di LUIGI SCARDIGLI
Problemi infiniti
e dubbi profondi sul tema della “eccellenza”
PISTOIA. Roberto Bartoli e i suoi seguaci continuano a non mollare
la presa. E fanno bene, perché il funerale
del Pd non dovrebbe tardare ancora molto a venir celebrato e visto che le
ceneri, sparse, saranno raccolte un po’ ovunque da molti, ma raccolte e
ordinate da pochi, in attesa dalla fine,
l’Associazione apartitica, ma maledettamente politica, Comunità e Territorio guarda, con accorta lungimiranza, oltre e
tesse, con apparente distacco, le fila della renaissance.
Hanno
parlato di molte cose, ieri sera, al Funaro, Maurizio Fioravanti, Presidente
Pin Prato, Enrico Banchelli, Direttore Pin, Alessandro Pagnini, Presidente
Uniser Pistoia, Francesco Ferrini (l’unico che manca nella foto, ma è colpa
sua, anzi, di Italo e dei suoi ritardi)
e Daniela Belliti, vice Sindaco di Pistoia, men di quello che ho accennato all’inizio,
ma è questa la sostanza, apartitica, ma politica, della neonata associazione culturale
che dopo il battesimo informale alla libreria Lo Spazio, ha inaugurato ieri sera, con un incontro Quale futuro per l’Università a Pistoia
la sua lunga tournée di incontri e dibattiti.
E la
parola più usata dai vari relatori e da alcuni degli astanti che sono
intervenuti per aprire un piacevolissimo confronto è stata eccellenza, usata senza alcun riferimento clericale e senza
indigesta sudditanza, ma proprio nella sua accezione più forbita, quella della
qualità superiore.
Lo hanno
fatto affrontando, da più angolature, la tematica, che a me non pare avere
questa grande urgenza, del polo universitario pistoiese. Un’analisi profonda,
supportata da riferimenti organici e disorganici, con una vista sull’orizzonte
delle opportunità: si è parlato di dislocazione, di un polo universitario
policentrico e delle possibilità, immediate e future, in entrata e in uscita,
di un centro universitario pistoiese profondamente legato e collegato al
territorio e non una semplice una succursale fiorentina buona, soprattutto, per
decongestionare la mastodontica affluenza degli utenti che si registra nel capoluogo.
Vero ed
apprezzabile tutto e da ogni punto di vista, ma è a proposito del termine eccellenza, che sa di superlativo
assoluto, che forse occorrerebbe fare delle riflessioni più antiche, che sono
quelle sulle quali si guarda al futuro.
L’eccellenza
non si pianifica; all’eccellenza si offrono le possibilità per potersi
esprimere, ma senza alcuna garanzia, senza la minima certezza. E l’eccellenza,
che appartiene a pochi, non certo alla massa, ringraziando il cielo, si
costruisce nel tempo, iniziando dalle fondamenta.
Bene,
invito i professori intervenuti ieri sera all’incontro, accompagnati dal vice
Sindaco, a fare un giro nelle scuole dell’obbligo pistoiese, prendendo, proprio
da Firenze, da dove ci si vorrebbe definitivamente affrancare, uno dei treni
che collega i due estremi della città metropolitana, e a andare a scambiare due
chiacchiere con i giovanissimi e giovani utenti e con il corpo insegnante che
li sta catapultando nel futuro. Non sarebbe necessario visitarli tutti, gli
Istituti scolastici, per giungere all’inevitabile conclusione che se qualcuno
dovesse anche solo riuscire ad emergere dall’anonimato selvaggio, sarebbe già
un risultato considerevole.
Pur senza
eccellere.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 19 aprile 2013 | 09:27 - © Quarrata/news]
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