PISTOIA. Ecco cosa scrive Giampaolo Pagliai a distanza di circa tre
settimane dalla scomparsa di Vasco Cristofani:
Caro Vasco,
sono passate quasi tre settimane, ma il
tuo sorriso lieve, seppure smorzato da una punta di tristezza, non si è
affievolito per niente.
Avrai visto quanta gente c’era in
chiesa: molti si sono stupiti per quella moltitudine che si stringeva con affetto
intorno alla Dora, a Lorenzo, alle tue sorelle e intorno a te.
Gli ultimi due mesi per me sono stati
tremendi.
Vedi, Vasco, mi manchi anche
egoisticamente. Da quando ti conosco, ma specialmente negli ultimi ventitré
anni, non riseco a spiegarmi perché, ma quando mi sentivo più solo o più
abbattuto, la tua presenza si faceva più assidua. Mi aspettavi, mi venivi a
trovare in via Sant’Andrea 40 per consolarmi con la tua presenza discreta ed
affettuosa.
Cos’è l’amicizia? Scrittori, filosofi,
saggi di ogni tipo si sono espressi in mille modi. Io l’ho imparato da te e da
pochissimi altri: dare all’amico tutto in cambio di nulla.
Grazie. Quando eravamo in mezzo agli
altri, amici o compagni, non ricordo che tu mi abbia mai contraddetto; ma
quando eravamo soli, i nostri contrasti si accendevano: tu la mia coscienza
critica, il mio moderatore.
Quante cose sono capitate in pochissimi
giorni!
Come avremmo dialogato del nuovo
governo, del nuovo segretario democratico (forse sorridendo) e riprendendo l’Avanti!
di quando scrisse, riferito a Sandro Pertini “Un socialista al Quirinale”! Noi
ora avremmo detto: un socialista a Botteghe Oscure.
Avrai visto con quale dignità, amore e
forza, la Dora e Lorenzo hanno affrontato questo momento.
Lavoro, coerenza, rigore prima con te e
poi con gli altri; solidarietà per i più deboli, ma non sei mai montato sul
carro dei vincitori.
Devi sapere che resto ancora a
dialogare con te. Due giorni fa, nel pomeriggio, ero molto stanco e per
riposarmi ho camminato insieme a te nel parco di Monteoliveto.
C’erano centinaia di bambini di varie
nazionalità, insieme alle loro mamme e ai loro nonni. Ho goduto di quel verde,
di quelle grida, di quei sorrisi. Ci siamo raccontati ancora una volta la storia
di quel parco, perché ora c’è il verde e non il cemento. La teniamo per noi e
non la diciamo a nessuno. Al massimo la gente come noi nel 1971 usava una ruspa
e mai un carrarmato.
Lorenzo sta studiando con impegno e
sono sicuro che per la festa di laurea indosserà un completo di Principe di
Galles e la cravatta rossa. Con buona pace del più elegante di quelli della banda
dei quattro che come sai i vogliono ancora un gran bene…
Giampaolo Pagliai
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[Venerdì 17 maggio 2013 | 22:48 - © Quarrata/news]
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