di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. La mattanza che si sta consumando in Siria è semplicemente
apocalittica. Ma non abbastanza interessante
per riempire spazi televisivi, inchieste giornalistiche, reportage. Taher
Fatash però, 30 anni il prossimo 23 settembre, che vive in Italia da sette
anni, precisamente da quando decise di scappare dalla periferia di Damasco,
dove è nato e vive la sua famiglia, di noti vivaisti (ironia della sorte), per
sottrarsi, da pacifista, agli obblighi della leva militare, alla sua gente
pensa continuamente.
E visto che il resto del mondo, dei
bambini siriani uccisi e torturati in una tragica sintonia tra esercito e
servizi segreti e nell’oscurità di un’informazione insolitamente prodiga di
dettagli, se ne occupa e preoccupa con insolita parsimonia, domenica prossima,
26 maggio, a partire dalle ore 20:30, al Melos, a Pistoia, in via dei Macelli, dove
si consumerà una serata proprio per sensibilizzare il problema del totale
isolamento siriano, allestendo, grazie alla prodiga solerzia di Niamh e alla
benevolenza del Comune di Pistoia, Una
serata per la Siria,
Che sarà di riflessione, certo, con
qualche intervento di autorità locali e la proiezione di un video leggero come una piuma – nel quale prenderà spazio e corpo anche un filmato estratto
da un recente servizio televisivo effettuato e mandato in onda su Italia Uno
durante lo spettacolo de Le Iene –, ma anche di festa, con il concerto, diviso in due set, dei
Supraphonic, la danza del ventre di
una ballerina professionista e una raccolta fondi che si attiverà attorno alla
vendita di una fruits sulla quale sono disegnate due mani, una che raffigura la
bandiera italiana e l’atra quella siriana, che tengono al sicuro un cuore.
«Il nostro poco è tanto», mi ha
detto Taher Fatash, ieri, quando mi ha spiegato la sua idea e la sua
inderogabile necessità di fare qualcosa e ha cercato, riuscendoci, di
coinvolgermi. Il resto tocca a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra
irrinunciabile idea di voler e poter trasformare il desiderio di un’alternativa
in realtà.
Perché il nostro poco è tanto, ma occorre iniziare.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 21 maggio 2013 | 16:35 - © Quarrata/news]
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