domenica 26 gennaio 2014

PARCHEGGI MODULARI, PUM, NAVETTE MANCANTI: E LE SOLITE POLEMICHE DI CHI È RIMASTO ALL’800


di LORENZO CRISTOFANI

Su mobilità e sosta Pistoia conosce solo il vuoto siderale da parte di tutti gli interlocutori che dovevano fare qualcosa – Il Pum deve essere studiato e non affidato a proposte di privati a loro esclusivo beneficio e a dispetto dell’interesse generale

PISTOIA. Abbiamo iniziato a evidenziare le inefficienze e le diseconomie che penalizzano il commercio del centro storico e abbiamo visto che il maggiore handicap della mobilità pistoiese è costituito dalla mancanza di un sistema ottimizzato di bus navetta che facciano la spola trai vari parcheggi scambiatori fuori le mura ed il comparto del centro.

AL NETTO DELLE TARE
GENETICHE


VI SIETE MAI chiesti perché Pistoia – così carina, bellina, simpatica, lucida, amichevole e a misura d’uomo – assomiglia a uno di quegli aggeggini di ceramica che si comprano, si riportano a casa e si mettono su un palchetto di libreria a far polvere?
Il nostro acuto Lorenzo Cristofani ce ne ha dato la soluzione con il nesso ‘tare genetiche’, che può essere esteso, senza problemi, anche alla mentalità di questa città di vecchi bacucchi.
Non che i vecchi vadano spregiati, beninteso: perché altrimenti dovremmo essere rottamati nell’80% dei casi. Ma quando i vecchi (pur giovani) okkupano, di fatto o per “interposto pupo”, in eterno e con il superattak, la macchina motrice di una città (banche, istituzioni pubbliche e private d’ogni tipo e genere, enti morali, onlus, fondazioni religiose e profane, volontariati, partiti, confraternite, consorterie, logge, circoli e pallai), allora, signori, c’è qualcosa che non quadra: c’è un handicap in radice, si direbbe. Un tarlo atavico.
Pistoia è un mondo riferibile davvero all’800: ma non a quello con un 1 davanti, cioè il 1800.
L’800 pistoiese è ancora quello pre-carolingio, di quell’imperatore germanico (i franchi, per chi non lo sapesse, erano tedeschi) incoronato nella notte di Natale, ma che, rispetto ai pistoiesi doc di oggi, aveva una visione del mondo ben più complessa e aperta: basti pensare ai suoi progetti dell’amministrazione statale e dell’istruzione.
Quel monarca che faceva il bagno ai tepidi lavacri di Aquisgrano, anziché a quelli di Monsummano-Montecatini, è ancor oggi un millennio più giovane di chi, con la pretesa di interpretare il mondo per le categorie rappresentate (leggi: Confesercenti, Confcommercio, Cna etc.), non sa interloquire, per rimanere nel localistico, neppure con l’informazione emergente, quella del vero futuro.
Vanno troppo a Parigi e a Londra – o a New York, o in Cina… –, i pistoiesi che credono che apertura mentale e modernità siano il semplice andare in giro per il mondo.
Una piccola città europea della misura di Pistoia non la conoscono, perché non ci si sono mai fermati e non se la sono mai studiata, dato che non fa trend. E si vede.
Sono, insomma, cittadini del mondo ma con la mentalità tarata per la provincia marginale e profonda.
E tutta la Pubblica Amministrazione che piove a Pistoia da fuori e che guida la città dai palazzi pubblici, ci si adagia subito e ci si trova benissimo: perché, in una mentalità che non cambia mai, non occorre fare assolutamente nessuno sforzo per adeguarsi.
Basta dare il buongiorno ed essere carini, bellini, simpatici, lucidi, amichevoli e a misura d’uomo…
e.b.
Se nelle più organizzate città europee e italiane le organizzazioni dei commercianti hanno attivato, a loro spese o condividendo l’onere col Comune o le aziende del trasporto, navette di raccordo tra le aree di sosta e i centri del commercio, e non a caso si parla di smart city e di smart mobility, a Pistoia abbiamo ben quattro soggetti – Confcommercio, Confesercenti, Centro Commerciale Naturale, Commercio Pistoia – più la Cna, che mai si sono impegnati in questa direzione per “rilanciare il commercio”, ostacolando così l’avvicinamento dei consumatori ai negozi del centro storico.
