martedì 21 maggio 2013

MAESTRI SCONOSCIUTI O VOLUTAMENTE DIMENTICATI?


di Paolo Caselli [*]

È USCITO da poco, edito da Feltrinelli, introdotto da Massimo Cacciari, il volume Gesù Cristo e il Cristianesimo di Piero Martinetti, uno dei più eminenti ed originali filosofi del ’900, ordinario di filosofia teoretica all’università di Milano, dalla quale fu pensionato nel 1931 per non aver prestato giuramento di fedeltà al fascismo insieme ad altri 11 (!) professori ordinari, (su un totale di 1220!) e fra questi fu esonerato anche don Ernesto Buonaiuti, Ordinario di storia del Cristianesimo alla Sapienza di Roma.
Un forte legame esisteva fra i due, se è vero che già nel 1926 il Martinetti aveva fortemente voluto la partecipazione del Buonaiuti quale relatore al VI congresso nazionale di filosofia a Milano e non quella di padre Agostino Gemelli.

«GUAI A VOI QUANDO TUTTI GLI UOMINI DIRANNO BENE DI VOI!»

Caro Paolo,
ci siamo conosciuti al Forteguerri e siamo stati – e tuttora siamo – amici, a distanza di mezzo secolo. Tu con la tua ispirazione cristiana, io con la mia laica. Ma una cosa ci accomuna: il fatto che né tu né io abbiamo fatto carriera o abbiamo ceduto alle tentazioni dell’opportunismo.
Continuiamo a fare così, per carità!
Questa città è piena di gente di cui gli uomini dicono bene: di gente che – mentre noi apparteniamo agli 11 che non prestarono giuramento – si confonde nella massa dei restanti 1209 che non solo piegarono la testa, ma perfino baciarono i piedi e leccarono da mattina a sera.
Oggi il regime è altro, perché i regimi si trasformano come i virus: i leccapiedi, invece, gli stessi.
Manovrano quattrini e potere e, ad ogni età, anche se ultraottuagenari, credono di essere eterni e pensano, durante un funerale, «Un altro che se ne va»: poi tornano a mestare rimuginando fra sé e sé «Tanto a me non tocca».
A me scappa da ridere – credo – come a te.
Le onde degli opportunisti si susseguono, una dietro l’altra, come quelle di Viareggio. E tutti scompaiono.
Alla fine cosa si porteranno nella tomba? I quattrini, i successi e gli elogi di tutti?
Ma io sono convinto – e credo che lo creda anche tu – che sia meglio appartenere agli 11 epurati che non ai restanti 1209 privilegiati…
Un abbraccio,
Edoardo
Per tale motivo dopo solo due giorni il congresso fu sospeso dal rettore dell’università e dal questore di Milano. Il rifiuto del giuramento di fedeltà al fascismo, come del resto da parte di don Ernesto Buonaiuti, fu motivato con questa lettera al Ministro dell’educazione nazionale Balbino Giuliano: “Sono addolorato di non poter rispondere con un atto di obbedienza. Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto quattro anni orsono, perché esso vincolava solo la mia condotta di funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza. Ho sempre diretto la mia attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza e non ho mai preso in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste esigenze a direttive di qualsivoglia altro genere. Così ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l’uomo può avere nella vita è la propria coscienza, e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora, col giuramento che mi è richiesto io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a smentire con esse tutta la mia vita; l’ E.V. riconoscerà che questo non è possibile”.
Ed ancora scriveva ad un amico: “ Io non ho voluto giurare (e così credo molti degli undici) per un motivo religioso, per non subordinare le cose di Dio alle cose della terra: dove sta per andare il rispetto della coscienza? Ciò è triste e annuncia oscuramente un avvenire triste per tutti, anche per i persecutori”. Parole profetiche.
Fra i moltissimi professori ordinari che prestarono giuramento al fascismo, ve ne erano numerosi, di varie tendenze ideologiche e religiose, che l’agiografia ufficiale avrebbe successivamente esaltato, ovviamente dopo la caduta del fascismo, per i loro meriti sociali, politici, evangelici. Mi sono sempre chiesto se, al di là dei loro reali o presunti meriti, questi personaggi abbiano comunque fatto prevalere, nei momenti delle scelte ineludibili, motivi di opportunismo piuttosto che di coerenza.
È pur vero che la coerenza è una virtù estremamente difficile da mettere in pratica , ma è anche certo che il “fare del bene” può alle volte essere espressione di opportunismo, spirituale, nel sentirsi in pace con se stessi, di fronte agli altri ed a Dio, come il fariseo nella parabola evangelica, ed anche materiale, nell’ottenere vantaggi personali, sia economici che sociali: ma “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi!”.
Ora io non intendo mettere in dubbio la storia di tanti personaggi emblematici ai quali oggi facciamo riferimento come a stereotipi inattaccabili, ma mi domando, in piena libertà di coscienza, come mai tanti uomini di grande coerenza, di grande livello culturale, di grande pietà e carità, laici o cristiani che siano, siano stati posti nel dimenticatoio. E credo che tutto questo sia dovuto alla nostra cattiva coscienza, alle nostre ancestrali paure.
Sì, questi uomini, quelli del “dimenticatoio”, come il filosofo Martinetti e Don Ernesto Buonaiuti, hanno dimostrato coerenza e intransigenza nelle loro scelte, pur nel pieno rispetto delle differenze di vita e di pensiero. Noi tutti abbiamo paura di affrontare la realtà in questa dimensione e preferiamo rimuovere dalla nostra mente l’esempio di coloro che potrebbero metterci in crisi: meglio serenamente riflettere su figure agiografiche, che magari sembrano perfette, immuni da qualsiasi errore.
Coerenza, intransigenza, opportunismo: trasferiamo queste tre entità nell’attuale contesto socio-politico.
Le prime due sono svanite nel nulla, la terza è certamente trionfante. Ma sia ben chiaro che anche l’opportunista alla fine scivolerà, spinto da un altro che è più opportunista di lui e così, come in una reazione a catena, si andrà verso la caduta generale.

[*] – Ex allievo del liceo Forteguerri e medico ospedaliero

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[Martedì 21 maggio 2013 | 08:01 - © Quarrata/news]

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