Verso gli scioperi-antiInvalsi di maggio: il 7 nelle
materne e nelle elementari, il 14 nelle medie e il 16 nelle superiori
PISTOIA. Aumenta di ora in ora la valanga di firme all’Appello (vedi www.cobas-scuola.it) lanciato dai Cobas contro la scuola-quiz, l’Invalsi e il Sistema di (S)valutazione. Molte migliaia di docenti della scuola e dell’Università, intellettuali, uomini e donne della cultura e delle arti, interessati alla difesa della qualità dell’istruzione pubblica – tra i/le quali Moni Ovadia, Luciano Canfora, Pietro Barcellona, Romano Luperini, Donatella Della Porta, Angelo D’Orsi, Maria Grazia Campari, Cesare Bermani – lo hanno già sottoscritto.
PISTOIA. Aumenta di ora in ora la valanga di firme all’Appello (vedi www.cobas-scuola.it) lanciato dai Cobas contro la scuola-quiz, l’Invalsi e il Sistema di (S)valutazione. Molte migliaia di docenti della scuola e dell’Università, intellettuali, uomini e donne della cultura e delle arti, interessati alla difesa della qualità dell’istruzione pubblica – tra i/le quali Moni Ovadia, Luciano Canfora, Pietro Barcellona, Romano Luperini, Donatella Della Porta, Angelo D’Orsi, Maria Grazia Campari, Cesare Bermani – lo hanno già sottoscritto.
Nell’Appello si sottolinea che “i
quiz standardizzati avviliscono il ruolo dei docenti e della didattica,
abbassando gravemente la qualità della scuola” e che “l’inserimento di questa
tipologia di prova in modo martellante, e collegato alla valutazione dell’efficacia
della scuola, spinge i docenti ad abdicare alla loro primaria funzione
intellettuale e a piegarsi all’addestramento ai quiz”.
L’Appello invita a lottare contro
la scuola-quiz e contro i test Invalsi perché annullano “le soggettività
coinvolte nell’atto pedagogico: ad uno studente privo di pensiero critico
corrisponde un docente trasformato in tabulatore sempre più lontano dall’autonomia
e dalla libertà d’insegnamento”; e perché “l’impostazione standardizzata è
assolutamente inadeguata a rilevare il grado di preparazione di uno studente,
di un aspirante docente, di un aspirante studente universitario, né tanto meno
è in grado di dare indicazioni serie sull’efficacia di un docente o di un’istituzione
scolastica; non è pensabile che in base a queste prove sia possibile per un
docente, per una scuola, per il sistema scolastico generale ottenere
indicazioni serie di miglioramento”.
L’Appello sottolinea anche quali
interessi esterni alla scuola, da parte del sistema economico e politico
dominante, spingano “affinché la scuola italiana si adegui alle esigenze del
sistema produttivo, che non è interessato a che la scuola miri alla formazione
complessiva dei futuri cittadini, ma vuole che addestri una forza lavoro in
possesso di competenze generiche e flessibili, capaci di adattarsi alla condizione
di precarietà endemica che li aspetta nel mondo del lavoro.
Ecco perché i quiz, spesso
demenziali, si rivelano pericolosissimi per la libertà d’insegnamento, per la
trasmissione del nostro patrimonio culturale alle future generazioni e per la
funzione sociale che la scuola italiana fino ad oggi (anche se con molte
lacune) ha svolto”. “Pertanto noi uomini e donne di cultura, noi che lavoriamo
nei sistemi di istruzione ai vari livelli, noi cittadini sensibili alla
funzione decisiva della scuola pubblica nella formazione complessiva dello
studente quale futuro cittadino – conclude l’Appello – dichiariamo la nostra
ferma contrarietà ai test/quiz standardizzati e all’uso dell’Invalsi come
strumento di valutazione dell’istruzione pubblica.
E chiediamo ai docenti, agli
studenti e a tutti i cittadini interessati a difendere e a migliorare la scuola
pubblica di aiutarci a fermare la scuola quiz, il Sistema di (s)valutazione
basato sui test Invalsi, l’uso di indovinelli per imporre una scuola miseria,
degradata e impoverita per lasciare il posto alla scuola privata e alla
mercificazione dell’istruzione e della cultura”. Ricordiamo che, proprio con
questi obiettivi, i Cobas hanno convocato lo sciopero generale della scuola il
7 maggio nelle materne e nelle elementari, il 14 nelle medie e il 16 nelle
superiori.
Lo sciopero è anche indetto per
restituire a docenti ed Ata il salario rubato con il blocco dei contratti e
degli scatti di anzianità; per impedire la deportazione dei docenti “inidonei”
e l’espulsione degli Ata precari; per l’assunzione dei precari su tutti i posti
disponibili; per dire NO alle prove selettive per entrare a scuola e alle
classi-pollaio; per eliminare il monopolio della Casta dei sindacati di Stato
ed esigere il diritto di assemblea e di contrattazione per tutti/e.
Nelle giornate del 7 e del 16
maggio si svolgeranno manifestazioni ed iniziative cittadine e provinciali.
Cobas-Comitati di Base della Scuola
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[Domenica 21 aprile 2013 | 17:04 - © Quarrata/news]
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