lunedì 11 marzo 2013

«LA GLORIA DI COLUI CHE TUTTO MUOVE» OVVERO: L’INTERVISTA DELLA ‘NAZIONE’ A PAPA/PAPÀ PACI, IL PRO(DE)F. IVANHOE, VITTIMA DEL POTERE DI BERTINELLI CHE CHIUDE LE STRADE


di FELICE DE MATTEIS

Le fantasiose risposte sulla débâcle dei Fresh del Monte dei Paschi – Se non riscuotono oggi, i pistoiesi lo potranno fino al… 2099 – E il potere del Prof.? «Al massimo (!) è quello di dire sì o no ai progetti che vengono presentati alla Fondazione»

PISTOIA. Poi, magari, si offende se qualcuno osa dirgli: «Ma chi crede di prendere in giro?».
Ci riferiamo ovviamente a Lui, il Chiar.mo Prof. Paci/ Papa/ Papà della Fondazione Caripit, che alla preconfezionata domanda di un articolista della Nazione, che ha per lo meno il buon gusto di non firmarsi, su chi siano i “poteri forti” in Pistoia, risponde testualmente: «Il Sindaco, per esempio, quando mi obbliga a un determinato percorso in auto mettendo sensi unici e divieti».

PROFESSORI CATTEDRATICI

Lo sanno tutti che cattedratici, in Italia, si diventa per cooptazione: cioè c’è qualcuno che ti fa diventare, punto e basta.
C’è però da chiedersi come sia possibile in certi casi, perché a leggere le risposte di Paci alla Nazione, nasce il dubbio che, alle spalle, vi sia una logica, un ragionamento, un consilium, come avrebbero detto i latini: cioè un piano.
C’è solo un ruota libera di esternazioni che vengono giù come un Te, deum a sé stesso, che testimonia una carenza di base in strumenti logico-ragionativi sopraffatti da una “orchite spirituale di autostima”, ma di quelle evidentemente autoesaltate e, perciò, prive di qualsiasi segno di degna credibilità.
Tra il comico e il grottesco, si direbbe: un intervento che viene sparato su La Nazione solo perché Paci, fin da quando fu preso a frustate da questo blog, gli girò le spalle come una vecchia comare che toglie la parola alle compagne che lavano i panni alla stessa gora.
Ma “lui è un uomo d’onore”, per usare una famosa frase shakespeariana; e non si sporca le mani a rispondere direttamente a chi l’interroga: è proprio un Papa, non c’è che dire. E con una bella tiara in testa. Ma che a noi sembra più che malinconica, triste e sghemba.
Come blog e come suscitatori di dibattito – che non è il forte di questa città e di questa piazza fin troppo provinciale – noi diciamo solo una cosa: che ci aspettiamo, ora (e sarebbe nostro diritto per dovere d’informazione), di essere chiamati dalla Nazione a una bella intervista di due pagine fatta a noi come controvoce e contraltare di Paci. O altrimenti, davvero, qui, in questa libera città di Bertinelli, si fa parlare (come del resto Tvl sul parcheggio di San Bartolomeo) solo una campana.
Quella, cioè, che resta più comoda e consona.
Edoardo Bianchini

