ROMA. Da tempo ormai Poste Italiane ha avviato il processo di
esternalizzazione di alcuni servizi postali d’appoggio, riducendo però
paradossalmente nel tempo i lotti di affidamento all’esterno di tali servizi.
Tale controversa situazione crea difficoltà sia per le ricadute occupazionali
che produce, che per la qualità del servizio postale, soprattutto in alcune
aree più decentrate.
“Durante l’ultima campagna elettorale ho avuto modo di incontrare
a Pistoia alcuni lavoratori della Transystem, agenzia partner di Poste Italiane
S.p.a., che ha visto ridurre i propri affidamenti e, conseguentemente, le
possibilità lavorative dei propri dipendenti.
Di questi alcune centinaia si
trovano già da tempo in cassa integrazione, preoccupati per il fatto che a
breve termineranno anche gli ammortizzatori sociali.” ha dichiarato l’On. Caterina
Bini Tale situazione desta particolare preoccupazione, soprattutto per
l’incertezza che interessa i lavoratori di queste agenzie. Si tratta di capire
quali siano i rapporti contrattuali fra Poste Italiane S.p.a. e le varie agenzie a cui sono stati affidati in questi anni
determinati servizi, a garanzia sia dei dipendenti, che del servizio pubblico
postale.
“Ho presentato perciò, insieme all’On. Silvia Velo, una specifica
interrogazione, per capire quali siano le scelte organizzative attuate da Poste
Italiane, sia rispetto al rapporto con gli operativi privati coinvolti nel
servizio che, più in generale, in attuazione delle finalità del servizio
pubblico universale – ha continuato la deputata – In quanto tale, il servizio
dovrebbe infatti garantire elevati ed omogenei standard qualitativi su tutto il
territorio nazionale, comprese le sedi postali della montagna o delle frazioni
più piccole della provincia, ripetutamente messe a rischio anche negli ultimi
tempi.”
[comunicato
on. bini]
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[Mercoledì 29 maggio 2013 | 21:25 - © Quarrata/news]
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