di ALESSANDRO
ROMITI
Si
fermeranno le linee 1 e 3 dell’inceneritore di Montale con un mancato ricavo di circa 20mila euro al
giorno – Un nodo che sta
tornando al pettine
MONTALE-PIANA. Se è vero che “il
diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”, sembra che anche Razzoli abbia
sottoscritto una precaria deliberazione
del Consiglio Comunale di Montale, oggi fattivamente smentita dalla storia. L’atto
che precede il fatto di cui stiamo per parlare è il numero 1 del 31.1.2007 e
contiene una serie di – apparentemente lungimiranti –
proposizioni di intento che sono state rinnegate e smentite dalla continua
serie di contraddizioni, reticenze, smentite, denunce di incapacità gestionali,
incidenti, violazioni e misfatti che, hanno duramente segnato l’intera politica
del Cis e dunque dell’Ato, ovvero della Regione Toscana sulla programmazione
della gestione della filiera dei rifiuti.
La
lettera che Edoardo Franceschi ha inviato ai Sindaci dei Comuni del Cis è chiara:
essa sancisce il fallimento della politica inceneritorista perseguita in modo acritico
dalla Provincia e dalle amministrazioni rosse di Agliana, Quarrata e Montale
(siamo ancora nel lontano 2007 – vedi).
Quadrifoglio interromperà lunedì
20 l’invio di rifiuti tal quale (il
sacchetto della vostra spazzatura domestica, indifferenziato) e del CDR (Combustibile
da Rifiuti, ovvero la matrice differenziata con alta resa energetica).
Siamo
arrivati al dunque ed è arrivata la nèmesi: la resa dei conti. Il gioiellino (o
mostro, secondo i gusti) di via Tobagi non ha più ciccia per sfamarsi.
Il
buon Razzoli, ribadiva, nel documento 1 del 31.1.2007, la fondamentale condizione che “...tale conferimento potrà avvenire solo
successivamente alla realizzazione di tutti gli impianti previsti nei piani”;
ma, nonostante le rassicuranti quanto contraddittorie predicazioni di questi
giorni, dedotte dal Presidente Cispel Di Girolamo (vedi), sembra proprio che l’orchestra dell’Ato non riesca a suonare alcuna musica, né d’operetta, né
di commedia. Insomma una vera e propria farsa, condotta sulla pelle e tasche dei cittadini.
Chi
scrive aveva già denunciato il danno di un’ottusa politica incentrata sulla
gestione monopolizzata dei rifiuti (la rete delle aziende “partecipate” è solo
apparentemente libera, lo dimostrano le tariffe che Quadrifoglio e ASM
impongono al Cis, per l’incenerimento, pena l’invio dei rifiuti in discarica)
completamente diversa dal sistema virtuoso dei consorzi del Triveneto. Oggi Cis
srl si vede costretta alla chiusura delle linee 1 e 3 di Montale con un “...mancato ricavo di circa 20.000 € al
giorno”!
Se
è vero che l’entrata – sul proscenio Ato – del ben
differenziato Scatragli è stata un fattivo elemento di disturbo alla politica
inceneritorista della Regione, anche l’assembla dei soci non ha mancato di essere
davvero sconsiderata: come si può escludere l’Amministrazione montalese di
Scatragli, proprietaria dell’unico inceneritore utile, dal CdA? Si può smentire
il sindaco di Montale perché cambia il colore della sua giubba o il suo
distintivo di partito?
In
questi anni mi sono chiesto, quale strategia occulta fosse stata ordita dietro
a questa serie di ripetute contraddizioni che partono dalla Recoplast,
passando da Tibo per finire alla clamorosa evidenza delle ceneri sepolte sotto
l’impianto: ebbene, sono giunto alla seppur consolatoria conclusione che: “Non ci
fanno”...
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[Sabato 18 maggio 2013 | 19:50 - © Quarrata/news]
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