martedì 24 dicembre 2013

POSTE CENTRALI, COME IL TERZO MONDO


di LUIGI SCARDIGLI

Un disservizio imbarazzante che avremmo voluto esporre al Direttore: ma non ci ha ricevuto

PISTOIA. Il Sindaco e quelli della Giunta, alle Poste, ci devono andare di rado, molto di rado. Perché se uno di loro fosse stato presente, ieri pomeriggio, lunedì 23 dicembre, negli uffici della Sede centrale di via Roma, di questa Pistoia ne sarebbe stato certamente meno fiero di quanto si voglia far credere.

Su undici sportelli, aperti ce ne erano solo cinque e lunedì 23 dicembre, a due giorni dal Natale e alla vigilia di due giorni di serrata, con le cartelle esattoriali che arrivano rapaci nelle buche delle lettere dei pistoiesi e che soffrono di fulminee scadenze, non ci sarebbe voluto certo un manager di comprovate capacità organizzative per capire che il servizio, anziché ridotto, doveva essere rafforzato.
Dopo oltre mezz’ora di attesa, però, visto il serpeggiante malcontento che regnava nel salone tra le decine di utenti in attesa del proprio turno, tenuto a freno non dalla certosina e religiosa pazienza dei presenti, ma dalla loro storica incapacità di esigere servizi all’altezza di situazioni europee, ci siamo permessi il lusso di auto eleggerci masaniello e chiedere, ad una delle impiegate, se potessimo esporre il disagio, evidente, tangibile ed imbarazzante, al fine di alleviarlo, al direttore o a un responsabile.
«Il direttore (Galassi) è impegnato al telefono, al momento non può scendere» ci è stato risposto. Trascorsi quindici minuti ed immaginando che la conversazione per le vie brevi fosse ormai terminata, siamo nuovamente tornati alla carica.
«Il direttore mi ha detto che non può rilasciare interviste: se credete, potete lasciarmi voi un vostro recapito telefonico e sarete contattati dal nostro referente», ha ribadito la solerte responsabile di sala, che ha preferito non farsi immortalare dalla nostra digitale (peccato, è anche gradevole!).
Nessun problema a lasciare il numero dei nostri cellulari, ma non avrebbe avuto alcun senso e allora non c’è restato altro da fare che aspettare ancora 40 minuti perché il display luminoso segnalasse il numero, preceduto da una lettera, di cui possedevamo il ticket corrispondente estratto dall’apposita macchina distributrice posta all’ingresso ed eseguire finalmente il pagamento del bollettino ricevuto a casa.
Un’operazione durata non oltre i trenta secondi e per la cui effettuazione abbiamo atteso 90 minuti!
Ci permettiamo il lusso di suggerire alcune strategie commerciali: se ogni postazione fosse in grado di adempiere a tutti i servizi (non saranno migliaia e nessuno di questi avrà bisogno di neurochirurghi, per essere espletati), i numeri in sequenza sui display sarebbero semplicemente progressivi, evitando così ad alcuni utenti il danno di attese bibliche e la beffa di venir scavalcati da concittadini che vantano la semplice e casuale fortuna di essere in possesso, in quel frangente, della lettera più estratta.
Già che ci siete, poi, qualche dirigente, prima di mandarlo a casa, fatelo ripassare dagli sportelli, ma non a ritirare la buonuscita: fategli vedere come si lavora!
In Italia è troppo difficile essere logici?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 24 dicembre 2013 | 00:53 - © Quarrata/news]

14 commenti:

  1. Ma cos'è un nuovo sport quello di mettere Sindaco e Giunta a capo di ogni disservizio compresi quelli non comunali? Più giornalismo e meno populismo. Per favore.

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  2. Ha ragione, Sig. Benedetti: non è giusto addebitare a Sindaco e Giunta tutte le magagne della Città e la vergogna del servizio postale. Il "suo" Sindaco e la "sua" giunta sono Settegiorni su sette ( mi capisce, vero?) soverchiate dal loro autoverbalismo inconcludente. Comunque"Pistoia informa" potrebbe informare il Sindaco sulla vergogna che in Via Roma e sul Viale Adua quotidianamente si perpetua nel servizio postale a danno dei cittadini pistoiesi i quali, non dovendo disturbare il suo Sindaco e la sua Giunta per queste sciocchezze, potrebbero rivolgersi al Sig. Populismo. Chissà, è solo una proposta....

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  3. Stamattina sono stato all'Inps. Ha funzionato tutto alla perfezione. C'era poca gente. E l'addetta è stata gentile. Merito del Sindaco e della Giunta?

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    1. No. Forse solo perché l'Inps è lontana dal comune...

