La
vicenda di una via intitolatagli a Bottegone e oggi cancellata dalle mappe
stradali pistoiesi – Lettera di Giampaolo Pagliai a Enzo di Gloria, figlio del Deputato
socialista amico di Pertini
PISTOIA. Giampaolo Pagliai
scrive:
Caro
Enzo,
il
23 maggio a Lipsia numerosi capi di partiti “socialisti” dell’Europa e non solo
hanno dato l’addio all’Internazionale nel corso della celebrazione del
centocinquantesimo anniversario della fondazione del Partito Socialdemocratico
Tedesco.
Tuo
padre, nell’ormai lontano 1947, 66 anni fa, aderì alla scissione socialista di
Palazzo Barberini, la storia ha dato ragione a Giuseppe Saragat ed ai suoi
coraggiosi seguaci. Però come sempre, loro, gli unti dal Signore,
bollarono gli avversari politici come socialfascisti, socialtraditori, piselli,
traditori della classe operaia, e sì perché loro nel 1921 a Livorno promisero
agli italiani la rivoluzione sovietica, il paradiso dell’Urss, ma riuscirono
solo a favorire la nascita del fascismo;
nel dopoguerra, dall’incontro di
Salerno all’art. 7 della nostra Costituzione rimasero sempre agli ordini
dei gerarchi di Mosca, contrari a tutti i passi verso l’Europa unita ma
favorevoli a tutti i carri armati che soffocarono nel sangue l’anelito di
milioni di giovani verso la democrazia e la libertà. Basti ricordare quanto i “comunisti”
si dettero da fare, per la pace vera per impedire la collocazione, a Comiso,
dei missili che difendevano l’Europa dall’orso sovietico perché loro
partecipavano alle marce della pace per il disarmo dell’Occidente.
Nel
1989, un mese dopo il crollo del Muro di Berlino, il Pci cambiò nome, ma non
ragione sociale… Pds, Ds, Quercia, Ulivo, Pd… socialisti mai!
Dopo
le ultime elezioni politiche la cosa che mi ha più sconcertato è stato il
commento che molti esponenti “democratici” diffondevano nei bar, nelle edicole
e altrove: “Chi ha votato Berlusconi è fascista, chi ha votato è fascista, chi
non ha votato per noi è imbecille”. Non si sono ancora accorti che soltanto un
italiano su cinque ha votato per loro, loro che sono i difensori dei più
deboli, che hanno una diversità etica nel Dna, che sono gli inventori della questione
morale, che non rubano mai (guarda a Pistoia: tutti gli scandali al massimo
coinvolgono qualche socialista residuo e i tecnici), loro che non si avvarranno
mai della
prescrizione,
a meno che non la chiedano i Pm.
A
Lipsia la delegazione italiana era composta da Enrico Letta, Massimo D’Alema e
Pierluigi Bersani. Massimo D’Alema ha parlato dicendo: “Spetta a noi socialisti
essere alla testa di questa unione politica”. Massimo D’Alema, nessuno lo sa,
ma all’estero è socialista: vergogna!
Del
resto il presidente del Spd Sigmar Gabriel ha giustamente detto: “Adesso in
Italia il compromesso storico è stato realizzato all’interno del Pd”.
Pierluigi
Bersani, reduce dalla smacchiatura di giaguari, dalla rincorsa dei grilli e
dalla sbranatura di chi confonde il Monte dei Paschi con il Pd, ha firmato il
manifesto celebrativo dell’evento, e forse ha regalato ai compagni
socialdemocratici tedeschi la foto di Vasto insieme a Vendola e a Di Pietro.
Questa
lunga premessa, caro Enzo, serve per far capire meglio che la natura del Dna dei
“democratici” è prevalentemente quella comunista che sempre ha un imperativo
categorico: criminalizzare gli avversari.
Sappiano
che una grande diversità distingue i socialisti dai comunisti e dai fascisti:
la tolleranza e il rispetto dell’idea altrui.
Dal
2007 al 2012 più volte chiesi, come consigliere comunale, di intitolare una
strada a tuo padre, Lino Calogero Di Gloria, socialista, socialdemocratico,
avvocato, poeta ma soprattutto membro dell’Assemblea Costituente e galantuomo.
La
giunta comunale dell’epoca tergiversava, quando l’assessore competente (che
sarà ricordato nella storia di Pistoia per non essersi accorto che gli appalti
pubblici del Comune erano quasi sempre truccati e inoltre per la realizzazione
vergognosa e fuori norma della Porta cosiddetta Nuova) mi scrisse che la strada
prescelta per l’On. Di Gloria era a Bottegone, vicina a quelle intitolate a due
galantuomini, Francesco Toni, sindaco comunista, e Vittorio Magni, sindacalista
democristiano; feci presente che mentre gli altri due erano di Bottegone, tuo
padre non lo era, non ebbi risposta.
Successivamente
fu intitolata la via “On. Lino Calogero Di Gloria”: ora dopo due anni, a quanto
risulta, la strada non c’è più.
Vedi
caro Enzo, questi si chiamano democratici, ma sono solo dei poveri comunisti in
doppio petto, arroganti e supponenti, ma stai tranquillo: tempo verrà che la
storia, anche localmente, farà giustizia di tutte le loro malefatte, e noi
canteremo a squarciagola l’Internazionale.
Fraternamente,
Giampaolo Pagliai
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[Lunedì 27 maggio 2013 | 09:55 - © Quarrata/news]
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