venerdì 26 aprile 2013

LA PIETRA (PDL): UN SACCO DI DOMANDE SUL COMPORTAMENTO DELLA DISCIOLTA COMUNITÀ MONTANA


Troppe cose non tornano: dai 10 milioni di beni immobili, all’uso deli stessi e delle attrezzature pubbliche da parte di privati – Problemi anche sulla funivia della Doganaccia – Chiesto un parere alla Corte dei Conti

PISTOIA-MONTAGNA. Patrizio La Pietra (Pdl) ci inoltra un suo intervento sul tema dei beni mobili e immobili della disciolta Comunità Montana:

Dopo il consiglio provinciale del 24 aprile scorso un altro tassello di chiarezza viene messo sulla vicenda della ex comunità montana.
Con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione delle minoranze è stato approvato l’inventario dei beni mobili e immobili che dovranno essere messi in bilancio dalla provincia a seguito dello scioglimento della ex comunità montana. Il documento di per sé è molto semplice in quanto riporta la lista dei beni e il loro valore calcolato secondo le disposizioni di legge specifiche per gli enti locali. Per niente semplice invece il percorso che ha portato alla stesura del documento.

Percorso durato mesi e che ha messo a dura prova la struttura dell’amministrazione provinciale.
Tutto perché non esisteva un inventario preciso e dettagliato dei beni. E qui non può che sorgere la prima domanda. Come può un ente come la ex comunità montana non aver avuto un inventario dei beni? Perché se ci fosse stato l’ufficio provinciale non ci avrebbe messo mesi per farlo.
E una volta approvato, scopriamo che ci sono oltre 10 milioni di beni mobili ed immobili. Un patrimonio sicuramente importante. Di questo patrimonio, per la parte mobile ne fanno parte attrezzature, automezzi e anche macchinari per creare e sparare neve. Cosa curiosa, la maggioranza delle attrezzature e le autovetture non sono custoditi presso magazzini della ex comunità montana, ma spesso sono custoditi presso magazzini privati e gli automezzi dati anch’essi in uso agli stessi dipendenti. Di questa situazione abbiamo chiesto se esisteva la debita documentazione e chi aveva autorizzato questa pratica, per altro, sembra, consolidata da tempo. Siamo in attesa di risposte.
Altra questione che ha destato molta perplessità è la vicenda legata all’acquisto dei così detti cannoni spara neve. In pratica è emerso che a seguito di un bando regionale la ex comunità montana ha acquistato per circa 1.100.000 una serie di cannoni spara neve che poi ha ceduto in comodato d’uso gratuito alle aziende proprietarie degli impianti. In sostanza con soldi pubblici si sono acquistate attrezzature date a titolo gratuito ad aziende private per svolgere la propria attività. Giustificare questo col dire che serve per salvaguardare il comparto sciistico e quindi l’occupazione in montagna non mi sembra sufficiente per andare contro ogni regola che prevede l’aggiudicazione di un bene pubblico a dei privati.
Su questo abbiamo sollecitato l’assessore perché possa chiedere un parere alla Corte dei Conti.
Altra questione simile riguarda i modi di affidamento di immobili a privati per lo svolgimento della propria attività. Anche su questo aspettiamo risposte.
Così come aspettiamo risposte sui costi esorbitanti per la ristrutturazione di Villa Vittoria. E sui costi relativi alla funivia Doganaccia Croce Arcana, dove sembra che l’azienda che doveva fare i lavori, poi fallita, abbia riscosso in anticipo senza aver prestato nessuna garanzia. Chiarimenti sono stati chiesti anche in relazione ai box sotto il piazzale del parcheggio di Abetone dove sembra ci siano contenziosi relativi ai canoni di affitto e soprattutto di sapere quanto e chi riscuote tali canoni. Abbiamo chiesto se corrispondeva al vero se il comune di Abetone avesse in ponte progetti di riqualificazioni dei box e del parcheggio per alcuni milioni e a che titolo lo faceva visto che la proprietà è della provincia e se conseguentemente ci fosse un protocollo per questi progetti.
Insomma un infinità di domande, che al momento non hanno avuto risposta ma che hanno evidenziato un sistema di gestione della ex comunità montana che definire “improprio” non è solo un eufemismo ma anche una sciocchezza. Un sistema consolidato negli anni e che nessuno ha mai di fatto controllato, a partire dalla Regione, ai sindaci revisori per finire agli amministratori che si sono succeduti nei decenni scorsi. Ed è lì che vanno cercate le vere responsabilità.
E mi sorge anche un sospetto. Tutto di valenza politica. Guarda caso tutto il putiferio, compreso lo scioglimento della comunità montana, arriva quando c’è una giunta con una maggioranza, o quasi, di sindaci di centro destra.
Vuoi vedere che qualcuno ha voluto che restassimo noi con il cerino in mano?
Forse è fantapolitica, ma come si dice: “a pensar male si fa peccato ma spesso ci s’indovina”.
Patrizio La Pietra
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[Venerdì 26 aprile 2013 | 11:09 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. il grillo parlante

    Finalmente qualcuno si è svegliato e cerca di sciogliere qualche nodo di questa intrigata matassa che è stata la Comunità Montana, un impero gestito con incompetenza e disattenzione e contrassegnato da ruberie,falsi rimborsi agli amministratori, incapacità e lassismo.

    Speriamo che come a Berlino ci sia un giudice anche a Pistoia.

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  2. Strano, molto strano che un esponente del PDL faccia domande scomode. Ci piace che qualcuno si sia svegliato, come dice Grillo Parlante. Noi siamo qui, spettatori inermi di una vicenda che non abbiamo ancora capito pronti a fare la nostra parte. Saluti.

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