di LUIGI SCARDIGLI
Persone oneste,
uomini e donne di buona volontà, che avrebbero voglia di ringraziare la terra
che li ha accolti, non di doversi giustificare
PISTOIA. Le donne sono quasi tutte vestite a festa; gli uomini
controllano, guardinghi, che tutto proceda per il meglio. I bambini giocano
spensierati, per fortuna: sono nati qui, a Pistoia e ignorano che i loro
genitori, oltre che riuscire a sbarcare onestamente il lunario, devono anche
combattere, tutti i giorni, un’altra sottilissima battaglia: quella della
discriminazione.
Ma non
hanno paura. Sono persone oneste, uomini e donne di buona volontà, che
avrebbero voglia di ringraziare la terra che li ha accolti, non di doversi
giustificare. Ma oggi è un giorno di festa e nonostante resti vigile l’attenzione
e la consapevolezza dell’affermazione della loro dignità, oggi si balla, si
canta, si ride e si scherza; oggi è un giorno di tregua, oggi è domenica e il
loro dio, che è lo stesso che preghiamo noi, del resto, ha detto loro di
riposarsi e di fermarsi. A riflettere.
Ci
pensano parecchio quelli della comunità AssoAlbania,
nonostante siano impegnatissimi a portare avanti oltre 1.000 aziende e a
gestire altrettante attività, senza dimenticare i rapporti diplomatici,
culturali, sociali. E oggi
infatti sono tutti in piazza Gavinana, dove in collaborazione con il Comune e
la Provincia, entrambi rappresentati dai loro più alti personaggi, Samuele
Bertinelli e Federica Fratoni, hanno organizzato un lieto evento, una festa.
Prima qualche intervento di rito, poi spazio alle musiche e alle danze. Stasera
poi, in piazza Giovanni XXIII (ingresso del vecchio ospedale), alla presenza
del regista Roland Seiko, verrà proiettato il film La nave, pellicola del 2012 e che rappresenta la prima tappa di
avvicinamento e, speriamo, definitiva integrazione, della rassegna L’Italia che non si vede.
L’Italia
che non si vede – o meglio, che qualcuno finge di non vedere – è quella
costituita anche dalla nutritissima comunità albanese, che specie sul
territorio pistoiese ha da tempo ramificato la propria tradizione e fondato le
basi per il loro-nostro futuro.
«Organizzo
eventi culturali – racconta Ardian Mehmeti, uno degli onnipresenti a qualsiasi
incontro promosso dalla comunità albanese – e questo di oggi non ha un valore
specifico se non quello di ribadire la nostra altissima dignità, la nostra
capacità di adattamento, ma anche la nostra preoccupazione: siamo stanchi delle
discriminazioni, spesso gratuite, che ci piovono, indistintamente, sulle spalle
e iniziano a scarseggiare anche le prospettive per riuscire a costruire un
futuro che sia definibile tale; molti dei nostri figli, nati qui, hanno da
tempo deciso di lasciare questo Paese per andare a stabilirsi altrove, dove
ogni persona onesta è la benvenuta».
Una delle
più attive, anche oggi, come al solito, è la poliglotta Aferdite Shani,
impegnata su tutti i fronti, da quello diplomatico a quello elettrico: mancano pochi minuti alle 16 e non è ancora
arrivata la corrente, dice scherzando Aferdite guardando l’orologio.
La piazza
si riempie, la musica, finalmente, accompagna ricordi e delinea sogni. Accanto
a me un artigiano, albanese, che mi mostra un anello che porta all’anulare
della mano sinistra. Me lo ha regalato
mia madre, tanti anni fa, il giorno prima che partissi alla volta dell’Italia:
mi ha detto di non toglierlo mai e mi ha ricordato di guardarlo attentamente
ogni volta che allungo una mano, soprattutto se lo facessi per fare qualcosa di
ingiusto. Questo anello le è costato molto, a mia madre: non posso deluderla!
In piazza
Gavinana, oltre a qualche spuntino della cucina albanese, la Comunità distribuisce
anche un pieghevole: I principi
fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dove all’interno
sono riportati i primi dodici articoli; in molte lingue. Molti di loro,
infatti, ne sanno perfettamente più d’una!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di luigi Scardigli.
[Domenica 28 aprile 2013 | 20:13 - © Quarrata/news]
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