domenica 26 gennaio 2014

ANTONIO & I SUOI ‘FRATELLI’


di LUIGI SCARDIGLI

Risate e applausi a scena aperta in un Verdi tutto esaurito

MONTECATINI. C’è Cetto Laqualunque, oggi, a sostituire Efrem. Gli altri, da Alex Drastico a Perego, passando per Epifanio, ci sono tutti e tutti li ha voluti ricordare, a modo suo, unico. Antonio Albanese rispolvera il proprio esordio teatrale, Un uomo (1991), e lo trasforma, con pochissima demagogia, in Personaggi, lo spettacolo che ieri sera, 25 gennaio, al Verdi di Montecatini, ha fatto registrare il tutto esaurito.

È vero, è la stato l’oceanico successo raccolto poi in televisione e, con un briciolo di maggiore cautela, al cinema subito dopo, ad indurre il comico lecchese, che conosce perfettamente, oltre al meneghino, il calabrese e il siciliano, la solitudine del palcoscenico. Due ore di solitaria, direttissima, invernale, con un saluto commosso durante lo scroscio di applausi finale, che Antonio Albanese ha voluto rivolgere a Carlo Mazzacurati, l’amico-regista prematuramente scomparso qualche giorno fa che lo diresse, nel 2000, con Fabrizio Bentivoglio, nella tenerissima pellicola La lingua del santo.
Prima dei saluti, accompagnati dall’ultimo mini-sketch, quello dei sommelier, Antonio Albanese ha ripassato, con la sua solita, proverbiale, asfissiante tassonomica professionalità, tutte le proprie creature, un susseguirsi di soggetti che ai tempi degli esordi intervallava on the road: si presentava sulla scena con il suo cappottino da diversamente abile e quella deambulazione tragicomica di Epifanio e la sua fidanzata, un vasetto da fiori di Valeriana e dopo aver snocciolato quella serie paranoica di tic premonitori di una generazione inghiottita dalla corsa al nulla, si metteva un collare ortopedico e diventava Perego,
l’industriale del milanese nato per lavorare e con un figlio, unico, drogato, al quale non poter lasciare la fabbrica, per poi pronunciare spropositatamente l’epa, calarsi di qualche centimetro i pantaloni e, togliendosi gli slip dal sedere, con un’azione ortopedica sulle mascelle, assumere lo slang siculo e diventare, per magìa, Alex Drastico, un incallito disoccupato salvato dalla Mafia e mandato ad infestare il Nord.
Si è un po’ imborghesito, Antonio Albanese, perché gli abiti e le smorfie dei suoi singoli ed inimitabili Personaggi li custodisce nel retro del palco, concedendo a se stesso e allo spettatore l’immeritato reciproco vantaggio di capire quando muoia l’uno e nasca l’altro, restando comunque uno dei pochi onemanshow in circolazione a riempire di psicopatie, nevrosi, dialetti, risate grasse e applausi a scena aperta un immenso nudo palcoscenico.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 26 gennaio 2014 | 08:52 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.