di LORENZO CRISTOFANI
Una lodevole iniziativa spontanea di Guido
Pasquetti
PISTOIA. La primavera, nel Quartiere
di Porta San Marco, sembra che sia iniziata nel modo migliore possibile,
portando quasi per magia, nel ventre
della città, un piccolo museo etnografico di oggetti della vita quotidiana
di una volta.
Si tratta di una spontanea iniziativa
di Guido Pasquetti, appassionato collezionista di strumenti legati ai
tradizionali stili di vita di artigiani e contadini di qualche generazione
indietro.
L’esposizione è raccolta in un
piccolo capannone all’angolo tra via Cavallerizza (numero 2) e via Di Mezzo,
cinquanta metri da piazza San Lorenzo, di fronte alla scuola elementare Attilio
Frosini e sull’angolo opposto di quello che una volta ospitava il magazzino
della Gennì.
Già la Gennì. Quanti ricordi, per i
giovani di ieri che, inconsapevoli testimoni di una cultura del riciclo ante litteram, portavano per poche lire
gli oggetti di casa a questa storica figura sammarchina...
Ma il museo etnografico, che Guido
Pasquetti tiene regolarmente aperto il sabato e la domenica, o su prenotazione (ilpassatochevive@virgilio.it
cell. 346 1279710) anche durante la settimana, costituisce in realtà un
patrimonio da trasmettere e una straordinaria scuola di apprendimento pratico
di discipline tecniche.
Si può infatti osservare la cassetta
per il soccorso da infortuni causati da apparecchiature elettriche; c’è la
possibilità di conoscere la comoda, con una relativa spiegazione del sistema
di smaltimento dei rifiuti corporei al tempo in cui non c’erano le fogne o la
fossa tricamerale.
Non mancano gli antichi mezzi di
trasmissione del moto, dalle piccole macchine utensili d’officina, alle
apparecchiature per la filatura e tessitura. E poi tutti quei nomi di cose antiche della sfera intima e
domestica che per i giovani di oggi sono totolamente sconosciuti.
La collezione di via Cavallerizza
rappresenta in definitiva una proposta educativa perfetta per i percorsi
didattici delle scuole cittadine, da valorizzare e magari inserire in qualche
modo nell’offerta museale della città.
Da voci carbonare di palazzo si sa che
un paio d’anni fa era stata presentata agli uffici competenti la proposta di
allestire la collezione nei ben più ampi locali dei magazzini del Valiani (via
Cavour e via Carducci ), oggi vuoti: il cambio di destinazione d’uso (da
ristorazione o parcheggio [?] a museale) non venne mai concesso dall’allora
assessore all’urbanistica (selvaggia e improvvisata) Silvia Ginanni, testimonial
della Cementir a
Pistoia, troppo impegnata, evidentemente, ‘a far danni’ in tutto il comune per poter
favorire invece una possibilità di arricchimento e sviluppo generale per la
nostra città.
Nonostante questo, anche se non tutti
i pezzi teoricamente disponibili hanno spazio nel locale di San Marco, il museo
etnografico è oggi fruibile.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 21 maggio 2013 | 20:31 - © Quarrata/news]
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