giovedì 26 aprile 2012

MARIO MONTI. UN RIGORE CHE PROPRIO NON C’È


Se voi chiamate rigore un boscabbaccano come quello che, finora, hanno fatto Monti e la sua brava maestrina Elsa Fornero, accomodatevi pure. A casa mia uno stop-and-go come quello che abbiamo visto, si chiama sostanzialmente casino.
Meno male che erano tecnici e che, come tali, avrebbero dovuto avere delle idee chiare.
Peggio di così, si muore.

Il futuro ricorderà questo detestabile passaggio così caldamente voluto da Napolitano e sostenuto da tutti, Pd, compreso come il peggiore della storia d’Italia.
Non c’è niente che vada e, soprattutto, si è cercato la giustizia e l’equità adoperando l’arma rumena della lotta ai randagi: l’ascia.
Da mesi non si fa altro che parlare di tasse senza accennare a ripresa e occupazione se non per massime edittali filosofico-politico-universitario-boriose.
La Fornero ci invita a essere umili? Evidentemente pensa a sé, perché non ha mai vissuto la vita del popolo, quello reale, che di umiltà ne mangia anche troppa, giorno per giorno, con la faccia schiacciata a terra com’è, specie in questi ultimi sei mesi.
E SuperMario ha voglia di parlare di rigore, pensate!
No. È solo un modo come un altro per dirci che per la ripresa non sa come fare e, soprattutto, non ha la più pallida idea di come iniziare a farlo.
e.b. blogger
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[Giovedì 26 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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