lunedì 20 maggio 2013

‘SUPRAPHONIC’ ALL’ORANGE


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Sono tutti musicisti con il loro rispettivo background di spessore, ma insieme, come gruppo, Supraphonic, per l’esattezza, si sono riuniti davvero da poco. Buon sangue, anzi, buon groove, non mente, almeno a tirare le somme da quanto visto e ascoltato ieri sera, all’Orange, con la batteria di Stefano Taschini, il basso, Leandro Pagini, le tastiere, Davide Biagini e la chitarra, sontuosa, di Michele Beneforti a giocare e jazidare attorno ai decibel di Laura Donati, una cantante che ha sempre saputo di possedere una gran bella voce, ma che ha deciso solo da poco di metterla veramente in gioco.

E visto e considerato che la band, di trascorsi, ne ha davvero pochi, opterò per la celebrazione di questa neonata Supraphonic scegliendo una via dimostrativa alternativa, quella dei singoli strumentisti. Partendo dalla batteria, che è quella che conosco meno, anzi, affatto: Stefano Taschini. Ci siamo, anche in un angolo dove le scariche adrenaliniche e ritmiche andavano usate con parsimonia, Stefano ha seguito con religiosa attenzione l’evolversi dei brani, affatto semplici, visto che si è spaziato da Erka Badu a Steve Wonder, con qualche puntatina ad ovest, Jamiroquai e dintorni.
Leandro Pagini, il basso, seppur mai maneggiato sistematicamente – la vita l’ha condotto e portato ad occuparsi, con dignità, d’altro –, non l’ha mai abbandonato e a 50 suonati da qualche stagione ha deciso di riprendere quel discorso interrotto argomentandolo con tutto quello che gli è successo dalla stagione dei sogni fino a ieri sera.
Anche Davide Biagini, per onestà, era la prima volta, ieri sera, che lo sentivo all’opera, ma conosco ed ho avuto il piacere di lasciarmi sedurre dalle tastiere di Daniele Biagini, il padre, che non ho fatto parecchi sforzi ad eseguire, con successo, l’equazione del dna, tra l’altro spudoratamente facilitata da una somiglianza che ha dell’inverosimile. Certo, gli ci vorrà del tempo, a Davide, per suonare con la leggerezza di Daniele, ma quel giorno, che arriverà, sarà l’ultimo segmento circolare che chiuderà del tutto la circonferenza della storia, quella che si tramanda, da sempre, di padre in figlio e quel giorno, quando Davide avrà superato Daniele, Daniele potrà avere la certezza di aver fatto il proprio dovere.
La chitarra, invece, quella di Michele Beneforti, la so a mente, ma ogni volta, l’ennesima, ieri sera, scopro una nuova terzina, che non ho alcuna difficoltà a memorizzare: tra una naturale predisposizione al suono, alla melodia e al piacere ritmico e un maestro di indubbio talento, Nick Becattini, Michele Beneforti sta acquistando una consapevolezza artistica semplicemente poderosa, un arricchimento specifico della materia e un’insaziabile arsura emotiva che gli regala, di esibizione in esibizione, una leggerezza e una profondità notevoli; se ne sono accorti anche quelli della Berkeley, che lo hanno invitato a partecipare allo stage che si terrà a Perugia dal 2 al 14 luglio prossimi: se dovessero essere rose, il ragazzo sarà invitato a Boston, dove fioriranno senza dubbio alcuno.
Laura, Laura Donati. Sono venuto a conoscenza delle sue doti canore una sera, alla Vecchia Praga, in città, sorseggiando in sua compagnia una birra; aspettavamo l’arrivo di Enrico Cecconi, il batterista, Enrico Cecconi che quella sera era, contemporaneamente, un mio grande amico e il suo fidanzato. È rimasto tutto come allora, per fortuna, con una differenza: che nel frattempo, Laura, è diventata una cantante.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 20 maggio 2013 | 06:40 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.