Di fatto lo strumento appena adottato
rischia di ingessare pesantemente la città – È mancato
il tempo di esaminare gli atti su cui decidere – Sarà necessario iniziare
sùbito a pensare a un nuovo e più appropriato R.U.
PISTOIA. Nella notte tra mercoledì 17 e
giovedì 18 marzo è stato approvato dal Consiglio Comunale il Regolamento
Urbanistico di Pistoia. Il MoVimento 5 Stelle ha preso una decisione a lungo
ponderata e sofferta, quella di uscire dall’aula al momento delle votazioni.
Vediamo alcuni motivi per cui non
avremmo potuto comunque esprimere un giudizio favorevole.
Il R.U. – fondamentale strumento
di governo del territorio adottato tre anni fa – deriva da un piano strutturale
vecchio di circa dieci anni e la filosofia dell’impianto generale non risponde
quindi alle attuali esigenze: si presenta privo di una visione progressista ed
innovativa e carente di scelte coraggiose e necessarie sulle energie
rinnovabili non inquinanti, sul risparmio energetico, su un’edilizia
sostenibile e non intrusiva e sulla gestione del territorio e dei beni comuni
in genere.
La sconsiderata scelta di
definire “storici” gli edifici costruiti ante ’53 ha comportato la necessità di
istituire il cosiddetto “rilievo critico”, che sarà l’unico strumento a
disposizione dei cittadini per poter intervenire su detti edifici. Ciò
implicherà un aumento di costi da parte dei proprietari che ristruttureranno,
maggior burocrazia e rischio di soggettività nell’interpretazione dei progetti
da parte dei tecnici dell’amministrazione comunale.
La creazione delle ATP (ambiti di
trasformazione puntuale) e, soprattutto, delle ACT (ambiti complessi di
trasformazione) implica la concentrazione degli indici edificatori – quello che
è rimasto dopo la vergognosa speculazione di questi anni – in poche zone del
Comune, che potranno essere oggetto di interventi di una certa entità. In tal
modo, si impedisce ai proprietari di lotti già edificati che prima risultavano
inseriti nelle zone di completamento b – adesso abolite – di eseguire
piccoli ampliamenti. Ulteriore conseguenza è quella di rendere più rari ed
improbabili gli interventi di imprese minori, evidentemente non in grado di
affrontare grandi cantieri. Infine, la creazione di queste zone comporta
interventi urbanistici anche importanti in zone vergini del territorio, con
buona pace del motto “cemento zero”.
Rimaniamo fortemente dubbiosi
circa l’utilità e la fattibilità dell’ipotizzata opera di sbarramento sul
Vincio di Brandeglio. Molte voci, anche autorevoli, si sono alzate per
criticare questa scelta e molti cittadini si sono detti preoccupati. Noi, in
quanto portavoce dei cittadini e delle loro istanze, non possiamo far finta di
niente: le recenti questioni della Repower e della mensa scolastica dovrebbero
insegnare. Non crediamo che un’opera sia giustificata solo perché ci sono i
soldi per farla.
Abbiamo però deciso di uscire al
momento della votazione. Perché?
Durante la discussione in aula,
abbiamo dimostrato che il nostro modo di fare opposizione non è strumentale, ma
consiste nel giudicare senza alcun pregiudizio ogni singolo provvedimento. In
alcuni casi, infatti, abbiamo espresso parere favorevole e motivato su
osservazioni sufficientemente analizzate e rese comprensibili. Circa la
totalità del R.U. abbiamo fatto questo ragionamento, in tutto coerente con il
nostro pensiero: perché dovremmo dare il nostro parere su un documento di tale
importanza, che non abbiamo partorito noi, ma un’altra amministrazione ed in
altri tempi? Soprattutto, perché dovremmo farlo nel momento in cui, per motivi
di tempo comprensibili ma non certo sufficienti a cambiare i fatti, non siamo
stati messi in grado di analizzare in maniera compiuta e definitiva tutte le
osservazioni (circa mille quelle sulle quali avremmo potuto esprimere un
giudizio), le cartografie, le Norme Tecniche di Attuazione, le schede ACT e ATP
ed altri documenti allegati? Tutte le osservazioni avrebbero dovuto avere la
stessa dignità ed attenzione. Ciò non è stato fatto, non per motivi
direttamente attribuibili a questa amministrazione, ma non è stato fatto. Su
questo documento non abbiamo potuto incidere come avremmo voluto e dovuto, ma
solo presentare piccoli aggiustamenti che non mutano la struttura generale del
piano.
Riteniamo cosa dovuta l’essere
cauti: chi può escludere – tra l’altro – che nel mare magnum delle
controdeduzioni formulate non ve ne siano alcune che potrebbero poggiarsi su
anacronismi normativi? Per questo non abbiamo votato questo R.U. La nostra
opzione ha anche e soprattutto una valenza politica: il voto è una cosa seria e
la fiducia deve essere meritata fino in fondo. Ricevere un avallo spurio e
privo di convinzione sarebbe stato più deleterio per l’amministrazione che
venir criticati con onestà e coerenza. Questa è la nostra visione di
opposizione, affinché non sia una finta opposizione.
Cosa ci aspettiamo?
Che si lavori fin da subito sul
nuovo Piano Strutturale e sulla rivisitazione di questo R.U.;
che si integri il censimento
degli edifici storici; che si elabori un piano per lo sviluppo di un turismo
sostenibile di qualità;
che ci si doti del piano per la
realizzazione di alloggi per l’edilizia sociale, privilegiando l’edilizia
sostenibile e prescrivendo norme per il contenimento energetico;
che si rediga il Piano delle
Funzioni;
che si lavori con solerzia al PUM
(Piano urbano della mobilità);
che si monitorino continuamente i
risultati conseguiti da questo R.U., anche previo percorsi partecipativi con la
cittadinanza; che si istituisca da subito la consulta della mobilità.
La nostra azione deve essere
letta come uno stimolo, un invito concreto e deciso verso la prosecuzione dell’opera
di coinvolgimento della cittadinanza – e dei relativi rappresentanti all’interno
delle istituzioni – nelle scelte d’interesse collettivo. Durante questo
percorso, trasparente e partecipato, daremo senza dubbio il nostro pieno
contributo.
La strada intrapresa pare essere
quella giusta, ma, nella fattispecie concreta, il risultato atteso si è rivelato
a nostro avviso ancora insufficiente. Ci auspichiamo che arrivi il momento in
cui potremo dichiarare convintamente il nostro voto favorevole ad un importante
provvedimento come quello appena approvato: ciò significherà che i cittadini e
i loro dipendenti avranno finalmente trovato il bandolo della matassa per
camminare insieme. Sarà un giorno bellissimo.
MoVimento 5 Stelle
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[Lunedì 22 aprile 2013 | 11:38 - © Quarrata/news]
Furbi i ragazzi! Perchè dovremmo votare su un provvedimento fatto ai tempi in cui non c'eravamo?, dicono. Senti che logica! Tutta la sequela di critiche al piano non bastava per votare contro? Ci voleva Grillo in persona? Abbiamo capito; alla fine i "grillini" sono come i cocomeri: verdi fuori e rossi dentro!
RispondiElimina"Abbiamo capito; alla fine i "grillini" sono come i cocomeri: verdi fuori e rossi dentro!"
RispondiEliminaMah, o codesta! Ogni giorno se ne sente una...