P.S. – Questo di De Matteis è il primo intervento sull’intervista del secolo (è buona, infatti, fino al 2099…). È il pezzo, per così dire, a caldo: quello etico-morale.
A breve ci sarà almeno un intervento di tipo tecnico. Abbiate fiducia.
Avete letto bene, dice proprio così e si rende benissimo conto, non forse il redattore, di continuare a prendere in giro i sempre meno lettori della stampa “organica” che, nell’occasione, si presta a fare da cassa di risonanza alle curiali affermazioni e, di fatto, recita il copione del Bollettino della Fondazione.
È così, purtroppo, ed io mi chiedo chi me lo faccia fare, da cinquanta anni, di recarmi tutte le mattine a comperare questo quotidiano con l’illusione di leggere cose interessanti e “fresche”.
Ci sembra di scorgere, anche un riferimento a questo blog, nella benevola presentazione del cursus vitae che La Nazione tinteggia benevola, compiacente e compiaciuta, quando scrive riguardo al Chiar.mo Prof. che «nell’Ultimo periodo, quasi sempre sotto traccia c’è stata qualche contestazione per la sua permanenza senza soluzione di continuità alla guida della Fondazione Caripit».
Il prosieguo delle domande e delle risposte è solo il “corpus” incompleto di quelle a suo tempo poste da Quarrata/news ed inevase, ad oggi.
In breve sintesi: la Caripit non ha perso la sua autonomia avendo il presidente del Cda (che non conta niente – n.d.r.), un consigliere e il presidente del collegio sindacale. Ma per Papa/Papà va bene così e le deficienze sopra esposte, nonché il ruolo minimale assunto dalla Caripit, viene presentato come un successone ed una mirabile opera di ingegneria bancaria. Grasso che cola!
Specialmente con un presidente Caripit, homo ridens, che non conta più un fico secco ed un presidente del collegio sindacale che, se veramente contasse qualcosa, ci verrebbe a spiegare chi, come e quando sono stati acquistati i dieci milioni di carta straccia Fresh e quali strategie mercantili e non solo hanno favorito e prodotto questo disastro.
Un disastro che il leader maximus dice abbia generato un utile per circa 2,5 milioni di euro, con una resa, dal 2008 a luglio 2012, del 28%.
Il nostro sta parlando dei titoli MPS acquistati quando nella deputazione della stessa era presente la sua nobile progenie, alla quale fu dato nome di Eugenio VII, anche lui professore universitario ordinario come il Padre, che però con questa operazione, sicuramente, non c’entra nulla.
E comunque, dice sempre Papa/Papà, dispiacerebbe l’eventualità di una perdita, che di fatto c’è già, aggiungiamo noi, considerando la quotazione attuale del titolo, e i 2,5 milioni di euro di interessi già ampiamente “fumati” dalla quotazione attuale dei titoli stessi.
Questa domandina è rimasta, però, nella penna dell’intervistatore; può capitare, no? Tanto i titoli argentini, quelli Parmalat etc., riguardano il Ruanda, mica i piccoli e medi investitori nostrani!
Ecco perché alle domande dei tre ardimentosi nell’ultimo consiglio generale del Conclave del 28 febbraio (Bujani, Turco, Pieraccioli), si è preferito rispondere non rispondendo e rimandando a tempi migliori: che, come si vede dalla Nazione, sono arrivati.
Vorrà la nostra triade di curiosi accontentarsi o, al contrario, vorrà (dando voce anche a noi, miserevoli utenti) pretendere spiegazioni?
Scusate, ognuno è libero di farsi prendere per i fondelli, ma c’è qualcuno che non si sentirebbe preso in giro quando alla compiacente domandina «Adesso il pagamento della cedole (riferito ai Freshn.d.r.) è stato sospeso, però.», la risposta è: «Solo in via temporanea. La magistratura sta svolgendo il suo lavoro, ci vorrà un po’ di tempo. Ma d’altronde ne abbiamo a volontà: il titolo scade nel 2099…..» – quando il Pro(de)f. Ivanhoe sarà ancora… Presidente della Fondazione Caripit?
Da qui al 2099 riusciremo a comprendere le motivazioni che hanno indotto anche a comperare una porzione di stabile del Palazzo Sozzifanti, il fabbricato per l’Uniser, la fontana di Buren, due posti macchina nel parcheggio dell’Avv. Bujani, che era proprietario del fondo, che non aveva soldi per fare tutto in proprio, che ha effettuato una caritatevole permuta e che ha favorito la creazione di nove posti macchina nel suo ex terreno? Se mai ci sia stata speculazione della ditta esecutrice e non suo, questo lo approfondiremo; non c’è dubbio.
Qualcuno vorrebbe che aggiungessimo un’altra domanda, già posta a suo tempo: è stato acquistato nel palazzo Sozzifanti anche un fondo/appartamento per qualche parente di Papa/Papà? Anche un posto macchina? A chi mi chiede di porre queste domande, già poste a suo tempo, io rispondo: ma che vi interessa? Se anche fosse, l’ipotetico ed eventuale conflitto di interesse vale solo per il Berlusca, no?
Spero che il responsabile di Quarrata/news non mi “tagli”: ne avrebbe ben donde, ma d’altronde quando si legge in questa intervista/peana la domanda «E il potere personale di Paci? Qual è?» e la risposta: «Il mio, al massimo (!) è quello di dire sì o no ai progetti che vengono presentati alla Fondazione», si comprende che, per quanto il cronista voglia essere accomodante ed accondiscendente, questa voce dal sen fuggita non sia altro che il più secco «comando io e faccio come mi pare», a meno che nell’intervista non sia rimasto nella penna il prosieguo della risposta, e cioè: «Assieme al consiglio di amministrazione ed al consiglio generale della Fondazione, come da Statuto»…
E già che ci siamo, per terminare questa “sbottacciata” di celebri domande e di celebri risposte, il Chiar.mo Pro(de)f. ci fa sapere che dietro un incarico non ci sono per forza trame oscure, ma impegno e passione; e sana e cieca ubbidienza, aggiungiamo noi, unitamente alla Divina Provvidenza, che tende a ispirare sempre i cattolici in corso legale – come Paci ebbe a dire anche la sera che ci insegnò il perché il cattolico deve fare politica col Vangelo in mano, colà, a Montale, in casa di don Firindelli.
Ivanhoe ci dice anche che, se qualcuno mai gli farà notare di non essere più all’altezza, lascerà senza problemi.
Ma dice così perché sa che nessuno avrà l’ardire di dirglielo, pur pensandolo: eppure i “cardinali” ultraottantenni, Lui – come il suo collega di Roma – li ha ben messi in un elenco a parte senza diritto di voto o quant’altro. E zitti.
Lui che gli ottanta li ha superati, però, può continuare ad esercitare il suo triregno perché, da buon Professore di economia, ha scoperto che “scorporando” l’Iva dalla sua età anagrafica, specialmente se si sente “oggetto di lusso”, può arrivare al 41% di diminuzione e quindi prevedere altri lustri di incontrastato Papato. Almeno fino al… 2099.
In questo ulteriore lasso di tempo, intanto, e alla faccia dei volteggianti avvoltoi, che pure – come si dice a Pistoia – c’ènno eccome, un’intervistina plaudente oggi, una domani, et voilà, il gioco è fatto!
Habemus Papam: et Papa restat.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 11 marzo 2013 | 12:00 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.