domenica 19 maggio 2013

PECCATO CHE EMMA FOSSE STATA RAPITA…


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Peccato che Emma, la violinista, alle prime luci dell’alba, ieri, sia stata rapita da un sedicente gruppo di nomadi che l’avrebbero portata a Roma, per venderla alla band meno attendibile. Peccato davvero, perché se ci fosse stata anche lei, ieri sera, sul palco del Pianeta Melos, con Marco Marrucci, Marco Balducci, Piero Cappellini, Francesco Fanciullacci e Nicola Beneventi, il concerto dei Farewell to heart and home sarebbe stato addirittura più bello di quanto non lo sia stato.

Peccato anche che la risposta della città, ad un concerto gratuito – con una consumazione obbligatoria non rigorosissima – non sia stata delle migliori. Ma questa, al di là del rapimento di Emma, è un’altra cosa, è cosa vecchia, che non ha davvero nulla da spartire con la professionalità, semiseria, ma artisticamente ineccepibile, della formazione, una lieta reincarnazione dei Depeche Mode, tanto per intenderci e capire subito cosa sia andato a sentire, ieri sera, ma anche una coda dei Bronsky Beat, seppur il diaframma baritonale di Marco Marrucci non evochi quello in si bemolle di Jimmi Sommerville.
Nemmeno la prestigiosissima chicca che li ha visti primeggiare, l’anno scorso, al Rock Contest di ControRadio ha spinto il pubblico più giovane a farsi solleticare dall’evento; in sala, in una sala desolatamente piena solo lungo i lati del suo perimetro, c’erano soprattutto gli amici di infanzia e di cordata dei cinque strumentisti, accorsi a dar manforte ai loro illustri conterranei e per sentirli ancora all’opera, dal vivo, in un ambiente, per molti, nuovo di zecca.
Peccato davvero perché il rock progressivo dei Farewell – che a me non fa impazzire; ma non il loro, quel genere in termini assoluti – merita davvero attenzione e approvazione. Una bella formazione, essenziale, con Francesco Fanciullacci sistematicamente rivolto ai suoi tom e rullanti, Nicola Beneventi, un basso che giganteggia, Piero Cappellini, la tastiera parlante, Marco Balducci, la chitarra degli assoli e Marco Marrucci, la voce british, il leader che dispensa ordini tattici e umorismo, un primeggiare, il suo, conquistato sul campo, anzi, al microfono, dove sibila motivi facilmente immaginabili e proiettabili su un qualsiasi schermo immaginario, per una clip che mi prodigherei a realizzare: stazione di Santa Maria Novella, per una musica decisamente ferroviaria, ma rimanendo nei paraggi delle loro abitazioni, su uno di quei binari arrugginiti dove transitano solo pochi convogli al giorno, scambi morti di destinazioni inesistenti affollati da agguerriti ma improbabili wryters con le loro bombolette ormai prive di spray, incapaci di lasciare il codice del loro malessere.
Per fortuna che, durante il concerto, fonti non ufficiali, ma attendibili, hanno lasciato capire che una pattuglia dell’Interpool di Riccionesi sia già messa sulle orme della banda di rapitori e che Emma, la violinista – questa la cosa più importante – stia bene e presto tornerà ad abbracciare familiari, parenti, amici e i suoi colleghi dei Farewell. Per il gran ritorno, la formazione ha previsto una festa: non sanno quale sito privilegiare, ma hanno escluso, categoricamente, il Pianeta Melos, o meglio, Pistoia.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 19 maggio 2013 | 08:33 - © Quarrata/news]

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