sabato 25 gennaio 2014

L’ITALIA DELL’ILLEGALITÀ. DEPURAZIONE E RIMBORSI: LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI?


Quando è in debito il cittadino, se non paga subito la bolletta, gli si toglie l’acqua, quando è in debito il gestore, rimborsa quando e quanto vuole, solo se il cittadino ne fa richiesta: e fa pagare agli altri utenti

PISTOIA. Questo è emerso dalla seduta del Consiglio Comunale di Pistoia di lunedì 20 gennaio riguardo ai rimborsi sulla depurazione dovuti da Publiacqua a migliaia di utenti che non usufruiscono del servizio.

E IL PRINCIPIO
DI RESPONSABILITÀ?


STANDO a quello che si legge in questo intervento del Forum Toscano, è necessario che nessuno abbassi la guardia: se è vero quello che si dice, che cioè alcune utenze della campagna risultano non avere il diritto a rimborso, ma ciò è falso, non sarebbe cosa sbagliata inondare le sedi di Publiacqua di decine di migliaia di richieste di rimborso. Non si sa mai che si finisca per scoprire che qualcuno ha fatto il furbo.
Ma la nostra domanda è un’altra: dopo avere letto tutte le oscenità che si sono dette su questa vergognosa vicenda; e dopo avere sentito le storie sui brogli elettorali e sulle leggi truffa nel nostro Paese, ci meravigliamo che questa Italia sia ridotta nelle condizioni in cui è?
Il primo principio di ogni sistema giuridico è il principio della responsabilità.
Se questo si applica ai cittadini e non a chi governa (o come politico o come magistrato o come ente ‘emanato’ dalla politica) merita vivere in uno Stato che ci tratta come poveri servi della gleba pezzenti e con le toppe al culo?
Dunque: o morire – cosa che sta già accadendo – o pensare seriamente a una rivoluzione. Una di quelle vere, non di quelle proposte da questi politici e da questi poteri dello Stato: che sono solo una finocchiata per tener buona la gente.
Mettiamola così: con l’idea del rinnovamento, anche questi arrampicatori della politica dell’oggi che ci si propongono a ogni tornata elettorale, hanno sempre di più la faccia da Dracula pronti a dichiarare e promettere che intendono allevarci e proteggerci.
Ed è vero. Ma solo per ciucciarci il sangue quando saremo abbastanza grandi.
Rifletteteci bene…
e.b.
Intanto è bene chiarire che la sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 2008 ha dichiarato l’incostituzionalità del pagamento della tariffa di depurazione in assenza o anche per temporanea inattività dell’impianto di depurazione.
Eppure un numero assai consistente di utenti sono stati costretti a pagare il servizio idrico integrato, cioè anche fognatura e depurazione, senza usufruire del servizio stesso nonostante la suddetta sentenza. Che nome vogliamo dare a questo comportamento del gestore? Truffa, appropriazione indebita?
Nel 2009 la legge n. 13 ha attenuato gli effetti della sentenza costringendo i cittadini a pagare la quota di depurazione semplicemente in presenza di un progetto in merito presentato dai gestori. Unico obbligo per questi ultimi è di aggiornare gli utenti sullo stato di avanzamento dei lavori.
Ma Publiacqua intasca i soldi e non rispetta gli obblighi di legge.
Come non bastasse i nostri cari Sindaci, soci nelle aziende dell’acqua, nel 2010 hanno deliberato (delibera ATO 3 n. 14/2010) che per gli anni precedenti il 2008 debbano valere retroattivamente i progetti inerenti la depurazione. Perciò la tariffa pagata è considerata legittima e in tal modo si elimina quel periodo dall’obbligo del rimborso. Rimborso che diventa automaticamente una truffa.
Esistono centri che attendono l’allacciamento del collettore fognario al depuratore da oltre 10 anni e che avranno poco o niente dalla restituzione della depurazione grazie alla delibera dell’ATO 3. Eppure non hanno visto neppure una comunicazione né un passo avanti nei progetti. Costretti a pagare da 10 anni quello che Publiacqua non ha fatto.
Ecco perché il rimborso deve invece riguardare tutti gli anni in cui il gestore ha riscosso quote non dovute e quindi non solo 5 anni come racconta Publiacqua. Si ricorda che Nuove Acque spa è stata più volte sanzionata dal Giudice di Pace di Arezzo (sentenze 331, 341, 342, 343, 344/2013) proprio per aver limitato la restituzione agli ultimi 5 anni.
Inoltre si scoraggia chiunque abbia diritto al rimborso della quota di depurazione, rendendolo complesso, cavilloso e difficile da ottenere. Nonostante la Giunta Regionale della Toscana si fosse impegnata a far garantire una restituzione equa e diretta da parte dei gestori (mozione n° 418/2012), in realtà gli utenti devono di propria iniziativa andare sul sito di Publiacqua per farne richiesta. Come se tutti i cittadini, compresi gli anziani, abbiano e sappiano usare un computer. Senza considerare poi che a chi abita in aperta campagna, e sicuramente non usufruisce del servizio, il sito risponde che nulla è dovuto.
Ma grave è soprattutto che le Amministrazioni comunali non siano in grado di tutelare gli interessi dei cittadini di fronte alla forza dei gestori privati del servizio idrico e delle banche che li sostengono. Viene spontaneo pensare che i Comuni, essendo loro stessi soci di quelle gestioni, entrino in conflitto d’interessi, e ogni volta ne escano semplicemente approvando e favorendo l’interesse e il profitto dell’azienda.
Il colmo si è comunque raggiunto quando nell’ultimo Consiglio Comunale pistoiese si è arrivati a stabilire che a rendere i soldi ai cittadini che non usufruiscono della depurazione toccherà agli altri utenti attraverso l’aumento delle bollette. Gli azionisti di Publiacqua, che si sono messi in tasca un sacco di utili a danno della gente onesta, possono così dormire tranquilli.
Forum Toscano
Movimenti per l’Acqua
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 25 gennaio 2014 | 08:54 - © Quarrata/news]

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