venerdì 24 gennaio 2014

GRAFFI AL VELENO. A PROPOSITO DELLA «SCUOLA DI PENSIERO»


di FELICE DE MATTEIS

Senza “genuflessioncelle d’occasione” e senza sconti a nessuno…

PISTOIA. A proposito del post E a Pistoia arriva “la scuola di pensiero”, premetto subito che possedendo solo una misera licenza scolastica dei vecchi tempi, non mi permetto di discutere i nomi proposti e, da miserello osservatore, neppure i contenuti dei dibattiti che, da qui a marzo 2014, verranno posti all’attenzione degli eventuali ascoltatori nella sala conferenze del Conservatorio San Giovanni.
Una cosa mi colpisce però, la foto del post: adesso ho compreso il nome del più grande – per me – Lord Brummel di Pistoia. Solo Thomas/Giorgio, in Pistoia, gli fa concorrenza. Il nostro Signore in fotografia è, a mio parere, un gentiluomo, dalle buone maniere, evidentemente dalle buone possibilità economiche e, probabilmente, un filantropo della cultura e dell’arte che può permettersi in questi periodi di vacche magre di aggrapparsi alla cultura come salvagente, non per sé, per il popolo.

Uno della specie dei radical chic di vecchia memoria (ma attenzione, signor Giovannelli: io non sono Paolo_36!) , che ricompaiono ciclicamente e che magari, prima di divenire tali, sono stati “compagni”, ufficialmente consiglieri/assessori del Pci dal 1965 al 1975 e avvocati “principe” della Cgil. Insomma un buon apripista per i vari Colaninno dell’attuale Pd! Un’ultima osservazione: quella cravatta in fotografia a me sembra come quella di Alberto Sordi in “Il Medico della Mutua” o di Tognazzi in “Amici miei”. Senza offesa, naturalmente. Comunque il comunicato che il post pubblica integralmente, qualche spunto lo offre:
“Si inizia proprio domani, martedì 21 gennaio alle 21:15, con la presentazione del corso a cura del prof. Filippo Buccarelli, sociologo dell’Università di Firenze, con una lezione sui saperi distinti, spesso inconciliabili e sullo smarrimento che questi saperi/non saperi causano sull’uomo contemporaneo. Il tema è proprio quello dell’uomo smarrito/nuovo analfabeta di fronte a tutti questi saperi/linguaggi.”
Se leggete bene questo “tema” non vi viene in mente qualcuno del San Jacopo? Pensateci bene perché a me è venuto in mente, soprattutto quando l’omo contemporaneo si dimentica di essere “misura di tutte le cose” per divenire “misura” di circoli politici ben identificabili. Smisuratamente disponibili, poi, in associazione con altri, forse perché, come relazionerà il prof. Alessandro Pagnini, “docente di Filosofia Università di Firenze, martedì 25 febbraio ore 21:15, (che) affronterà il tema del confronto tra il linguaggio della scienza e quello della politica. Si tratterà il tema del confronto in quanto questi due linguaggi appaiono sempre meno conciliabili e distanti”.
Infatti se politicamente e scientemente si fosse armonizzato il concetto di “bene comune” i quattro “mostri sanitari” su una linea d’aria di neppure settanta chilometri (Massa-Lucca-Pistoia-Prato) non si sarebbero neppure immaginati per il semplice motivo che come sicuramente dirà, e ci scommetto, il prof. Pagnini, la politica che non si alimenta nella scienza e quindi nel sapere, non è più politica ma esclusivamente consorteria partitica, a danno della collettività e della polis.
Comunque questo ciclo culturale che la sgargiante cravatta del seguace di Petronio, l’arbiter elegantiarum, l’avv. Ballotti (quello del Pci di allora contro i padroni, e contro questi inflessibile [?] vindice leguleio/sindacale nel corso di svariati decenni) una prelibatezza finale la offre. Per caso o per perfidia somma, non saprei dire: “[…] mercato/capitalismo, regole e non regole del mercato sarà il tema trattato dal prof. Andrea Paci, docente di Economia Università di Firenze, martedì 18 marzo ore 21:15, lezione con cui si concluderà la scuola politica promossa da Amici di Groppoli, Associazione Culturidea e Conservatorio san Giovanni”.
È lui o non è lui? È il Prof. Andrea Paci che si chiama anche Eugenio (Settimo per esteso) figlio di sì tal padre? Se è lui, mi prenoto (o qualcuno per me, perché io sono balbuziente e mi vergogno) per una domandina semplice: se Ivano I è suo Papà/Papa/Gao Zu, etc., quando lui era in deputazione del Monte dei Paschi di Siena, perché non ha “mosso boccia” quando dieci milioni di titoli Fresh, soldi nostri, sono stati acquistati con estrema – diciamo – leggerezza dal Presidente della Fondazione Caripit, suo illustrissimo Padre?
Tu quoque Brute fili mi…? Non ci credo!
O forse il prof. Paci (Andrea), quando tratterà di “mercato/capitalismo, regole e non regole…” tratterà dell’indecente connubio di un mercato che detta le regole e non di una politica che al mercato “impone” le regole.
Citerà Giovanni Gentile e il suo umanesimo del lavoro? O racconterà come in una società che si definisce democratica, tutto si può fare e a tutto si può ambire solo avendo la possibilità di tutto comprare in base alla legge del mercato?
Anche i primariati e le cattedre universitarie…?

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Venerdì 24 gennaio 2014 | 11:17 - © Quarrata/news]

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