di FELICE DE MATTEIS
A tanto ammonta il patrimonio immobiliare
dell’Ente depredato a danno degli abitanti dell’Appennino – E un ‘Comunone’ che
sembra l’ombrello per coprire le vergogne dei politici che ‘non sapevano’ e ‘non
si sono accorti di nulla’
SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
Pensiamo che nella memoria collettiva della Montagna la fine cruenta della
Comunità Montana superi l’accessorialità dei comportamenti acclarati:
sottrazione di pubblico denaro da parte del sig. “S.G.” e conseguente denuncia
all’autorità giudiziaria, e proposta di licenziamento per gravi comportamenti
e/o inadempienze per i vertici della stessa Comunità, Fedeli/Apolito.
Restano
i dubbi, che per i più sono certezze, delle responsabilità, se non addirittura
connivenze, da parte di certi politici, sul comportamento dei quali speriamo
che la Magistratura si dia una concreta mossa. Anche se ne dubitiamo e
spieghiamo il perché, a nostro modesto modo di vedere.
Era
ed è necessario, per salvare il fondo-schiena dei politici che hanno bivaccato
nell’Ente, creare un diversivo: e il Comunone/Dynamone, secondo certi manovratori,
potrebbe essere il giusto mezzo per spostare e reclinare l’attenzione su “ciò che
fu”. Noi non ce ne dimentichiamo e continuiamo ad affermare che la Comunità
Montana è stata fatta fallire scientemente per la misera somma di €. 250.000: ipse
dixit, cioè Carluccio e sodali. Ma affermano una cosa mostruosamente falsa
e inesatta.
Se
conoscete qualcuno che fallisce avendo un debito di €. 250.000 a fronte di un
patrimonio immobiliare di 18 milioni di euro (proprio così: 18 milioni!) è
pregato di farcelo sapere: gli daremo un premio. A questi si aggiungano i Bim non
riscossi e il contenzioso con Gaia: e si arriva alla somma complessiva di quasi
venti milioni di euro.
Stiamo
parlando di venti milioni! Un piccolo (!) esempio fra gli altri che, ne stiano
certi i “Comu[no]nisti”, andremo ad illustrare piano piano, ma senza demordere
o lasciare la presa.
Allegato
a questo post è possibile vedere in dettaglio la consistenza, di proprietà
della Comunità Montana (ed ora di chi?), relativa ad alcuni immobili che si
sarebbero potuti tranquillamente alienare per riparare super abbondantemente le
sofferenze dell’Ente.
Non
stiamo ad elencarle, queste proprietà, dicendo solamente che ammontano a €.
10.688.571,25, e che non sono che una parte di altre consistenti proprietà
sulle quali poteva tranquillamente contare la Comunità Montana per “rimettersi
in carreggiata” e dare ossigeno e vita alla montagna pistoiese e alla sua gente
defraudata. Ciò non è stato fatto perché non si è voluto fare o perché ‘non si
doveva’.
Il
Comunone, ora, è, per lor signori i politici da salvare, un
ombrello sicuro, che, se anche dovesse aprirsi, non li riparerà, però, dal
generale disdoro nel quale sono piombati: e mentre alcuni – leggi Gualtierotti
– intelligentemente “si tacciono”, altri – ed i nomi sono risaputi e noi li
abbiamo già fatti – cercano di depistare creando un incomprensibile fumogeno
chiamato, appunto, Comunone.
Perché
se nascerà il Comunone – dicono i furbetti della parrocchietta –
arriveranno tanti soldini.
Domanda
conseguente: quanti? Più di quelli che erano in dote alla Comunità Montana?
E
chi li gestirà? Il Dynamo Camp con l’Orlandini e i riciclati politici
che cercano di riproporsi per nuovi incarichi, nuove disattenzioni, nuovi “non
potevo sapere” etc.?
Se
la Montagna vuole il Comunone, le istituzioni locali si sbrighino a
recuperare un minimo di credibilità gestendo in prima persona l’informazione
per i cittadini chiamati ad un voto consapevole dei vantaggi e degli svantaggi.
La
politica dia un segnale forte riducendo al silenzio civico i mestatori della
Comunità Montana riciclatisi nella “pattuglia Orlandini”. Sarebbe bello ed
auspicabile… come il cane che si morde la coda.
Di
Villa Vittoria, del Rifugio dell’Acquerino, della Villetta Fivizzani e di altro
ancora, ne riparliamo alla prossima.
Stàtene
certi.
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[Mercoledì 24 aprile 2013 | 11:32 - © Quarrata/news]
La chiusura della Comunità Montana, o meglio la mancata costituzione dell'Unione Speciale dei Comuni ha del "losco". Non è stata fatta in quanto avrebbe prodotto un debito di € 250.000 l'anno, poi si scoprono (atti della Provincia di Pistoia) introiti forestali per circa 1,5 mln l'anno e i contributi BIM ... mai richiesti per diversi anni ... ALLORA QUALE VERITA': QUELLA RACCONTATA O QUELLA DEGLI ATTI UFFICIALI. Ancora senza risposta.
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