venerdì 24 maggio 2013

INCENERITORE MONTALE: MA L’ARPAT DI FIRENZE NON AVEVA DETTO CHE IL SISTEMA AUTOMATICO DI CONTROLLO DEI FUMI È TUTTO SBALLATO?

di ALESSANDRO ROMITI

MONTALE-PIANA. Si era detto che avremmo dato una sintesi delle dichiarazioni di Franceschi, dopo la sbobinatura dell’intervista, ma non posso trattenere le prime confidenziali rivelazioni che sono emerse dalle rapide dichiarazioni dei cittadini del Comitato di Controllo.
Qualcuno ha esibito al Presidente del Cis un “Rapporto conclusivo accertamenti su Smce Cis Montale”: l’acronimo Smce indica il Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni, ovvero il sistema che dovrebbe verificare il livello delle emissioni di inquinanti, in continuità e automatismo, ma anche e soprattutto efficienza.
La relazione – redatta dalla Direzione Arpat di Firenze – porta la data del 16 luglio 2010 ed è interessante per le categoriche conclusioni che incidono sull’autentica considerazione che merita l’efficienza del controllo (leggasi sicurezza intrinseca del sistema Smce ovvero dell’impianto medesimo) che dovrebbe essere posta a tutela della cittadinanza.

Sul punto è da ricordare che sul medesimo aspetto tecnico, ovvero sulla circostanza di un accertato taroccamento dello Smce, è stato sequestrato e chiuso anche l’impianto di incenerimento di Falascaia (Lucca – vedi). Come diceva Andreotti: “…a pensar male si sbaglia…”.
Le conclusioni del documento di Arpat di Firenze sono chiare, non equivocabili e le riportiamo pari pari: …7 casi di superamento della soglia… potrebbero sussistere violazioni (E quali? Sono di rilevanza penale? – ndr) connesse alla mancata comunicazione di eventi (Quali? – ndr) …10 casi di medie normalizzate con palesi errori di elaborazionepresenza di errori di qualche algoritmo di calcolo che ha portato a fornire medie normalizzate palesemente errate… non è pervenuta comunicazione in merito alla risoluzione del problema… il tempo di permanenza dei dati elementari nel sistema è incongruo con le necessità di controllo
Ebbene, a noi, che non siamo dei fisici di professione, può bastare così. Abbiamo già capito che il fantastico Smce del Cis è sostanzialmente una barzelletta, anzi, per l’esattezza, una tragedia. È lì per consentire la formale registrazione di parametri sballati che non hanno alcuna esigenza di qualità; è congruenza al rispetto di valori di sicurezza reali: il forno deve stare acceso, a prescindere.
Lo ha detto (evviva) lo stesso responsabile del Pd aglianese, Giampiero Colò, ricordandosi che c’è da pagare il finanziamento acceso anni addietro per il potenziamento dell’impianto. Non si potrà aprire un default per qualche picogrammo di diossina a giro nell’aria! Ci vuole “responsabilità” (de noantri!) e coerenza (agli inceneritoristi, questa non manca certamente).
Franceschi ammette che gli organi di controllo lavorano con una buona approssimazione: le molecole degli inquinanti organici sono talmente piccoli che non si possono intercettare e quindi le misurazioni vengono semplicemente stimate con dei fattori di approssimazione. Insomma si “opera il paziente” con un coltello e non con il bisturi. Ma allora perché da Firenze hanno scritto quelle cose così imbarazzanti? Chi è che sbaglia, il Presidente Franceschi o l’Arpat di Firenze? Si decidano!
A proposito: ma il Dr. Coppi – del Dipartimento Arpat di Pistoia – era stato informato dell’imbarazzante relazione della sua direzione regionale? Non gli era mai “passata dalla scrivania”, così come la hanno avuta i cittadini del Comitato di controllo? E dunque, perché Coppi non ne ha riferito al Tavolo Istituzionale e alle Commissioni provinciali e regionali che lo hanno udito?
Franceschi, sollecitato a dare delle spiegazioni sulla documentazione tecnica prodotta al Comitato brevi manu, ha rassicurato rapidamente: «va tutto bene, garantisco io».
E se lo dice lui…


 

 









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[Venerdì 24 maggio 2013 | 10:46 - © Quarrata/news]

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