MONTALE-PIANA. Livio Giannotti, A.D. di Quadrifoglio Spa del Comune di Firenze (in
un’intervista pubblicata sulle pagine di Agliana del giornale La Nazione),
alla domanda “Cosa risponde alla contestazione dei Circoli Sel della piana
riguardo al conferimento in deroga, dei rifiuti del Comune di Firenze, nell’Ato
Toscana Costa, con contributo regionale, quindi con costi ripartiti fra tutti i
cittadini toscani”, ha risposto: “Che non è vero. Non c’è nessuna
deroga, perché la legge consente lo smaltimento nel territorio regionale. E non
ci sono contributi regionali, i costi ricadono solo sugli utenti della società
Quadrifoglio”.
Risposta:
La legislazione nazionale (legge
Ronchi) dice che deve essere realizzata “l’autosufficienza nello smaltimento
dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali”. La “legge
Ronchi” ha consentito anche uno smaltimento dei rifiuti urbani nell’ambito di
ogni regione, ma questa possibilità non dovrebbe essere in conflitto con questa
precisa indicazione stabilita nell’art. 5.
Invece, da molti anni, c’è un
accordo tra le Province di Firenze, Prato e l’Ato Toscana costa, condiviso
dalla Regione Toscana che dice: “nel quinquennio 2010-2014 confluirà
complessivamente presso l’Ato Toscana costa un totale di 590.000 tonnellate,
pari al 16% della totalità dei rifiuti prodotti nei prossimi cinque anni nell’Ato
Toscana Centro. La Regione contribuirà all’accordo tramite risorse
economiche proprie in modo che gli elevati costi dello smaltimento fuori ambito
non ricadano sulle tariffe dei cittadini e delle imprese.”. Da
Greenreport.it del 30 dicembre 2010.
Su: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=10843&lang=it
del 16 giugno 2011 sta scritto: “Questo accordo interprovinciale per il
conferimento dei rifiuti per il 2011-2014 è stato siglato, alla presenza della
Regione, con la precisa clausola che l’Ato Centro rinuncia a ben 9 milioni
di euro di contributi che saranno girati all’Ato Costa come indennizzo per lo
smaltimento i rifiuti fiorentini e pratesi”.
Chiarito questo, i Comuni di
Montale, Agliana, Quarrata (proprietari del Cis), anche a mio parere non devono
venir meno all’impegno scritto nel Protocollo d’intesa del 31 gennaio 2007
(quello che ha sostanzialmente fatto rinunciare alla costruzione di un nuovo
inceneritore nell’area del Calice, in località Pantanelle a confine con Agliana
in cambio di un utilizzo degli impianti pubblici collocati nell’Ato nel senso
che “tutti i Comuni devono essere soci e nessuno cliente”): quell’impegno può
essere mantenuto, ma a condizione che su eventuali scelte di ulteriore
potenziamento dell’inceneritore di Montale il potere decisionale deve rimanere solo
ai Comuni che hanno costruito quell’inceneritore.
Il perché è semplice: sono i
cittadini residenti in questi Comuni che subiscono, da 35 anni, la maggior
parte dell’inquinamento derivante da quell’inceneritore e non possono accettare
che sia allontanata dal loro territorio la sede dove si deciderà il futuro di
quell’inceneritore.
Se l’inceneritore di Montale non
sarà potenziato è ovvio che, avendo una potenzialità “economicamente
sottodimensionata” per poter chiudere i bilanci in pareggio, dovrà essere
utilizzato solo per alcuni anni per contribuire ad evitare che nell’Ato Toscana
Centro si creino situazioni di “emergenza rifiuti” (con la scelta della
raccolta differenziata porta a porta, i Comuni di Agliana Montale Quarrata porteranno
a quell’inceneritore circa 20 T/giorno – invece delle 80 T/giorno dei decenni passati – e di conseguenza, per alcuni anni, potranno essere
portati in quell’inceneritore circa 130 T/giorno provenienti da altri Comuni
collocati nell’Ato Toscana Centro).
Se invece l’inceneritore di
Montale dovesse essere potenziato (dalle attuali 150 T/g a 225 T/g, o anche di
più) diventerebbe certo che continuerà la propria attività inquinante per
almeno altri 30 anni e questo, a mio parere, i cittadini di Montale, Agliana,
Quarrata e anche Montemurlo – che piaccia o
no a Giannotti – non possono consentirlo.
Se Giannotti vuole questa “resa”
dei Comuni di Montale, Agliana, Quarrata, allora sarebbe meglio far saltare
quel Protocollo d’intesa del 2007: se l’inceneritore di Montale non avrà più i
rifiuti per le proprie potenzialità, fallirebbe e di conseguenza le 20 T/g di
Montale, Agliana Quarrata andranno in qualche altro impianto della Toscana.
In questo caso ci sarebbero altre
150 T/giorno che non trovano più una destinazione impiantistica nell’Ato
Toscana Centro: se è questo che vuole Giannotti, prosegua pure con le sue
arroganti pretese.
Giuliano Ciampolini
dell’Assemblea federale di Sel-Pistoia
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[Giovedì 30 maggio 2013 | 21:26 -
© Quarrata/news]
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