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  4. Sig. Populista Bonacchi. Lo sa vero che alle Poste la gente prende quattro biglietti (A, C, E, P) per cercare di fare prima, ostacolando invece il normale svolgimento delle procedure di chiamata? Glielo dico per esperienza diretta, perché dovendo spedire dei pacchi e prendendo il biglietto P molte volte devo aspettare che qualche "mio" concittadino "non" si faccia avanti perché nel frattempo è stato servito da qualche altro sportello. Il "mio" sindaco potrebbe mandare un suo assessore a controllare che i "suoi" cittadini si comportino da persone educate? Certo che si, questo è quello che dovrebbe fare secondo "Lei". Mi dispiace ma sull'educazione delle persone neanche "Pistoiainforma" può fare nulla, neanche segnalare la questione. Credo che sia irrimediabile. Ma tanto la colpa è del sindaco, così "Lei", si salva la coscienza e fa la figura dell'intelligente.

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  5. Sig. Nilo Benedetti, ma per prendere in questo modo le difese di Bertinelli, l'hanno assunta nel suo ufficio stampa o come avvocato a difesa della sua immagine? Per una difesa così accanita, sicuramente deve aver ricevuto significativi favori, altrimenti lasci che Bertinelli si difenda da se, non gli mancano certo i mezzi e che telefoni lui, al quale non si può rifiutare di rispondere al direttore delle poste di Pistoia. Bertinelli non si interessa dei cittadini che fanno estenuanti file alle Poste, se ne frega altamente e firma dei patti territoriali per la chiusura dell'ospedale di San Marcello Pistoiese, lui che è il presidente della Conferenza dei sindaci; non spende una parola per la Montagna – lui si interessa al massimo di quello che succede fina a Capostrada e non oltre - ormai saccheggiata e senza la possibilità di rialzare la testa dal PD di Vannino Chiti, - quello che promuove e appoggia quei vergognosi decreti per l'ulteriore divulgazione delle slot machine, sicuramente nell'interesse suo e delle lobbies che lo sostengono - e dalla cricca del PD della Montagna capeggiata da Venturi.
    Bertinelli, non si è mai dissociato da chi, prima nel PCI migrato nei vari passaggi fino al PD, per 30 anni ha governato la defunta Comunità Montana Appennino Pistoiese è non si è mai accorto che venivano rubati sacchi di soldi.
    Passano gli anni, ma per ogni periodo, per chi cresce da quella ceppa, ci sono sempre dei Primo Greganti.
    Sig. Nilo Benedetti, ci dica qualcosa anche in merito a questi fatti, perché credo che Lei sia ben informato su questi personaggi e forse anche su altri che sono altrettanto potenti, ma restano nel melmoso stagno della politica degli affari Pistoiese, che, come le rane riparate dalle erbacce, - i fruitori dei favori - stanno ad osservare e a tirare le fila.
    Non mi dia del populista ma risponda per favore sui fatti.

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  6. Sig. Il Montanaro (Il nome, Montanaro cognome?), non sono informato sui fatti per cui non le posso dire niente. Il problema, a mio avviso, è che oggi, ma forse anche prima, la gente apre bocca, prende la penna o batte sui tasti, senza neanche sapere cosa ha letto o cosa ha sentito: l'importante è essere incazzati. Incazzati con qualcun altro, ben inteso. Allora una volta è il sindaco, una volta sono gli immigrati, una volta sono i cercatori di funghi, e così via. Allora, tanto per venirle in aiuto a comprendere meglio: non sto difendendo il sindaco, sto soltanto dicendo che è facile, come ho spiegato nel mio secondo commento, prendersela con qualcuno quando questo qualcuno non siamo noi (e ho fatto l'esempio del comportamento incivile che molti concittadini tengono quando fanno la fila alle poste). Allora le faccio un esempio facile così forse lo può capire: se io faccio la fila alle Poste e davanti a me ci sono (sembra che ci siano) 40 persone ad aspettare e, nel frattempo aspetto un'ora e di queste 40 persone se ne presentano tre, la colpa è del sindaco? (non sto inventando, mi è successo). Allora, vuole che le sottolinei questo esempio o lo ha capito? Per quanto riguarda le sue proteste, protesti pure, lei fa le sue io faccio le mie. Arrivederci sig.... nome e cognome?

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  7. Si rinvia a un commento, correlato a questo post, anche a questo link: http://quarratanews.blogspot.it/2013/12/pianosinatico-ecco-fatto-o-niente-di.html#comment-form

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  8. Sig Nilo Benedetti, non continui per non rispondere con la maleducazione di chi prende 3 o 4 bigliettio all'ingresso delle Poste, questa è una sua scappatoia per non rispondere al resto del mio scritto, ma nessuno l'obbliga a farlo, ma allo stesso tempo non scenda in campo a prendere quelle accorate difese. Non Le sembra un atteggiamento un pò contraddittorio? Lei sa e come se sa, sia dell'operato dei nomi indicati e dei fatti, non faccia il Greganti, se poi non può rispondere perchè non Le è permesso, sono problemi suoi.

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  9. Egr. Il Montanaro, lei mi dà delle competenze che non sapevo di avere. Forse ha sbagliato persona. Ma nel mio caso è facile informarsi, questo è il mio nome e cognome. Lei invece, come i massoni e i vigliacchi, si nasconde dietro un cappuccio...

