di GRILLO PARLANTE
Analisi disincantata dei giochi di potere e degli interessi in ballo
MONTAGNA PISTOIESE. In questi
ultimi tempi la frenetica attività svolta dai proponenti la costituzione del
Comune Unico tra Abetone-Cutigliano-Piteglio e San Marcello, secondo cui
bisogna correre per far approvare dal Consiglio Regionale la legge presentata (su
richiesta di chi?) da Gambetta Vianna responsabile dello sparuto gruppo di “Toscana
più” sta suscitando diffidenze e molti interrogativi tra la gente di montagna
e, fortunatamente, molte perplessità in Caterina Bini, la neoeletta deputata
del Pd toscano ed in Patrizio La Pietra, vice coordinatore del Pdl pistoiese.
Le domande:
– Chi è questo Orlandini?
– Perché tra i fondatori del Comitato ci sono
personaggi coinvolti nelle oscure vicende della soppressa Comunità Montana (lasciata
colpevolmente morire senza che venissero adottati i necessari accorgimenti)
come Carluccio Ceccarelli, l’assai discusso sindaco di Cutigliano, e Valerio
Sichi che con Orlandini sono le mosche cocchiere del pateracchio che si vuol
far nascere?
– E poi che senso ha il gran muoversi di Oreste
Giurlani, peripatetico Presidente dell’Uncem, prima osteggiatore dei Comuni
Unici che, strada facendo ha modificato il suo atteggiamento?
Cerchiamo di spiegarlo.
Roberto
Orlandini, direttore del Dynamo Camp di Limestre Pistoiese è uomo
di fiducia di Vincenzo Manes, conosciutissimo finanziere ed imprenditore con
grandi interessi in Italia ed all’estero. Manes è presidente, amministratore
delegato, socio della Intek
spa, quotata alla Borsa Italiana; controlla partecipazioni industriali (Kme
Group S.p.a.), finanziarie (Intek Capital spa) e servizi (Ergycapital, Driver
Service), amministratore e socio di tante altre Società.
Le proprietà che fanno capo a Manes sulla montagna pistoiese
includono:
– il Dynamo Camp di Limestre – struttura di alto impatto sociale
gestita come onlus e destinata ad accogliere gratuitamente bambini e ragazzi
affetti da gravi malattie generalmente in soggiorni settimanali;
– l’Oasi Dynamo affiliata al WWF, vastissima tenuta di 900 ettari includente
otto unità poderali che la proprietà vuol trasformare in agriturismi. L’operazione
richiede ovviamente notevoli investimenti per il recupero e la trasformazione
ed altrettanto notevoli oneri di urbanizzazione per la costruzione di strade,
acquedotti, illuminazione e via di seguito. Manes è già riuscito a coinvolgere Enrico
Rossi, governatore della Toscana che il 29 aprile 2011 ha sottoscritto un’intesa
(il comunicato stampa è sul sito Regione Toscana – rapporti con Dynamo Camp) che all’ultimo
capoverso riporta: “La Regione con l’accordo
firmato si impegna anche a valutare forme di supporto regionale per la gestione
del patrimonio boschivo, agricolo e faunistico presente all’interno della
tenuta che ospita il campo e l’eventuale collaborazione con gli enti locali
nell’accompagnare il percorso di alcuni edifici agricoli”.
L’accordo in
questione è firmato anche dall’Ospedale fiorentino Meyer a mezzo del suo
direttore generale Tommaso Langiano e dall’Università di Firenze che lo ha
sottoscritto tramite il professor Gianfranco Gensini, preside della Facoltà di medicina
e chirurgia.
Ora che, sia pure in linea indiretta, si sono
individuati gli obiettivi della proprietà e di chi è capo e/o dirige l’Associazione
Dynamo Camp (che gestisce l’intera tenuta denominata Oasi ed altre attività
extra-onlus) balza in tutta evidenza che è loro interesse poter contare anche
in montagna su amministratori pubblici magari supportati elettoralmente.
Ma le popolazioni dei Comuni di Abetone, Cutigliano e
Piteglio che interesse potrebbero avere in questo disegno di Comunone-Dynamone
che le pone nelle mani di dequalificati amministratori sanmarcellini, una volta
diventati “assi pigliatutto” in virtù di una scombiccherata legge?
