giovedì 30 gennaio 2014

PISTOIA. I PERICOLI DELLA SANITÀ, GLI SCIALI DELLA FONDAZIONE CARIPIT, LA PESUDOSINISTRA E I LAGER DEI ROM


di Fabrizio Geri [*]

Analisi spietata degli spèrperi impuniti di denaro pubblico – I pericoli dell’emodialisi ‘artistica’ sul retro del Ceppo – Le ghettizzazione istituzionale degli ‘invisibili’

PISTOIA. Eccola di nuovo, recitava l’adagio della beat generation cantato dai The Rokes, eccola la segnalazione che anticipai sulla sanità locale. Una sanità faticosamente e con successo costruita dagli onesti comunisti coi baffi di una volta ma ormai ridotta a mero sistema di potere fine a se stesso. Sistema di potere a colpi di project financing, finanza di progetto, parallelamente ad un eclatante scadimento delle prestazioni sanitarie e delle risorse umane degli ospedali, secondo rigorose logiche aziendalistiche e clientelari. Prova provata ne sono i 400 milioni di euro fumati nel nulla, e di cui nessuno ancora risponde, alla Asl di Massa (io francamente direi rubati ma molti amici democratici mi correggono chiosando “spesi e non avuti”).
Del resto quando la classe dirigente del Pd mette le mani su un qualche settore (Breda, Monte dei Paschi, Comunità Montana…) il fallimento è assicurato.
Anche oggi come tempo addietro l’intersindacale Medici Asl 3 denuncia gravi disfunzioni e diseconomie nel San Jacopo, inaugurato d’estate nel tripudio di arcieri, trombettieri e banda cittadina. Non ho letto però alcun riferimento all’handicap dei due reparti, a Pistoia, di dialisi, quello al San Jacopo e quello sul retro del Ceppo costruito anche con intenti artistici.
Sui due poli si alternano tre-quattro medici, in un contesto molto pericoloso per un eventuale paziente. Infatti al vecchio Ceppo non c’è più né la rianimazione né la terapia intensiva e del resto lo specialista di dialisi non è né cardiologo né rianimatore, ma si dovrebbe improvvisare tale per stabilizzare il paziente eventualmente colpito da arresto cardiocircolatorio in attesa del 118. A seguito di un evento di questo tenore in quali condizioni arriverà al San Jacopo, se si decidesse di trasferirlo là? Invito dirigenti Asl, medici specialisti e il sindaco Bertinelli a prendere in seria considerazione questa anomalia ed evitare così ulteriori e gratuite disfunzioni sanitarie.
Torniamo poi sul padiglione di emodialisi, costruito quando già si sapeva che l’ospedale si sarebbe trasferito al campo di volo! Padiglione frutto del mecenatismo della Fondazione Caripit, quella dei 700 mila euro per le belle statuine nel giardino dell’asilo Villa Capecchi in via degli Armeni e dei 10 milioni di euro gettati nel nulla dei titoli Fresh/Monte dei Paschi. Milionate di euro, in definitiva, gettate inutilmente al vento – e poi si chiude l’ospedale Pacini a San Marcello per risparmiare! – nonostante i burocrati dei due enti potessero accordarsi sull’inutilità del padiglione-opera d’arte. Opera d’arte per modo di dire: l’arch. Pierluigi Cervellati disse a noi Verdi, giunto per la prima volta a Pistoia, che era una cosa mai vista e ingiustificabile l’abbattimento di un polmone verde all’interno di una città storica come Pistoia, per far posto al padiglione, un allucinante analfabetismo urbanistico della classe dirigente locale.
Ma, analfabetismo urbanistico e antiambientalismo a parte, si ritorna sempre lì: il nostro Paese si fonda sullo spreco dei soldi pubblici, di cui poi si piange la mancanza, su inefficienze e assurdità (pensare che l’ospedale di viale Matteotti è stato interessato da un rifacimento esterno quando già era in pista la dismissione!) per cui nessuno mai è responsabile, a dispetto delle esorbitanti prebende dei fin troppo numerosi dirigenti addetti al coordinamento e ai controlli.
Ultima riflessione, visto che si celebra la giornata della memoria. L’attuale campo rom del Brusigliano, come riconosciuto dagli uffici competenti e dalla stessa maggioranza in Consiglio Comunale, è un lager a cielo aperto; peccato che il comune ha previsto un campo di concentramento dello stesso tenore poco più in là, dove invece si doveva realizzare il famoso parco urbano a cui tutto l’ospedale doveva essere subordinato.
Rimango incredulo nel vedere che nessuno, specie la pseudo sinistra che canta i diritti di tutti ogni tre per due, ma anche i renziani (già loro non si sbilanciano sulla Fondazione) delle primarie sempre e comunque, voglia dibattere della gravissima ghettizzazione di una comunità da parte delle istituzioni pistoiesi. Ghettizzazione inaccettabile da tutti i punti di vista e che, ovviamente, ricade in toto sui soggetti deboli, donne e bambini, già ingiustamente penalizzati all’interno di quella comunità.
[*] – Cittadino del mondo
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[Giovedì 30 gennaio 2014 | 16:04 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Caro Fabrizio mi trovi concorde alle tue parole, come ben saprai l'intersindacale non è stata la sola a denunciare le criticità afferenti l'organizzazione e la struttura del nuovo ospedale e ricorderai che i nostri esposti (M5S) partono dal lontano settembre 2012 il primo sulle attività di cantiere, poi bissato nel 2013 a marzo sulla viabilità e di nuovo a settembre con le prime criticità rilevate e l'ultimo in ordine cronologico a gennaio 2014. L'omertà politica dilaga, troppo legata ai compromessi lobbistici. L'interesse della collettività sembrerebbe soppiantato dal ben più remunerativo interesse privato e questo non lo si evince solo sul progetto dei nuovi ospedali ma in ogni opera portata avanti da questa politica arrogante e inconcludente. Si preferisce coprire piuttosto che denunciare e favorire il privato investitore piuttosto che garantire l'interesse dei contribuenti. Tanto poi si torna alle urne e il problema resta ad altri, l'importante è non farsene accorgere per 5 anni.
    << Non far sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere>>
    E il cittadino "ignaro" subisce silente...o quasi.

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