PISTOIA. Ecco l’intervento di Patrizio La
Pietra durante la seduta consiliare di mercoledì 24 aprile:
Vorrei
cogliere l’occasione di questo dibattito sulla Repower per fare alcune
considerazioni non solo sullo specifico caso, ma anche di carattere più
generale.
Voglio partire
dalla prima riflessione che è tutta interna alla provincia.
La firma del protocollo
Tante,
molte, purtroppo troppe volte il nostro gruppo ha chiesto che i protocolli di
intesa, essendo atti di indirizzo, dovevano, e devono, essere argomento di discussione
in consiglio.
Questo
probabilmente avrebbe permesso di evidenziare già allora tutte le
contraddizioni e, a mio parere, le criticità del progetto.
In quest’aula
non si è mai parlato della vicenda se non una volta grazie ad una
interrogazione, peraltro del Pdl, e questo, credo sia stato un grave errore. Mi
si potrebbe rispondere che è stata riunita la commissione ambiente per
informare i consiglieri sullo stato dell’arte della procedura. Vero. Ma un
conto è informare e dibattere in commissione, altro conto e discutere e
prendere delle posizioni in consiglio.
Tralascio al
momento le considerazioni di carattere tecnico, in particolare gli aspetti
ambientali su cui comunque ritornerò successivamente.
Voglio
invece, per prima cosa soffermarmi su una delle motivazione principali che
hanno portato alla firma del protocollo.
Il ricollocamento di lavoratori
PER CHIARIRE MEGLIO
Ecco l’intervento integrale fatto oggi nel Consiglio
Provinciale di Pistoia in merito alla discussione sulla Centrale Repower.
In esso viene spiegata la posizione del Pdl in
Provincia, da sempre contrario a questo progetto.
Niente abbiamo contro l’azienda Repower, così come
siamo favorevoli ad una reindustrializzazione dell’area senza tralasciare che
ogni azione per la creazioni di nuovi posti di lavoro non può che avere il
nostro appoggio.
Ma questo progetto non soddisfaceva le condizioni
essenziali, sia ambientali che sanitarie.
Patrizio
La Pietra
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E su questo
vorrei sottolineare come la propaganda demagogica di comune e provincia sia
stata prevalente rispetto alla realtà e come questa propaganda demagogica abbia
mancato di rispetto alla stessa dignità dei lavoratori, ingannati da false
speranze.
A questo
proposito voglio ricordate le affermazioni fatte dall’allora assessore comunale
alle attività produttive, che a mezzo stampa, sosteneva come questo progetto
avrebbe salvaguardato, non solo i lavoratori della ex Radicifil ma anche i
lavoratori della Mas di Bottegone. Infatti su un articolo apparso sulla cronaca
locale del Tirreno del 20 luglio 2010 si leggeva: “l’impegno della Repower è
quello di riassumere, dopo un periodo di formazione e riconversione, gli ex
dipendenti della Radicifil e, se ci sarà bisogno, anche quelli della Mas. E
questo processo dovrebbe prendere il via fin dall’apertura dei cantieri per la
realizzazione del nuovo stabilimento”.
Affermazione
che denota o una manifesta volontà di propaganda ideologica, a cui accennavo
prima, o molto più semplicemente una incompetenza di fondo rispetto alle
problematiche di ricollocamento dei lavoratori. Come si poteva realisticamente
pensare di ricollocare più di 200 persone in progetto di questo genere? Poi
grazie anche alla pressione dell’opinione pubblica cominciano a filtrare i
numeri di questa ipotetica ricollocazione. Forse 20/30 persone di cui la
maggior parte altamente specializzata per la condizione di una centrale di
questo tipo. Nel protocollo si faceva riferimento alla possibilità di adoperare
anche in fase di cantiere lavoratori ex Radicifil. Ma, anche qui, cosa
avrebbero dovuto fare i lavoratori? Forse i guardiani!
Provate ad
immaginare come possa essere un cantiere per la realizzazione di una centrale
con tecnologia avanzata. Un cantiere dove sicuramente le opere cementizie
dovranno essere molte e di alta qualità. Dove occorrono lavoratori altamente
specializzati.
Carpentieri,
ferraioli, professionalità che non si possono formare con nessun corso ma solo
con l’esperienza. E qui apro una parentesi per sapere quali corsi sono stati
aperti specificamente per preparare i lavoratori ex Radicifil alla loro
formazione per i cantieri o le lavorazioni in centrale. Credo nessuno. E allora
di cosa stiamo parlando? Come possiamo pensare di usare manodopera convertita
per costruire ciminiere di 45 metri. Ma chi vi ha raccontato questa favoletta.
E cosa ancora peggiore come avete potuto raccontarla ai lavoratori?
E qui voglio
rivolgermi ai sindacati e in particolare alla Cgil che è stata molto polemica
verso la scelta di non proseguire nel progetto Repower, perché a loro dire
questo mancato investimento penalizzerà il mondo del lavoro. Allora chiedo alla
stessa Cgil di impegnarsi per la conclusione di una vicenda che vede un
imprenditore che ormai da due anni aspetta una risposta dagli enti per
costruire un punto di ristorazione a pochi metri dal complesso dell’Ipercoop di
Montecatini che potrebbe consentire l’assunzione di 40 persone. E ancora di attivarsi
nei confronti della Coop per acquistare il materiale di una azienda
cartotecnica del territorio invece di comprarli da un distributore che acquista
dalla Cina. Peraltro con poco risparmio. E permettere a questa azienda di
mantenere il livello occupazionale. Con piccole azioni concrete si possono
salvare decine di posti di lavoro oppure crearne di nuovi. Torniamo al nostro
protocollo.
