sabato 20 aprile 2013

LA MISERICORDIA DI AGLIANA, LA ‘PARTECIPAZIONE’ DEL PADRE E LE ULTIME PAROLE FAMOSE DEL FIGLIO

di EDOARDO BIANCHINI

AGLIANA. Quando Cofferati “il cinese”, nell’agosto del 2002, portò un milione di lavoratori in piazza contro l’abolizione dell’articolo 18 della legge 300 (Statuto dei lavoratori), l’illustre direttore del Tirreno, Sandra Bonsanti, approfittando di un famoso romanzo di Ivan Turgenev, intitolò il suo vibrante commento, quasi pieno di lacrime di orgoglio, rabbia ed esaltazione, Padri e figli. Davvero commovente, guarda!
Stamattina – fatte, ovviamente, le debite proporzioni – mi càpita sotto il naso un interessante vecchio commento di un figlio che tracciava alcune considerazioni sulle elezioni, scrivendo:

«Se la partecipazione non si allarga e se ad ogni tornata elettorale l’astensionismo aumenta, diventa molto triste fare la conta di chi ha vinto, perché, se della cosa pubblica finiscono per occuparsi sempre e solo poche persone, la realtà non può che assumere i contorni di una desolante sconfitta per la collettività» (vedi).

Diavolo, che serietà e che profondità di sentire e di riflettere!
Ho pensato questo, ma al tempo stesso, mi viene in mente – purtroppo i vecchi hanno anche di questi difetti… – che il padre di tal figlio, da anni, ha democraticamente chiuso la partecipazione dei nuovi soci alla gestione della Misericordia di Agliana: «una desolante sconfitta per la collettività», tanto per frustare il padre con il frustino del figlio.
Durante l’assemblea del 13 febbraio, infatti; quell’assemblea gestita da questo blog al Moderno di Agliana, quella che non piacque al maresciallo luogotenente Antonio Cataldo, che aveva onorato della sua presenza il padre Artioli, ma che snobbò (sempre della sua presenza) uno dei princìpi fondamentali delle libertà costituzionali, il dibattito, appunto, della libera stampa e informazione (art. 21), perché (mi ha mandato a dire di recente) “quella sera impegnato in affari personali”; durante quella assemblea, dicevo, il figlio saggio, che ha scritto le sante parole soprariportate, si mostrò molto interessato a questioni di lunga e stile, e discusse – se non erro – del vero significato del termine ‘ammanco’ come se fossimo lì non per parlare delle contraddizioni eclatanti della Misericordia di suo padre (proprio di suo padre, perché da suo padre gestita come cosa sua), ma per una revisione semantica del famoso dizionario dell’Accademia della crusca.
Concludendo: sarebbe bene che certi giovani figli filologi imparassero perfettamente il significato anche di certe antiche parole della nostra lingua: come, ad esempio, partecipazione. E magari che le spiegassero e insegnassero anche ai padri.
E potrebbero farlo compiutamente ricavandone il senso profondo e definitivo da argomentazioni e dimostrazioni ‘per contrapposizione’: ripensando opportunamente che, proprio grazie ai propri illuminati padri, possono capire che partecipazione significa l’esatto contrario di ciò che, dal 2008 ad oggi, è stato fatto in Misericordia ad Agliana – e forse sarebbe anche continuato, se la libera stampa, snobbata da Cataldo, non avesse opportunamente e doverosamente messo alla berlina la fragilità interessata di molti benefattori.
Una ‘partecipazione’ mirabilmente realizzata grazie alle democratiche decisioni dell’illustre geometra Corrado Artioli che la ha proprio decapitata – per non dire castrata – impedendo l’ingresso dei partecipanti: vale a dire di quegli aspiranti nuovi-soci della Misericordia che lui, per tutti questi anni, ha tenuto misericordiosamente a forza ‘fuor dell’uscio’…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 20 aprile 2013 | 09:46 - © Quarrata/news]

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