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    1. Intervengo, mio malgrado, d’autorità sulla risposta di Benedetti al Montanaro.
      Ci entro soprattutto perché giudico che il qualificativo “vigliacchi”, aggettivo non proprio di significato positivo, oltrepassi abbondantemente il limite della continenza verbale.
      Sarebbe ammissibile in una diatriba da non addetti ai lavori: ma Benedetti, se non sbaglio, ha lavorato sulla stampa, tant’è che risulta “giornalista pubblicista” dal 26 settembre 1991, cioè da oltre 20 anni.
      Ora, proprio per questo, “deve” comunque sapere che nella comunicazione c’è una regola grazie alla quale nessuno è tenuto a declinare – come alla polizia – le proprie generalità: e per i più disparati motivi che non starò qui a elencare.
      Perciò, se passo tranquillamente e senza tremori il termine “massoni”, molto meno favorevole sono all’altro: per il quale vedrei bene un gesto quasi dovuto di rettifica e di scuse da parte di chi le leggi e le consuetudini della stampa dovrebbe, per professione, conoscerle.
      Ad ogni buon conto, se dovesse ricapitare qualcosa di simile – e non solo con Benedetti, ma con qualsiasi altro commentatore –, non esiterò a sforbiciare e cestinare le risposte e gli interventi – come si dice – «a cuor leggero».
      Che sia chiaro una volta per tutte e per tutti.
      Grazie.

      Edoardo Bianchini

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  10. Egregio Signore, questo ulteriore commento non per avere l'ultima parola ma solo per esprimerLe garbatamente il mio dissenso alle espressioni offensive nei miei confronti, tanto più essendo Lei, come leggo nei commenti un addetto al mestiere della informazione. Se non posso certificarmi con nome e cognome, che il Prof. Bianchini conosce, è perchè non posso permettermelo. Lavoro in un ente dove i "dissidenti" di pensiero omologato non sono ben accetti. Anche questo è il frutto di quella "democrazia" che Vannino Chiti ben rappresenta e che Lei così apertamente difende; tutti gli altri sono "imbecilli". Mettiamola così: se Monti, la Fornero e Letta non mi avessero messo nella condizione di vedere la pensione come un miraggio e se non avessi da mantenere la mia Famiglia decorosamente senza paura di mobbing sotterraneo ed impalpabile, ma reale, potrei permettermi il lusso di firmare con nome e cognome. Lei evidentemente può permetterselo perchè probabilmente fa parte di quel circuito ( Settegiorni?) che campa con denaro pubblico e che "sa come fare". Sono un settimo livello: se mi assume o mi fa assumere, diventerò coraggioso anch'io. Fine, con Lei, della discussione.

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    1. Non sapevo della sua difficile situazione lavorativa. Mi dispiace. Troverà sicuramente appoggio in altri che come lei si trovano nella sua stessa situazione: penso per esempio alle Pussy Riot o ai gay che quotidianamente in Russia vengono bastonati. A parte gli scherzi, io che sono persona gentile ed educata, mi scuso con Lei per averle dato del vigliacco. Altri al mio posto avrebbero fatto lo stesso.

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  11. Gentile Bianchini, lei è stato anche fin troppo cortese nei miei confronti. Poteva benissimo sforbiciare, adesso il suo blog è una testata giornalistica, con tanto di gerenza. Nella quale non mi sembra ci sia un giornalista denominato "Il Montanaro", il quale, commenta come me, liberamente come me, le cose che vengono scritte su questo blog giornalistico. Il mio primo commento, forse un po' paternalistico ("Meno populismo e più giornalismo"), era rivolto alla moda, che ritrovo un po' anche sul suo blog, di accusare, specialmente sindaco e giunta, di qualunque nefandezza succeda a Pistoia. Il che da il via a tutta una serie di commenti di carattere populistico, secondo me, ma soprattutto venati da un livore che non riesco a spiegarmi. Detto questo, non mi pare di ravvedere in questo mio commento, alcunché di scendilettismo nei confronti del Sindaco e della Giunta, avendo poi portato esempi di malcostume cittadino verificabile da chiunque. Ma non sono certo io il tutore della verità assoluta: essa non esiste, né per me né per nessun altro. Però, sig. Bianchini, quando una persona si presenta di fronte a lei (incappucciata o della quale non sa nome e cognome), che cerca di far capire di saperne su di lei più di quanto invece sappia e con questo fa intendere a quanti leggono sulla sua testata giornalistica che io sarei una sorta di "Greganti" del PD pistoiese, beh, se mi permette, mi aspettavo una sorta di difesa nei miei confronti e non verso chi, in maniera vigliacca, e non mi scuso, scrive nascondendosi la faccia. Ho fatto lo sbaglio di commentare sul suo blog, pensando ci fossero persone intelligenti che lo leggessero. Dagli sbagli si impara. Lascio spazio a chi si vergogna di firmarsi. Chiudo qui la faccenda.

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