di EDOARDO BIANCHINI
Una passeggiata fra le mille ombre del
comportamento di Bertinelli costretto a rispondere alle imbarazzanti domande del CUG
PISTOIA. So che darò una immensa delusione agli intellettuali e a
chi – come Francesca Matteoni – pur essendo di genere femminile, sostiene
Pereira/Bertinelli. So perfettamente di essere non una sola, ma un insieme
di «pettegole livorose»; ma, dopo avere premesso per la milionesima volta che
non ho interessi a Pistoia, che non ci voto, che non mi ci ritrovo tanto come
mentalità di chi conta o di chi a ciò ambisce come potere forte, chiedo: avete
visto cosa ha scritto stamattina La Nazione sulla bella storia – poco femminile
e molto aziendal-managerial-liberista americanoide – della dirigente Chiara
Pierotti?
Siamo dinanzi – senza mezzi termini – a
quel bel selvaggismo Usa grazie al quale chi resta incinta fuscia via
dall’ufficio: qui, in Italia, nell’Italia dello Statuto dei lavoratori (a
targa Brodolini, socialista) questo non può accadere, ma… diamo tempo al tempo
e, con una recrudescenza inattesa, quasi intesa come un avanzamento e un
incremento di sviluppo verso un sol dell’avvenire anomalo, ci potremmo
aspettare – da tanti bravi Pd – perfino l’abolizione delle provvidenze a favore
delle donne lavoratrici: con buona pace per chi dichiara di vedere in
Bertinelli il Sindaco che ha ‘ripienato’ (alla pistoiese) la sua Giunta di
quote rosa.
QUEL CHE NON SI DICE
Secondo
voci intime al Comune, Bertinelli terrebbe, nel cassetto, una lista di
affidamenti di lavori su cui l’Assessore Lombardi avrebbe manifestato serie
perplessità in relazione alla loro trasparenza.
La
lista starebbe lì, all’ombra, al caldo. Mentre consiglieri e addetti ai
lavori avrebbero chiesto di prenderne visione e di discuterne.
Risposta
del Sindaco? Nessuna, pare. Silenzio.
Per
questo, forse, potrebbe essere così nervoso.
Ma
se questo è – come pare – vero, il suo comportamento è quello giusto?
O
invece sarebbe non meglio mettere la lista addirittura affissa sotto gli
archi del porticato di Palazzo di Giano come le famose tesi di Lutero?
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Il fatto è che altro è il parlar di
morte altro è il morire.
Resta comunque grave che un Sindaco
chieda non a un Dirigente, ma a una persona che lavora per il Comune, di
mostrare più senso civico e, quindi, più attaccamento al lavoro solo perché
incinta: dal mio modesto punto di vista di non-intellettuale, ma di figlio di
falegname, questo significa, in effetti, un modo inaccettabile di dire non
ci vai bene. E allora: se non ci vai bene, si abbia il coraggio più
diretto di dire fuori dalla Dirigenza/Dirigente, e fuori da tutto
– ammesso che ne siamo coraggiosamente capaci e che, solo per questo, non si
finisca per schiacciare, come rulli compressori, i diritti sanciti da leggi
vigenti.
E qui – cari lettori/elettori pistoiesi
– entra in discussione il senso della legalità di Bertinelli, come lo abbiamo
più volte stigmatizzato su queste stesse pagine e su questi post.
Il Sindaco di Pistoia aderisce alle
campagne della legalità come si aderisce agli Sms da 2 € per i bimbi affamati o
per le adozioni a distanza: ma quando da mesi ha una lettera sul tavolo che
dice che l’Apr/Bardelli non esiste, Bertinelli ammette – dinanzi al nostro
giornalista Alessandro Romiti – di non aver mai avuto il tempo di leggere l’ordinanza
di un Tribunale Civile che cambia la storia: eppure il suo segretario, Simone
Ferretti, è un avvocato. E allora come stanno realmente le cose? O sarà che fra
Comune Apr/Tvl/Bardelli ci sono, in qualche modo, linee di congiunzione per cui
Bertinelli va perfino – se non sbagliamo – alla festa montecatinese dell’Apr al
Tettuccio (in caso di errore, chiedo scusa preventiva) fingendo di ignorare che
l’Apr non esiste da più di un anno e non l’ha detto un blog?
Ecco, sono queste le riserve sotto il
profilo del legalitarismo di Bertinelli.
Sotto quello della fragilità
comportamentale (altalene di lunghi discorsi teorici difficili da seguire ed
intellettualistici complessi, e di ‘escandescenze’ con richiami anche in aula…)
parlano i fatti e parlano i commenti ai vari post, laddove si addossa al primo
cittadino pistoiese anche un eccessivo soviet-dirigismo al quale nessuno può e
deve negare consenso (non è vero, forse, che avrebbe fatto fuoco e fiamme anche
contro la Belliti per non aver gestito a dovere certe questioni legate a
FarCom?).
Quello che La Nazione non ha
fatto, però, è il caso che lo facciamo noi, «pettegole
livorose».
Ecco, come al solito, i documenti: la
lettera della dottoressa Pierotti e la risposta del dottor Bertinelli.
Ma non basta.
La Nazione ci ha parlato della Consigliera di Parità. E invece
immaginatevi il Sindaco quando ha dovuto parlare dinanzi al CUG, il Comitato
Unico di Garanzia di Pari Opportunità – un insieme di dipendenti del Comune,
una sorta di tribunale popolare – che gli si è presentato in ufficio per
chiedere spiegazioni e chiarezza sulle sue sconcertanti affermazioni sul senso
del dovere.
Come sarà rimasto, lui, il sovrano,
dinanzi al suo popolo, arrivato lì per il redde rationem?
Gli sarà piaciuto davvero essere
democratico fino a quel punto o avrà anche pensato di disfarsi, al più presto,
di quella tega della Lombardi?
L’affaire Pierotti
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[Martedì 28 maggio 2013 | 13:13 - © Quarrata/news]
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