Tuttavia, e parliamo per Confcommercio e Confesercenti, abbiamo anche assistito a spese enormi per la costruzione e il rifacimento dei palazzi di rappresentanza, risorse economiche che potevano forse essere investite per servizi di collegamento tra luoghi di sosta e spazi commerciali centrali o comunque a beneficio dell’arredo urbano o in iniziative di richiamo.
Ma, al netto delle tare genetiche delle associazioni di categoria, che si riflettono però negativamente sui commercianti in carne ed ossa che stanno sul pezzo, ci preme tornare sulla presunta problematica del deficit di parcheggi.
Ci permettiamo di segnalare l’unica soluzione compatibile con i tempi e le finanze, pubbliche e private, di una media città europea, cioè il parcheggio modulare. Si vedano i link seguenti: primo, secondo, terzo e quarto! Li consigliamo vivamente a chiunque voglia dibattere, ma soprattutto ai rappresentanti di Confcommercio Pistoia, l’associazione che purtroppo non ha mai raggiunto un obiettivo, pur minimo ma concreto, a beneficio dei commercianti del centro storico, a quelli di Confesercenti Pistoia – l’associazione che troppo spesso (vedi) ha avanzato assurde e fantasiose proposte di parcheggi tradizionali – e anche a quelli di Cna e Commercio Pistoia che paiono semplicemente unirsi al gruppo dei focosi stalloni recalcitranti per il solo gusto di impuntarsi e fare un po’ di polemica, secondo la più rigorosa tradizione nostrana.
Le strutture modulari sono costituite dall’aggregazione di elementi metallici prefabbricati (travi, pilastri e solai), flessibili e leggeri, che non necessitano di scavi o fondazioni. Sono quindi strutture considerate di natura temporanea e permettono così l’inserimento in aree vincolate dalle Soprintendenze. Si possono realizzare quattrocento posti in addirittura due mesi.
Per quanto riguarda Pistoia giova comunque ricordare che le passate amministrazioni neanche ci avevano pensato ad individuare strategie efficaci ed efficienti per attirare e accompagnare potenziali acquirenti nella città storica: in altre parole su mobilità e sosta abbiamo avuto il vuoto siderale da parte di tutti gli interlocutori che dovevano fare qualcosa.
Si auspica quindi che l’attuale amministrazione avvii, relativamente alla sosta e ovviamente solo qualora riscontrasse la necessità di potenziare l’offerta della sosta, un sistematico piano di strutture modulari là dove oggi già ci sono parcheggi di superficie. Vale per il centro storico e per i parcheggi scambiatori oltre le mura.
Torneremo a breve sul tema, illustrando come a Pistoia si risolve questo presunto problema, ma intanto si cerchi di cogliere le potenzialità dei parcheggi modulari e specialmente di rimuovere tutte le balle che in questi anni sono state tessute e raccontate da Confcommercio, Confesercenti e ora anche da Cna e Commercio Pistoia, su problemi e chimeriche soluzioni in tema di infrastrutture per la sosta.
Il piano urbano per la mobilità, invece, è una cosa seria, costituisce il presupposto per il diritto alla città e deve essere affrontato in un’ottica generale, seriamente pianificato, non affidato a episodi singoli, magari sulla base di proposte che vengono da soggetti privati a loro esclusivo beneficio e a dispetto dell’interesse generale.
Quanto ci vorrà ancora per capirlo?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 26 gennaio 2014 | 12:46 – © Quarrata/news]

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