazioni.
La mozione-Silvia (meno male che Silvia c’è…) è passata con 9 voti a
favore, uno contrario, alla mozione non alla difesa del Pacini (Ferrari) e un
astenuto (Gaggini).
Un documento solo di facciata, che potrà tornare utile in un futuro a
quanti, componenti di questo consiglio, potranno sempre dire «abbiamo difeso l’Ospedale
Pacini!».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 27 aprile 2013 | 16:53 - © Quarrata/news]
Il grillo parlante
RispondiEliminaMa perchè non noleggiamo un altoparlante e, utilizzando l'ormai noto intercalare del mefistofelico onorevole Ignazio La Russa, mandiamo -con voce resa stentorea dalla tecnica un grande "Andate a fare in culo" a tutti questi sedicenti difensori della nostra disastrata montagna?
Ma tutti i Silvi vengonono da Milàn?
RispondiEliminaChe frasi ad effetto, nell’accorati interventi – così hanno detto i presenti – della due adottate e catapultate sulla montagna, senza capire per quali meriti: LINEA MAGINOT DELLA DIFESA DEL PACINI.
RispondiEliminaMolti ritengono che la LINEA sia ben oltre il precipizio e senza possibilità di ritorno, la stessa CGIL, a voce della Dott. Beneforti, - con la quale hanno affinità politiche le due adottate - con una virata rocambolesca lo sostiene nella conferenza stampa del 10 Aprile, pubblicata ampiamente dai giornali e lo sostiene con lei anche il Dott. Corrado Catalani.
Il contrario lo sostengono solo le amministrazioni e le giunte di maggioranza dei 4 comuni della Montagna, con in testa la sindaca di San Marcello e il sindaco di Cutigliano, Re Carluccio che ha capito di cosa si parlava, solo dopo l’intervento del Dott. Abati all’assemblea del 7 Aprile a San Marcello.
Dimenticavo, a questi vanno aggiunti anche quelli della Commissione, i quali è voce comune e confermata dai documenti, oltre a non essersi mai incontrati in modo “serio” tutti insieme per la latitanza di una componente, forse non sapevano neppure di cosa dovevano parlare.
L’intento era quello di parare il C.....ai politici, ma purtroppo non ci sono riusciti.
Questi amministratori, di fronte a questo fallimento, del quale la Montagna pagherà pesantemente per sempre le conseguenze, hanno dimostrato che non solo non hanno sensibilità ma sono privi anche di valori umani. Totale disinteresse verso i cittadini, il territorio e non ultimo anche verso le loro generazioni passate – quelle che andavano in Maremma nelle capanne di zolle - che hanno lottato per lo sviluppo di questo territorio, quel territorio che i nostri amministratori sono riusciti a rendere invivibile per le generazioni future.
Che squallore. Non ci sono parole per qualificarli. Il peggio del peggio dal quale liberarsi quanto prima.
Nell'accettare i motivi del ridimensionamento dell'Ospedale, giustificandone e argomentandone le ragioni, vogliono passare per illuminati, realisti e ragionevoli, sono, però, a mio avviso, solo rassegnati alla prorpia incapacità di risolvere e affrontare le difficolta poste dal tempo che ci è dato vivere e dal ruolo che hanno scelto di ricoprire. Una montagna condannata, con l'avvallo di queste scelte – la sanità deve andare in contro alla esigenze di una sanità montana che diventa sempre più anziana – ad essere vecchia. Condannata da un consiglio e una giunta tutto sommato giovane con un'età media intorno ai 40 anni, per lo più padri di famiglia. Un età e una condizione che dovrebbero essere di progettualità e che invece è purtroppo di rassegnazione. Rassegnazione nel recarsi a lavorare nella “piana” e nel percorrere tutti i giorni una strada – la S.R. 66 – inadeguata soggetta ad interventi che si stanno rivelando peggiorativi e non certo atti a fluidificare il traffico. Rassegnazione nel non avere più uffici Postali, rassegnazione, ora, nel accettare di curarsi altrove.
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