giovedì 18 aprile 2013

FANUCCI (PD) SU FRANCO MARINI E ALTRO


ROMA. Questa mattina, il Parlamento in seduta comune ha iniziato a votare per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Siamo chiamati ad una scelta fondamentale, che influirà in maniera decisiva sul destino dell’Italia nei prossimi anni.
Personalmente avverto la grande responsabilità di questo momento: col voto di oggi indicheremo quale strada intendiamo percorrere e quale futuro immaginiamo per il nostro Paese.
A viso aperto, con lealtà, ma in modo determinato, ho espresso in tutte le sedi opportune la mia contrarietà all’elezione di Franco Marini al Quirinale. Non si tratta di un giudizio negativo sulla persona, né sul politico, ma l’Italia che vogliamo costruire merita un cambiamento reale, che necessariamente passa anche attraverso la selezione di una classe dirigente in sintonia con l’elettorato e capace di farsi interprete di un’esigenza di rinnovamento.

Questo è lo spirito con cui servo il mio Paese e che oggi mi guiderà nella scelta del prossimo Capo dello Stato. Voterò con la testa e col cuore. Lo impone la mia coscienza e gli impegni che assunto con la nostra gente: a questi non potrò mai venir meno.
Per questo ho votato convintamente Sergio Chiamparino: un riformatore capace e stimato da tutti, interprete del rinnovamento che serve al Paese. Insieme abbiamo condiviso un percorso comune in occasione della scuola di formazione Anci, durante la quale ho apprezzato le doti politiche ed umane dell’ex Sindaco di Torino. Un uomo onesto, sincero e mai banale: doti di cui la Politica ha bisogno se vuole riacquistare la fiducia delle persone.
Ritengo che si tratti di un’ottima scelta, chiara e coerente, in grado davvero di restituire agli italiani il diritto di sognare e di immaginare un futuro migliore.
[comunicato on. fanucci]

Personalmente, per quanto riguarda Marini, sono assolutamente d’accordo con Fanucci e con Renzi.
Il problema è che, di grandi uomini e di grandi statisti quest’Italia non ne ha fatti crescere più – e quelli che c’erano, si cerca di schiacciarli opportunamente, perché ne venga annullata la memoria.
Per il resto – e mi si consenta questa scorrettezza –, di solito, da una popolazione di pigmei non possono che nascere pigmei.
e.b. blogger
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[Giovedì 18 aprile 2013 | 14:22 - © Quarrata/news]

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