Troppe cose non tornano: dai 10 milioni
di beni immobili, all’uso deli stessi e delle attrezzature pubbliche da parte
di privati – Problemi anche sulla funivia della Doganaccia – Chiesto un parere
alla Corte dei Conti
PISTOIA-MONTAGNA. Patrizio La
Pietra (Pdl) ci inoltra un suo intervento sul tema dei beni mobili e immobili
della disciolta Comunità Montana:
Dopo il consiglio provinciale del 24 aprile scorso un altro
tassello di chiarezza viene messo sulla vicenda della ex comunità montana.
Con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione
delle minoranze è stato approvato l’inventario dei beni mobili e immobili che
dovranno essere messi in bilancio dalla provincia a seguito dello scioglimento
della ex comunità montana. Il documento di per sé è molto semplice in quanto
riporta la lista dei beni e il loro valore calcolato secondo le disposizioni di
legge specifiche per gli enti locali. Per niente semplice invece il percorso
che ha portato alla stesura del documento.
Percorso durato mesi e che ha messo a dura prova la
struttura dell’amministrazione provinciale.
Tutto perché non esisteva un inventario preciso e
dettagliato dei beni. E qui non può che sorgere la prima domanda. Come può un
ente come la ex comunità montana non aver avuto un inventario dei beni? Perché
se ci fosse stato l’ufficio provinciale non ci avrebbe messo mesi per farlo.
E una volta approvato, scopriamo che ci sono oltre 10
milioni di beni mobili ed immobili. Un patrimonio sicuramente importante. Di
questo patrimonio, per la parte mobile ne fanno parte attrezzature, automezzi e
anche macchinari per creare e sparare neve. Cosa curiosa, la maggioranza delle
attrezzature e le autovetture non sono custoditi presso magazzini della ex
comunità montana, ma spesso sono custoditi presso magazzini privati e gli
automezzi dati anch’essi in uso agli stessi dipendenti. Di questa situazione
abbiamo chiesto se esisteva la debita documentazione e chi aveva autorizzato
questa pratica, per altro, sembra, consolidata da tempo. Siamo in attesa di
risposte.
Altra questione che ha destato molta perplessità è la
vicenda legata all’acquisto dei così detti cannoni spara neve. In pratica è
emerso che a seguito di un bando regionale la ex comunità montana ha acquistato
per circa 1.100.000 una serie di cannoni spara neve che poi ha ceduto in
comodato d’uso gratuito alle aziende proprietarie degli impianti. In sostanza
con soldi pubblici si sono acquistate attrezzature date a titolo gratuito ad
aziende private per svolgere la propria attività. Giustificare questo col dire
che serve per salvaguardare il comparto sciistico e quindi l’occupazione in
montagna non mi sembra sufficiente per andare contro ogni regola che prevede l’aggiudicazione
di un bene pubblico a dei privati.
Su questo abbiamo sollecitato l’assessore perché possa
chiedere un parere alla Corte dei Conti.
Altra questione simile riguarda i modi di affidamento
di immobili a privati per lo svolgimento della propria attività. Anche su
questo aspettiamo risposte.
Così come aspettiamo risposte sui costi esorbitanti
per la ristrutturazione di Villa Vittoria. E sui costi relativi alla funivia
Doganaccia Croce Arcana, dove sembra che l’azienda che doveva fare i lavori,
poi fallita, abbia riscosso in anticipo senza aver prestato nessuna garanzia.
Chiarimenti sono stati chiesti anche in relazione ai box sotto il piazzale del
parcheggio di Abetone dove sembra ci siano contenziosi relativi ai canoni di
affitto e soprattutto di sapere quanto e chi riscuote tali canoni. Abbiamo
chiesto se corrispondeva al vero se il comune di Abetone avesse in ponte
progetti di riqualificazioni dei box e del parcheggio per alcuni milioni e a
che titolo lo faceva visto che la proprietà è della provincia e se
conseguentemente ci fosse un protocollo per questi progetti.
Insomma un infinità di domande, che al momento non
hanno avuto risposta ma che hanno evidenziato un sistema di gestione della ex
comunità montana che definire “improprio” non è solo un eufemismo ma anche una
sciocchezza. Un sistema consolidato negli anni e che nessuno ha mai di fatto
controllato, a partire dalla Regione, ai sindaci revisori per finire agli amministratori
che si sono succeduti nei decenni scorsi. Ed è lì che vanno cercate le vere
responsabilità.
E mi sorge anche un sospetto. Tutto di valenza
politica. Guarda caso tutto il putiferio, compreso lo scioglimento della
comunità montana, arriva quando c’è una giunta con una maggioranza, o quasi, di
sindaci di centro destra.
Vuoi vedere che qualcuno ha voluto che restassimo noi
con il cerino in mano?
Forse è fantapolitica, ma come si dice: “a pensar male
si fa peccato ma spesso ci s’indovina”.
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[Venerdì 26 aprile 2013 | 11:09 - © Quarrata/news]
il grillo parlante
RispondiEliminaFinalmente qualcuno si è svegliato e cerca di sciogliere qualche nodo di questa intrigata matassa che è stata la Comunità Montana, un impero gestito con incompetenza e disattenzione e contrassegnato da ruberie,falsi rimborsi agli amministratori, incapacità e lassismo.
Speriamo che come a Berlino ci sia un giudice anche a Pistoia.
Strano, molto strano che un esponente del PDL faccia domande scomode. Ci piace che qualcuno si sia svegliato, come dice Grillo Parlante. Noi siamo qui, spettatori inermi di una vicenda che non abbiamo ancora capito pronti a fare la nostra parte. Saluti.
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