di EDOARDO BIANCHINI
AGLIANA. Quando Cofferati “il cinese”, nell’agosto del 2002, portò un
milione di lavoratori in piazza contro l’abolizione dell’articolo 18 della
legge 300 (Statuto dei lavoratori), l’illustre direttore del Tirreno,
Sandra Bonsanti, approfittando di un famoso romanzo di Ivan Turgenev, intitolò
il suo vibrante commento, quasi pieno di lacrime di orgoglio, rabbia ed
esaltazione, Padri e figli. Davvero commovente, guarda!
Stamattina – fatte, ovviamente, le
debite proporzioni – mi càpita sotto il naso un interessante vecchio commento
di un figlio che tracciava alcune considerazioni sulle elezioni,
scrivendo:
«Se la partecipazione
non si allarga e se ad ogni tornata elettorale l’astensionismo aumenta, diventa
molto triste fare la conta di chi ha vinto, perché, se della cosa pubblica
finiscono per occuparsi sempre e solo poche persone, la realtà non può che
assumere i contorni di una desolante sconfitta per la collettività» (vedi).
Diavolo, che serietà e che profondità di
sentire e di riflettere!
Ho pensato questo, ma al tempo stesso, mi viene
in mente – purtroppo i vecchi hanno anche di questi difetti… – che il padre
di tal figlio, da anni, ha democraticamente chiuso la partecipazione
dei nuovi soci alla gestione della Misericordia di Agliana: «una desolante sconfitta per la collettività», tanto per frustare il padre con il frustino del figlio.
Durante l’assemblea del 13 febbraio, infatti; quell’assemblea
gestita da questo blog al Moderno di Agliana, quella che non piacque al
maresciallo luogotenente Antonio Cataldo, che aveva onorato della sua presenza
il padre Artioli, ma che snobbò (sempre della sua presenza) uno dei
princìpi fondamentali delle libertà costituzionali, il dibattito, appunto,
della libera stampa e informazione (art. 21), perché (mi ha mandato a dire di
recente) “quella sera impegnato in affari personali”; durante quella assemblea,
dicevo, il figlio saggio, che ha scritto le sante parole soprariportate,
si mostrò molto interessato a questioni di lunga e stile, e discusse – se non
erro – del vero significato del termine ‘ammanco’ come se fossimo lì non
per parlare delle contraddizioni eclatanti della Misericordia di suo padre
(proprio di suo padre, perché da suo padre gestita come cosa sua),
ma per una revisione semantica del famoso dizionario dell’Accademia della crusca.
Concludendo: sarebbe bene che certi giovani figli
filologi imparassero perfettamente il significato anche di certe antiche parole
della nostra lingua: come, ad esempio, partecipazione. E magari che le
spiegassero e insegnassero anche ai padri.
E potrebbero farlo compiutamente ricavandone il
senso profondo e definitivo da argomentazioni e dimostrazioni ‘per
contrapposizione’: ripensando opportunamente che, proprio grazie ai propri
illuminati padri, possono capire che partecipazione significa l’esatto
contrario di ciò che, dal 2008 ad oggi, è stato fatto in Misericordia ad
Agliana – e forse sarebbe anche continuato, se la libera stampa, snobbata da
Cataldo, non avesse opportunamente e doverosamente messo alla berlina la fragilità
interessata di molti benefattori.
Una ‘partecipazione’ mirabilmente
realizzata grazie alle democratiche decisioni dell’illustre geometra Corrado
Artioli che la ha proprio decapitata – per non dire castrata – impedendo l’ingresso
dei partecipanti: vale a dire di quegli aspiranti nuovi-soci della
Misericordia che lui, per tutti questi anni, ha tenuto misericordiosamente a
forza ‘fuor dell’uscio’…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 20 aprile 2013 | 09:46 - © Quarrata/news]
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