mercoledì 17 aprile 2013

ALLARGARE LA VISUALE DELLE ATTIVITÀ CARDIACHE CITTADINE

di LUIGI SCARDIGLI


PISTOIA. Non è così facile come si potrebbe immaginare allargare la visuale delle attività cardiache cittadine e provare a cercare i limiti, anzi, i confini, della cultura che ne contraddistingue il tessuto. Però l’Atp ci prova e anche oggi pomeriggio, nella sala delle conferenze della biblioteca San Giorgio, Rodolfo Sacchettini, Saverio Barsanti, Presidente e Art Director dell’Associazione, in compagnia della regista Renata Palminiello, Daniele Stortoni, della FTS e Claudio Cirri, di Teatro Sotterraneo, la rassegna – Teatri di confine – che prenderà il via con un capolavoro emotivo e fisico, La Commedia, di Emio Greco e Pieter Scholten l’han voluta presentare, cercando di spiegare, ancora una volta – ma non è abbastanza – l’idea di questa reciproca, vicendevole e caotica contaminazione tra tutto quello che può appartenere alla comunicazione artistica: teatro, linguaggio, didattica, vocabolario e soprattutto, dizionario.

Sabato, al Manzoni, il talento brindisino Emio Greco, trapiantatosi, da molti anni, in Olanda, fonderà e confonderà i rigori assuefatti alla perfezione della danza classica con le vertigini di una sua opinabile, ma sontuosa rilettura, dando vita ad uno spettacolo semplicemente stratosferico, dove armonia e violenza, ordine e anarchia, eleganza e dissintonia si fonderanno in un viaggio immaginario tra i giorni della settimana, con sette ballerini sette di rara bellezza.
Venerdì 26 aprile, al Bolognini, invece, cambia nuovamente la prospettiva, ma non la voglia e la capacità, per non parlar dell’offerta di comprensione, con Perdere la faccia, che Daniele Ciprì ha affidato alle doti riproduttive dell’Associazione Menoventi, che proverà a trasformare in verità la menzogna quotidiana.
Venerdì, 3 e 10 maggio, al Bolognini e a Villa Scornio, il teatro Sotterraneo, con Dies Irae, residente a Pistoia e Armunia/Attodue, con Maros-Gelo, chiuderanno il cerchio di quattro lati con due rappresentazioni semplicemente antitetiche, per traguardo, tra loro, ma che per giungere alla fine hanno in realtà fatto parecchia strada insieme, passeggiando lungo i soliti sentieri. Un’attenzione ossessiva dei gesti e delle parole, con una ricerca perfezionista della sensazione i primi; spazio alla pura e nuda creatività, improvvisazione allo stato cristallino, chances innovative per osservare e discutere attorno ad un argomento scegliendo, puntualmente, un punto di vista altro.
Ballerini di fama europea, registi con un back ground televisivo degno delle peggiori occasioni, giovanissimi apocalittici che sono convinti che il futuro sia già presente e che si stia vivendo solo e soltanto la memoria e il ricordo del traghettabile e neo diplomati del Dams che proveranno a coniare il futuro prendendo spunto da Cechov. Tra questi ultimi, per un campanilismo del quale nessuno, nel Blog, soffre, mi pare doveroso segnalare la presenza di tre piccoli, piccolissimi profeti in patria: i pistoiesi Lorenzo De Laugier, Camilla Bonacchi e Sena Lippi, con le ragazze presenti in sala e che, sotto invito-ordine della regista, hanno raccontato, brevemente, speranze e aspirazioni, sogni e paure. Sena Lippi, in particolare, ha detto, con un filo di voce in si bemolle dall’emozione, come il vecchio non sia morto fino a quando viene interpretato. Giovane vero, la ragazza, ma saggia. Studiare, non c’è che dire, allena la mente.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Mercoledì 17 aprile 2013 | 20:44 - © Quarrata/news]

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