giovedì 23 gennaio 2014

PISTOIA. I PARCHEGGI, IL PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ E L’OSTINATA RESISTENZA DELLA TROIKA MORANDI- TEMPESTINI-SALFA


di LORENZO CRISTOFANI

Le responsabilità della Confcommercio e il caso emblematico del parcheggio dell’ex-Ospedale del Ceppo 80mila euro per luminarie ma nessun piano-navette da sostenere “in condominio” con il Copit

PISTOIA. Appare ormai assolutamente evidente che Confcommercio Pistoia e alcuni settori della Cna pistoiese costituiscono un ostacolo allo “sviluppo” del centro storico, alla modernizzazione e agli interessi di chi lavora e manda avanti attività nel centro cittadino.
Lo dobbiamo dire, parlando di mobilità e parcheggi, per dovere di cronaca, perché non esiste in nessuna parte d’Italia un campionario di omissioni e inerzie paragonabile a quello delle associazione di Stefano Morandi e Tiziano Tempestini.

Sorvoliamo sull’operato, meglio dire sulle omissioni, della signora Lucia Salfa, operato sul quale a nessuno era mai giunta notizia. Prendiamo per esempio il caso del parcheggio del Ceppo, quello dell’ex ospedale su viale Matteotti, collegato con un percorso coperto di due
minuti a piedi a piazza Giovanni XXII, quella del vecchio ospedale: perché è stato reso fruibile solo dopo cinque mesi dal trasferimento del nosocomio e non subito dopo pochi giorni? Chiediamo, in altre parole, cosa si sia aspettato dal 25 di luglio, inaugurazione del San Jacopo, alla fine di dicembre, inaugurazione del parcheggio Ceppo, a creare in quel sito ormai inutilizzato le condizioni per soddisfare la sosta per le auto dei clienti dei negozi del centro, quando un’associazione dei commercianti avrebbe dovuto invece attivarsi almeno un anno prima, avviando tutte le procedure del caso, per rendere disponibile ai “consumatori” un luogo attrezzato per la sosta. Oppure pensiamo ai tanti soldi che Confcommercio spende per rifarsi il look, restaurare cioè la sede di Viale Adua:
• Chi ha deciso di destinarli per un simile scopo?
• Perché non averli investiti in iniziative che potevano avvicinare i “consumatori” in città, generando così un ritorno e benefici per i commercianti?
• Perché ad esempio non si potevano sfruttare per animare la città con qualificati eventi di richiamo, sul modello di Leggere la città o elaborando una proposta culturale permanente di apertura dei tanti chiostri chiusi (p.e. qui1, qui2, qui3), incentivando così pistoiesi e forestieri a visitare la città storica, con benefici riflessi sul settore commerciale?
• Chi rappresentano, in realtà, questi personaggi che dovrebbero difendere i commercianti?
Riflettiamo poi sul fatto che in molte città le associazioni del commercio organizzano a loro spese particolari bus navetta che collegano i parcheggi scambiatori coi centri commerciali naturali e facciamo il confronto con la nostra realtà.
Le associazioni nostrane hanno sì tirato fuori 80mila euro per luminarie, ma non hanno mai pensato di offrire, eventualmente coinvolgendo nella spesa il Copit o l’amministrazione comunale, un moderno servizio di navette per facilitare il raggiungimento dei negozi del centro dalle aree di sosta esterne.
E pensare che alcuni parcheggi scambiatori sono irragionevolmente sottoutilizzati, lo documentò (qui) puntualmente Francesco Albonetti su Il Tirreno, a partire dal parcheggio San Giorgio di via Ciliegiole, un piano in superficie e due sotterranei, e da quello adiacente, sul retro di via Pacinotti. Con un adeguato servizio di navette frequenti sarebbero due collettori strategici per “rilanciare il commercio” e vivacizzare la città storica: possibile che Morandi, Tempestini (vedi) e Salfa (vedi) che hanno sempre e solo brontolato – si provi a dimostrare il contrario – recalcitrando come focosi stalloni (si guardi quanto insistono con San Bartolomeo), non ci arrivino e non avanzino una benché minima idea in questa direzione? Del resto sono queste, le navette piccole e frequenti, consolidate in tutte le principali città italiane ed europee, le vere innovazioni che, assieme alla capacità di “fare sistema”, portano a risultati positivi per i commercianti dei centri storici. Meno male
che finalmente, dopo dieci anni di nulla e di immobilismo, abbiamo almeno un’amministrazione che si rivela responsabile e coglie l’importanza del piano urbano della mobilità (Pum) come presupposto per il diritto alla città!
Ultima considerazione: ma se aprirà il Pallavicini Center, sottraendo ulteriori fette di mercato agli operatori del centro, cosa diranno questi brontoloni delle associazioni di categoria ai tanti negozianti di piazza della Sala e dintorni che vedranno ancor più diminuire gli acquirenti?
Diranno che loro hanno candidamente avallato, nel tempo, la creazione di un sistema di centri commerciali che ha di fatto ammazzato l’economia dei tradizionali negozi di vicinato del centro che ora fingono di difendere, o continueranno a urlare che mancano i parcheggi e a tifare vergognosamente per quello ormai trapassato di San Bartolomeo?

P.S. – A breve cercheremo di spiegare come poter risolvere il finto problema della sosta.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 23 gennaio 2014 | 09:28 - © Quarrata/news]

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