Benefici per il territorio sul piano
energetico
Siamo partiti
dall’ipotizzare lo sfruttamento del vapore prodotto per scaldare il nuovo
ospedale. Poi ci siamo accorti che il progetto era sbagliato perché era
sbagliata la localizzazione dell’ospedale rispetto alla centrale. Poi siamo
arrivati ad ipotizzare di scaldare le serre. Ma qui non siamo a Pescia. Poi
ancora con il calore scaldiamo le case oppure infine lo usiamo per
condizionarle. Insomma non si sapeva più cosa inventarsi. Il dato finale è che
il vapore se si vuole l’azienda lo mette a disposizione “a bocca di azienda”
cioè l’impianto per la distribuzione del vapore è a carico di chi lo vuole.
Quindi nessun vero vantaggio energetico del territorio. Ma anzi investimenti e
costi che ricadevano poi sui cittadini. Altra questione più volte enunciata per
la positività del progetto.
Investimenti per il territorio
Si parlava
di 90-100 milioni di investimento, o forse di più. Si ma quanto effettivamente
sarebbe rimasto sul territorio? La maggior parte serve per l’acquisto dell’impiantistica,
e per la costruzione della sottostazione elettrica, peraltro non prevista nel
progetto iniziale, per il collegamento alla rete nazionale. Tutta attrezzatura
non prodotta nel territorio.
Così come
prima mi sono rivolto alla Cgil, voglio rivolgermi anche alla associazione
industriali. Non entro nel merito della polemica fra i comitati e il presidente
Oriana per la sua dimissione. Mi sembra una polemica sterile e fuori luogo. Ma
se nella nostra provincia è in netto calo la produzione industriale e siamo di
fatto agli ultimi posti della classifica regionale, qualche perplessità, al
netto della vicenda Repower, sulle politiche industriali del territorio
andrebbe fatta. E non sono certo io a voler difendere sia la presidente Fratoni
o il sindaco Bertinelli. Ma sicuramente il comparto industriale pistoiese non è
stato capace di attirare investimenti per le aziende del territorio e
ricordiamoci che il lavoro lo creano le imprese e gli enti devono da una parte
agevolare le imprese ma dall’altra garantire il loro territorio e i loro cittadini.
Non entro
nella discussione rispetto all’impatto ambientale e sanitario dell’impianto
visto che sia la regione che la Asl e Arpat si sono espressi per la non
pericolosità dell’impianto. Su cui personalmente nutro molti dubbi. E
permettetemi anche un po’ di polemica, con una certa amarezza. Anche per lo
smantellamento dei 120.000 metri quadrati del tetto in eternit dello
stabilimento Breda di via Ciliegiole fra la fine degli anni 80 e inizio anni 90
la Asl e Arpat dissero che tutto era a posto, che le procedure erano corrette e
che non c’era pericolo. Su questo non credo siano d’accordo quei lavoratori che
purtroppo hanno respirato quelle polveri e che sanno di avere percentuali di
fibre di amianto nei polmoni superiori alla media.
E qui,
ritornando alla Repower, hanno ragione gli abitanti della zona che hanno già da
subito iniziato una battaglia contro la centrale perché preoccupati della loro
salute.
Così come
non entro nel merito dell’impatto che questa centrale potrebbe aver avuto sulle
produzioni vivaistiche.
Voglio
invece sottolineare come, a mio avviso, questa centrale avrebbe avuto un
impatto negativo per il comparto turistico. Ma provate a pensare l’impatto
visivo di queste ciminiere alle porte della città quale effetto avrebbe avuto
sui turisti, purtroppo non molti, interessati alla visita della nostra città.
Ai vari agriturismi del Montalbano, ad esempio, con un panorama turbato dalla
presenza di queste ciminiere.
In sostanza
se mettiamo sul piatto della bilancia i benefici da una parte e le criticità
dall’altra sicuramente sarebbero molto di più gli aspetti negativi rispetto a
quelli positivi.
Concludo
esprimendo la mia soddisfazione per la conclusione della vicenda.
Ma non posso
che sottolineare l’arroganza e la distanza dalla gente che hanno dimostrato sia
l’amministrazione comunale che provinciale per il modo in cui hanno gestito la
vicenda nei confronti della popolazione.
Per il modo
con cui hanno tenuto sospeso un investimento di una azienda per tre anni.
E
soprattutto non posso non sottolineare come la vera motivazione del no
di comune e provincia non sia dovuta a ripensamenti o a dubbi sanitari o
ambientali, ma semplicemente sia dovuta ad una situazione politica derivante
dalla debolezza della maggioranza in comune, dove non esistevano più i numeri
per far passare una variante al regolamento urbanistico.
Questo è il
vero motivo. La presidente, poi non poteva che approfittarne per togliersi una
bella patata bollente.
Se il
dibattito fosse giunto in questa assise, sarebbe stato interessante sapere
quale posizione avrebbe preso il consiglio. Ma questo, come dicevo all’inizio
del mio intervento non si è voluto fare.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 24 aprile 2013 | 21:43 - © Quarrata/news]
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