giovedì 30 maggio 2013

MANZINI, LA TOMBA RITROVATA


di MARCO FERRARI

PISTOIA. Nel pomeriggio di oggi si è tenuto, nell’auditorium Terzani della biblioteca San Giorgio di Pistoia, un incontro letterario dedicato ad una famosa autrice Pistoiese del ’900: Gianna Manzini
Maurizio Tuci ha svelato i retroscena della visita effettuata dalla scrittrice sulla tomba di suo padre Giuseppe, morto nel lontano 1925 dopo un anno di confino passato sull’Appennino Pistoiese nel borgo di Cutigliano.
La tomba visitata, si è appreso da Tuci, che accompagnò la scrittrice sul luogo, era falsa, costruita pochi giorni prima della visita e voluta appositamente per l’occasione dall’allora sindaco di Cutigliano Braccesi.
Una maniera facile e indolore per nascondere una realtà del tutto normale: il luogo di sepoltura non esisteva più e le povere ossa del Manzini erano state da tempo rimosse e gettate nell’ossario comune. Una bugia e un inganno fatti forse a fin di bene e con un sentimento di pietas, ma che porta con sé anche la meschinità delle azioni degli uomini politici capaci di prendersi gioco delle persone fin nei sentimenti più intimi come il ricordo dei propri cari.
Dopo la visita e in breve tempo Gianna Manzini dette alla luce il romanzo più rappresentativo di tutta la sua opera dedicato a suo padre: “Ritratto in piedi”. Questa la descrizione della visita dell’autrice riportata nel romanzo:
“[…] Per raggiungere l’affabile cimitero di Cutigliano, nella montagna pistoiese, dove lui trascorse gli ultimi anni del suo confino politico, mi ero incamminata lungo la strada di San Vito; e stentavo a riconoscere la passeggiata che dalla splendida piazzetta conduce, fiancheggiata da generosi castagni, al belvedere in faccia alla vallata. […] Ce ne saranno state di lapidi, lì dentro? Tante. Ma così nuda, nome cognome, data di nascita e di morte non poteva essere che la sua. Tenni sollevate alcune fronde; le girai in modo che non ricadessero in avanti. Il sole del tramonto le toccò e le schiarì. Passai la manica sul marmo per pulirlo. Giuseppe Mazzini 1872 – 1925. Giuseppe Manzini. Lui. Un Uomo. Mio padre. In quel momento sapevo che era esistito (una vita piena di significato, oltre che di avvenimenti importanti), che era il mio babbo, e che era morto da tanti anni. Non dolore adesso. Sbigottimento. […]”
La descrizione della tomba riportata nel romanzo e il racconto della visita fatto dal Tuci, ricca di particolari con perfino la collocazione della falsa tomba, posta sull’ultimo gradone, quello più a valle, del vecchio cimitero, contrastano con la stele, tuttora presente e riportata in fotografia nel breve post di stamani mattina “Un anarchico e sua figlia”, collocata non in fondo, ma quasi all’inizio del cimitero vecchio. Una stele in pietra e non in marmo con solo la data di morte e non quella di nascita.
È forse questa la tomba vera o quello che ne resta dell’anarchico Pistoiese? Sicuramente non è quella falsa fatta costruire dal Sindaco di allora per la scrittrice.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 30 maggio 2013 | 22:25 - © Quarrata/news]

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