di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. A me non piacciono, affatto, ma questo non vuol dire
assolutamente nulla. E poi, il concerto dei Parenthetical
girls, ieri sera al Pianeta Melos, altra tappa poliedrica del percorso
cittadino ideato dall’Atp e patrocinato dalla Fondazione Caripit, dalla Regione
Toscana, dal Comune di Pistoia e con il contributo Unicoop di Pistoia, ha
sortito l’effetto delle aspettative: allargare la città, spiazzando l’epicentrismo
della Sala.
Non
gradisco il pop sperimentale, perché non gradisco gli effetti scenici, in
musica, che spesso sovrastano il suond, fino a renderlo secondario, subalterno
alle immagini e il quartetto statunitense, di Portland, li adora, in questo mix
tra dark ed emo che non riesce proprio a scalfire la mia sensibilità.
Però la
sala dell’ex centro di Quartiere, che uno staff di persone sta cercando di
trasformare – e sono convinto che ci riesca –, era piena e tutti quelli che la
popolavano sorridevano alla stravaganza di Zac Pennington, un giovanissimo
personaggio di questa musica che sta raccogliendo plausi ed incoraggiamenti
cosmici. Con la sua voce sillabica, monocorde, che nasce da un diaframma tenuto
rigorosamente esteso grazie ad un portamento ingessato, ma assurdo che incappa
ed inciampa in vari contrordine classici: abbandonare il palco, uscire dal cono
di luce dei riflettori, cercare il contatto con il pubblico, invadendolo.
Operazione riuscita.
Torniamo
al Melos, però. In sala, al di là del naturale pubblico degli appassionati,
guidati dal folletto per eccellenza, Lorenzo Maffucci (adoro la sua indole
seraficamente anfetaminica), c’erano anche musicisti di ben altra estrazione,
un’Elena Becheri poco assessore e molto sprit’z
e un ringiovanito Giovanni Tafuro, che inizia a scaldare i motori per la nuova
scommessa di piazza del Duomo, quella del 34esimo Festival Blues.
È
sintomatico – e a mio presuntuosissimo parere –, fondamentale , che le forze
terminali della città si ritrovino a convivio e strategizzino il piano d’attacco
alla città: Pistoia è nostra, non solo come contribuenti, ma anche e
soprattutto come fruitori di informazioni e suggeritori di formazione.
Infanzia
e città, questa risposta energica che Pistoia sta dando a chi ha creduto che
rispetto alla Toscana, la nostra Provincia meritasse un plauso maggiore tanto
da indurre la Regione ad incrementare, considerevolmente, lo stanziamento, è un
buon viatico, iniziato con La Commedia
di Emio Greco e Pieter Scholten e che, dopo aver dato albergo ai Parenthetical girls si ritroverà, domani
sera, al teatro Bolognini, con Perdere la
faccia, di Daniele Ciprì.
Salite in
carrozza, diamine, il viaggio è solo all’inizio.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 25 aprile 2013 | 11:22 - © Quarrata/news]
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