di Alessandro Capecchi [*]
PISTOIA. C’è un
tema che è scivolato indietro nell’agenda della politica, italiana e locale. Ed
è il tema della sicurezza. Tra elezioni e nuove tariffe delle mense, Presidenti
mancati e dietrofront positivi (Repower su tutti), sui giornali passano quasi
inosservate notizie che in altri periodi avrebbero fatto parlare la città per
settimane.
Furti, rapine, scippi, danneggiamenti,
violenze fisiche e verbali.
E ogni giorno leggiamo della rabbia di quanti,
soprattutto nella piana (gli ultimi episodi al Nespolo e a Quarrata), dopo una
vita di impegno e sacrificio, si ritrovano derubati dei propri risparmi, dei
propri oggetti di valore (più che venale, affettivo); ma soprattutto derubati
della propria tranquillità, della “sicurezza” del proprio vivere, violentati
nella propria intimità da ladri senza troppi scrupoli, spesso stranieri.
A fronte dei furti nella piana, nuove forme di
bullismo sembrano invadere la città, trasformando anche le strade più
tranquille in luoghi dove poter spaccare, rubare, offendere; di recente, nel
quadrante della città storica che va da Via della Madonna a Corso Gramsci, si
sono moltiplicati i furti – anche diurni – nelle case e nelle auto,
danneggiamenti ai privati ed all’arredo urbano, persino provocazioni dirette
alle persone, meglio se anziane.
Le Istituzioni, tutte, ciascuna per la propria
quota parte di responsabilità, hanno il dovere di rispondere, subito. Facendo
quadrato intorno alle Forze dell’Ordine, che nonostante tagli ad organici e
risorse, fanno il massimo per assicurare la repressione dei reati.
Rinnovando gli impegni, distribuendo al meglio
le forze sul territorio, chiedendo al Governo parole chiare sulla nuova
Questura e sulla Tenenza dei CC nella piana; e operando una poderosa funzione
preventiva, aumentando i controlli su coloro che da molti mesi risiedono in
città ed in periferia e non si sa di che campino.
Il tema della sicurezza deve tornare ad essere
una priorità del governo, sia locale che nazionale, perché non è accettabile
vivere nella paura quotidiana; nessuno vuole esasperare i toni, ma prima che
qualcuno si faccia giustizia da solo occorre che lo Stato – anche nelle sue
articolazioni territoriali – torni a farsi sentire.
Molte idee sono state sviluppate ed altre
possono essere messe in campo; dallo sviluppo della video sorveglianza ad una
migliore illuminazione, dal potenziamento degli organici al rilancio del vigile
di quartiere, al supporto psicologico per le vittime; senza dimenticare che i cittadini
possono dare un loro contributo – per il controllo qualificato del territorio,
dai parchi alle scuole, e perfino la notte - se ben coordinati e formati.
Proprio in questi giorni in tanti luoghi ci si
confronta per “Leggere la città”; ebbene, senza ipocrisia, leggere la città
significa anche non chiudere gli occhi di fronte a ciò che di negativo accade
intorno a noi, ed avere il coraggio di affrontare una piaga che più di altre
incide sulla qualità della vita dei cittadini e delle famiglie di ogni colore.
Dando il senso di una comunità accogliente ma non indulgente, che non intende
arrendersi a questa sensazione di diffusa impunità.
[*] – Consigliere comunale Pdl
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[Sabato 20 aprile 2013 | 19:59 - © Quarrata/news]
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