PISTOIA. Su Reportpistoia, testata assai vicina a
Bertinelli – se non altro perché il suo
direttore ha fatto, nei tempi e nei modi, la campagna elettorale del Sindaco –, è comparsa, poco fa, la bellissima lettera che segue,
a firma delle tre donne che sono rimaste in Giunta e che, con la dolcezza dell’espressione
calibratamene mielata, adoperano lo scudiscio nei confronti di Ginevra
Lombardi, accusandola di essere una che lavora per se stessa e basta, e fa, di
certi temi, una questione puramente personale.
Un collega professionista mi ha
segnalato questo intervento con una parola a mio giudizio molto significativa: mahhhhhhhhhhh,
con tutte le H che seguono.
Credo che abbia perfettamente
inquadrato la questione.
Nella Giunta Bertinelli sembra
esserci tutto fuorché il rinnovamento della politica.
Sembra – da quel che mi ricordo – di essere in chiesa dopo il vespro, quando le pie donne, recitato il
rosario, tornavano a casa e, lungo la via, si fermavano a dirle delle loro
colleghe…
Roba da Bocca di rosa:
Si sa che la gente dà buoni
consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni
consigli
se non può più dare cattivo
esempio….
Ma sicuramente mi sbaglio perché
sono una “pettegola livorosa”...
Tiremm innanz, va!
e.b. blogger
Cara Ginevra,
abbiamo letto le tue dichiarazioni
pubbliche a commento della uscita dalla Giunta, e abbiamo sentito il bisogno di
scriverti per dare voce, come donne che hanno fin qui condiviso con te
l’esperienza nell’Amministrazione comunale del Sindaco Bertinelli, ad una
lettura dei fatti profondamente diversa da quella che appare dai giornali.
Continuiamo ad avere stima nei
tuoi confronti, per le competenze e le qualità professionali che hai dimostrato
in questo primo anno di lavoro: un anno intenso e faticoso, che ci ha messo
tutti a dura prova per la difficile situazione generale della pubblica
amministrazione, per la crisi sociale che si è abbattuta anche sulla nostra
città, e per le vicende giudiziarie che all’inizio del mandato hanno
attraversato il Comune.
Per tutte queste ragioni
condividemmo la necessità di dare fin da subito un segnale di profondo
cambiamento, anche sotto il profilo amministrativo e organizzativo, decidendo
di avviare una vera e propria rivoluzione interna con una riduzione drastica
dei servizi e dei dirigenti, puntando ad un rapporto più forte e diretto tra
Giunta e struttura. Questa operazione richiedeva uno scatto di grande
responsabilità, impegno e compattezza alla politica, e quindi a ciascuna di
noi, e un cambio di passo nel lavoro di tutta la struttura.
Con il tempo abbiamo iniziato a
percepire anche noi quello che il Sindaco ha definito “l’affievolirsi di quel
sentimento di affidamento reciproco”; abbiamo capito che la tua difficoltà di
rapporto con il dirigente, sempre denunciata in Giunta ma senza averci dato la
possibilità di discuterla e affrontarla serenamente tutti insieme, rischiava di
diventar causa di mancata assunzione di responsabilità su ciò che accadeva o
non accadeva nei tuoi uffici; abbiamo assistito, senza reagire per evitare che
si incrinassero i rapporti interni tra noi e per rispetto al rapporto
fiduciario tra te, assessore, e Sindaco, ai continui sospetti su tutto e su
tutti.
Questo clima di sospetto, di
mancanza di fiducia verso gli altri, cara Ginevra, è quanto di più lontano noi
pensiamo possa esprimere una cultura delle pari opportunità. Stupisce che solo
ora assurga agli onori della cronaca e tu richiami il caso della dirigente
Pierotti, perché proprio tu, da assessore alle Pari Opportunità, conosci nel
dettaglio come è andata la vicenda, l’hai istruita in rapporto con il Comitato
Unico di Garanzia, del Comune, in completa autonomia e senza alcuna
interferenza da parte di nessuno, e tantomeno del Sindaco, e mai – mai – l’hai
sollevata in Giunta come questione politica da chiarire. Amareggia che tu
risolleciti l’episodio del dirigente, che si è espresso in termini offensivi e
gravi nei confronti delle donne, citando documenti riservati del procedimento
disciplinare come se il processo nella pubblica piazza aiutasse la battaglia
contro gli stereotipi, e non piuttosto scelte politiche concrete contro le
discriminazioni e la violenza di genere che si fanno tutti i giorni.
Proprio perché le pari
opportunità sono un principio fondamentale di civiltà e di cittadinanza, non
possono diventare oggetto di strumentalizzazioni o di battaglie personali, ma
devono essere il cemento di una cultura di genere e di un potere femminile che
unisce, che costruisce relazione, che fa della sua differenza la forza di una
nuova politica.
Cosa che tu hai avuto l’opportunità
di provare a fare da assessore, avendo il Sindaco affidato a te la costruzione
di un inedito Ufficio per le Pari Opportunità, con un lavoro importante
iscritto chiaramente nel programma di governo di Samuele e che proseguirà con
coerenza e fermezza, nel nostro impegno quotidiano al servizio della città,
sulla base di un lavoro comune, trasversale a tutte le politiche dell’ente,
capace di coordinare sul piano istituzionale gli interventi volti a realizzare
una cittadinanza di genere, e aperto a tutte le esperienze di associazioni
femminili presenti nel nostro territorio comunale.
Elena Becheri, Daniela Belliti,
Tina Nuti
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[Giovedì 30 maggio 2013 | 21:56 - © Quarrata/news]
Letta e riletta, pare una prosa in stretto stile sovietico ...
RispondiEliminaAltro che stile sovietico! Basta leggerla, per capire che c'è un sottofondo di malvagità e freddezza tutta femminile di chi ha capito che sulla distruzione di un'altra donna, possono accreditarsi, se non addirittura, tentare di plagiare un debole che l'ha consigliate, se non addirittura spinte a far questo scritto. Se un sindaco che amministra la città di Pistoia ha bisogno per tutelare la sua credibilità di queste sirene, andiamo bene.
RispondiEliminaI lupi perdono il pelo ma, non il vizio.
RispondiEliminaNulla è cambiato nei palazzi del potere, si danno il "testimone" come nella staffetta...