martedì 21 maggio 2013

TAHER FATASH, ‘IL NOSTRO POCO È TANTO’


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. La mattanza che si sta consumando in Siria è semplicemente apocalittica. Ma non abbastanza interessante per riempire spazi televisivi, inchieste giornalistiche, reportage. Taher Fatash però, 30 anni il prossimo 23 settembre, che vive in Italia da sette anni, precisamente da quando decise di scappare dalla periferia di Damasco, dove è nato e vive la sua famiglia, di noti vivaisti (ironia della sorte), per sottrarsi, da pacifista, agli obblighi della leva militare, alla sua gente pensa continuamente.

E visto che il resto del mondo, dei bambini siriani uccisi e torturati in una tragica sintonia tra esercito e servizi segreti e nell’oscurità di un’informazione insolitamente prodiga di dettagli, se ne occupa e preoccupa con insolita parsimonia, domenica prossima, 26 maggio, a partire dalle ore 20:30, al Melos, a Pistoia, in via dei Macelli, dove si consumerà una serata proprio per sensibilizzare il problema del totale isolamento siriano, allestendo, grazie alla prodiga solerzia di Niamh e alla benevolenza del Comune di Pistoia, Una serata per la Siria,
Che sarà di riflessione, certo, con qualche intervento di autorità locali e la proiezione di un video leggero come una piuma – nel quale prenderà spazio e corpo anche un filmato estratto da un recente servizio televisivo effettuato e mandato in onda su Italia Uno durante lo spettacolo de Le Iene –, ma anche di festa, con il concerto, diviso in due set, dei Supraphonic, la danza del ventre di una ballerina professionista e una raccolta fondi che si attiverà attorno alla vendita di una fruits sulla quale sono disegnate due mani, una che raffigura la bandiera italiana e l’atra quella siriana, che tengono al sicuro un cuore.
«Il nostro poco è tanto», mi ha detto Taher Fatash, ieri, quando mi ha spiegato la sua idea e la sua inderogabile necessità di fare qualcosa e ha cercato, riuscendoci, di coinvolgermi. Il resto tocca a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra irrinunciabile idea di voler e poter trasformare il desiderio di un’alternativa in realtà.
Perché il nostro poco è tanto, ma occorre iniziare.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 21 maggio 2013 | 16:35 - © Quarrata/news]

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