Le popolazioni nessuno dal momento che unendosi i tre
Comuni senza San Marcello potranno contare su i cespiti erogati dallo Stato e
dalla Regione.
Di contro quelle di Abetone si troverebbero a pagare
somme esose per l’acqua utilizzata dai cannoni sparaneve; Cutigliano e Piteglio
sarebbero turisticamente tagliati fuori definitivamente. A sostenere il
Comunone resterebbe Carluccio Ceccarelli che ha da tempo perso il consenso dei
suoi elettori ed ora spera soltanto che ci sia qualcuno che lo rimetta in
sella; qualche disinformato che crede alla pappetta che gli propina Roberto
Orlandini; Valerio Sichi che ancora sogna di conquistare qualche piazzola di
comando ed, infine, poche anime candide e con il prosciutto sugli occhi, come
quel soldato giapponese che, trent’anni dopo la fine della seconda guerra
mondiale, continuava a combattere contro gli Stati Uniti.
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[Domenica 21 aprile 2013 | 16:23 - © Quarrata/news]
Bravo "Grillo Parlante". La tua sarà pure una analisi "disincantata" ma a leggerla bene "incanta" eccome.
RispondiEliminaPersonalmente ho ancora da studiare bene l'oggetto della questione: nell'ipotesi di un Comune unico vedo sia i possibili pregi che gli intuibili difetti.
Non mi sfugge che con un ceto politico locale così debole, la diminuzione del ceto politico stesso (un Consiglio Comunale invece di 4 o 5; un solo sindaco invece di 4 o 5) e la razionalizzazione dei servizi (iniziando dai ceti dirigenziali) potrebbero essere, di per sé, elementi positivi per aiutare la Montagna a ritrovare uno sviluppo.
Nè mi sfugge, d'altro campo, l'importanza delle radici e delle storie, delle identità e anche dei "campanili".
Devo studiare meglio l'argomento.
Quello che ho però chiaro è la singolarità (e sono buono) del percorso scelto per arrivare a un possibile referendum consultivo fra i cittadini.
La tua analisi è perfetta. Non credo che in nessun'altra parte d'Italia, dove si pongono gli stessi problemi di unificazione e razionalizzazione dei piccoli Comuni, l'iter seguito sia stato così ... infelice e capace di far intravedere, neppure troppo nascosti, interessi privati e privatistici, personali e personalistici, di varia natura.
Su tematiche istituzionali come questa sono le istituzioni (i Comuni) a dover dettare la danza: cercando, certo, sinergie con la comunità civile, il privato sociale e il privato. Sulla Montagna Pistoiese, invece, l'iniziativa è degli Orlandini e di un consigliere regionale eletto nella lista del babbo del Trota.
Evidente, inoltre, il sospetto che si sia in presenza di un diversivo rispetto alle note vicende della Comunità Montana
Purtroppo l'analisi impietosa ma, al tempo stesso, impeccabile di Grillo Parlante riflette la situazione complessa in cui versa la montagna. Lo scellerato patto tra i vari Ceccarelli - Sichi - Orlandini etc. (Buonomini, Tonarelli, etc.) in forza di ordini superiori non fa che accrescere la diffidenza dei cittadini e rende quanto mai nebuloso un "qualcosa" che avrebbe dovuto essere trasparente e lineare. Sicuramente si tratterà di deleghe in bianco e di impunibilità assoluta come la vicenda della Comunità Montana, dei vantaggi per pochi come i Bacini Imbriferi, dell'uso personale di risorse come il Consorzio di Bonifica. Tutte cose sapute e risapute che, pur denunciate, nessuno muove una foglia. Allora quale fiducia si può riporre? Strano che un signore (Gambetta Vianna)- che prende ordini dal babbo del TROTA come dice Lago Scaffaiolo - sicuramente non è mai stato in montagna e non conosce nulla della stessa si prende l'onere di presentare una Legge. Sarebbe come se io facessi una legge sulle TROTE! E' ovvio che qualche speculazione ci sta dietro senza sé e senza ma.
RispondiEliminaDue analisi politiche efficaci e che fanno riflettere. Questa è la Politica;Grillo e Lago, se avete una età inferiore a quella del Presidente Napolitano perchè non metterci la faccia vostra in Montagna? Persone come voi potrebbero veramente fare comodo!
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