di Andrea Gorone [*]
Mi è capitato di vedere Matteo
Renzi dalla Bignardi e, in quella intervista troppo lunga e di gusto
discutibilissimo, ho avuto modo di riflettere sugli atteggiamenti del “nuovo
che avanza”.
Meno male che scappava da ridere
anche a lui quando ci ha raccontato che mentre corre ascolta in cuffia i
discorsi di Obama.
Mi domando, in che lingua li
ascolta? Mi sembra ovvio, in inglese, non esistendo, spero, una versione
italiana del discorso sullo stato dell’unione. Ma allora, il nostro è fluent in
inglese per capire un discorso complesso e lungo come quello? Ma allora perché
dopo qualche istante ci spara un Tacson, quando anche il gatto (americano) sa
che la città dell’Arizona si pronuncia Tucson [ˈtuːsɒn]?
Piccolo dettaglio, direte voi. Non penso.
All’attento osservatore non è sfuggito certamente che
il nostro conta le dita iniziando dal mignolo. Tale pratica, tipica di
americani e britannici, non si è mai vista dalle nostre parti. A Rifredi, dove
sono nato e cresciuto, le dita (i diti???) si cominciano a contare dal pollice.
E non credo che a Rignano si faccia come in Arkansas (pronuncia [ˈɑrkənsɔː])Piccolo dettaglio, direte voi. Non penso.
Non è finita. Per la sua campagna delle primarie ha
usato un avverbio, “adesso”, che un fiorentino non userebbe mai. A Firenze si
dice “ora”. Dove voglio arrivare?
Questo ragazzo così pieno di talento e di ambizione mi
fa venire in mente Michael Jackson che si schiariva la pelle.
Il povero Michael, senza rinnegare il proprio colore
della pelle si faceva dare delle belle smacchiate. Tant’è che alla fine era
diventato di un colore inesistente in natura. Né nero né bianco.
Non vorrei che anche Renzi diventasse una creatura
artificiale, costruita in laboratorio e sostenuta da uno strenuo impegno
personale. Non si passa indenni attraverso un’esperienza di boy-scout a Rignano
ed è questo che probabilmente a Renzi pesa.
Locale e globale, in Renzi, entrano drammaticamente in
rotta di collisione.
Vuole mostrarsi come uno di noi, ma sogna un c.v. da
LSE o MIT.
Caro Matteo, ti sarà capitato di mangiare nei
ristoranti dei grandi alberghi o, peggio ancora, andarci a un matrimonio. I
piatti sono multicolori e di grande impatto visivo. Ma quando li assaggi, che
delusione!
Non voler diventare un’aragosta in bella vista, tutta
immagine e niente gusto.
Riscopri il boy-scout che è in te, e vedi di mettere
mano ad un problema spaventoso che incombe su Firenze.
Siamo ad un passo dalla liquidazione del Maggio
Musicale Fiorentino. Sarebbe come dire, per noi fiorentini, che chiude il
campanile di Giotto o che a palazzo Pitti apre l’Ikea.
Hai fatto la tanto discussa riunione a porte chiuse
con esponenti della finanza internazionale. Facci vedere il boy-scout nella
stanza dei bottoni che spiega a questi signori, che probabilmente non conoscono
Bruckner o Mahler, quanto è importante per tutti un’istituzione come il MMF e
che mettessero mano al portafoglio per tappare questa spaventosa voragine.
Fatto questo, caro boy-scout, facci capire come si è arrivati a questo punto.
La Toscana aveva una delle istituzioni musicali più prestigiose del mondo ed
una delle banche più antiche del mondo, MPS. Guarda dove siamo arrivati.
Accantona, per il momento, Obama, Franco e Valeria
Marini, ricomincia dal pollice a contare le cose importantissime che devi fare.
Ora o Adesso. Scegli Te.
Con simpatia
[*] – Fiorentino
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 21 aprile 2013 | 09:06 - © Quarrata/news]
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