mercoledì 23 ottobre 2013

CHE FINE HA FATTO LA PROPOSTA DEL CONSIGLIO REGIONALE PER STABILIRE LE DATE DEL REFERENDUM ENTRO OTTOBRE 2013?



Una nota del Comitato per la fusione dei Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Il Comitato per la fusione dei Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese ritiene necessario chiarire la differenza, troppo spesso trascurata (a volte volutamente), tra Unione dei Comuni e Fusione dei Comuni. Tale chiarimento è diventato indispensabile, vista la quantità di interventi sulla vicenda, che in questi mesi, provenienti da ogni parte (politica e non), hanno dimostrato la confusione che regna sull’argomento.

Per Unione dei Comuni (così come disciplinata dalle leggi statali e regionali) si intende l’istituzione di un ulteriore Ente, derivato, che va ad aggiungersi ai singoli Comuni e nel quale è previsto un Presidente, a rotazione annuale fra i Sindaci, una Giunta, formata dai Sindaci, ed un Consiglio formato 2 Consiglieri per ciascun Comune. Dal 1.1.2014 i comuni con popolazione inferiore a 3000 abitanti sono comunque obbligati a gestire tutte le funzioni in modo associato.
Per Fusione dei Comuni si intende un unico Ente che sostituisce i singoli Comuni e nel quale vi sarà un solo Sindaco, una sola Giunta ed un solo Consiglio Comunale, con una riduzione del numero degli amministratori (fermo il mantenimento delle articolazioni degli uffici comunali sui territori) e, di conseguenza, un costo sicuramente inferiore dovuto alla semplificazione di tutte le attività.
Quindi i due modelli a confronto sono quello degli attuali Comuni insieme all’Unione e quello del Comune Unico derivante dalla fusione. La semplificazione del secondo modello è lampante.
È evidente che nel caso dell’Unione, a differenza della Fusione, ci troveremo di fronte ad un soggetto pubblico paragonabile ad una sorta di “condominio” ove ogni Sindaco, quasi inevitabilmente, tenterà di far prevaricare le proprie istanze su quelle dei suoi colleghi, senza che possa emergere una visione complessiva ed unitaria del territorio.
Sulla assoluta necessità di passare attraverso l’esperienza della Unione, come propedeutica alla Fusione, si sono espressi tutti i soggetti coinvolti (del resto ai comuni montani con meno di 3.000 abitanti lo impone la Legge!), senza però chiarire i tempi del processo per addivenire alla Fusione.
Mai argomento è stato così tanto dibattuto da esponenti politici “non autoctoni” (ma non solo), come se, improvvisamente, per la Montagna Pistoiese fosse resuscitato un interesse morto e sepolto da anni (se non decenni).
Merito delle prossime elezioni in tre dei comuni oggetto della Fusione? Merito della fase congressuale del PD? O merito di qualche politico che vede nell’eventuale Comune Unico una propria ambizione personale?
A questo punto riteniamo lecito pensare che fra i più duri oppositori del Comune Unico vi siano invece molti interessati ad avere tante poltrone da occupare, magari con le prossime elezioni amministrative. Ed è evidente che 3 sindaci, 3 giunte, 3 consigli offrono maggiori possibilità rispetto ad 1 di tutto. Viceversa i membri del Consiglio direttivo di questo Comitato hanno dichiarato pubblicamente di non candidarsi a nulla in caso di vittoria nel referendum.
Resta il fatto che tutti gli amministratori (anche quelli più ostili alla fusione) si erano dichiarati favorevoli a far esprimere i propri cittadini con un Referendum, a patto che si passasse da un “percorso partecipativo”, cioè una campagna capillare di informazione dei cittadini, con la collaborazione di esperti, per discutere e chiarire tutti gli aspetti tecnici e pratici delle proposte in campo, finalizzata a dare ad ognuno gli elementi per scegliere consapevolmente..
Indipendentemente dal merito della proposta di Fusione, cui questo Comitato si è fatto promotore, e che ha come principale obiettivo far decidere i cittadini, sembra logico porsi una serie di inevitabili domande:
che fine ha fatto il “percorso partecipativo”, che da giugno si dichiarava di voler iniziare? Sono trascorsi quattro mesi e nessuno dei sindaci interessati ha smosso una foglia in questa direzione.
Che fine ha fatto la proposta del Consiglio Regionale per stabilire le date del Referendum entro ottobre 2013 ?
Ma soprattutto perché sembra non vi sia alcun interesse a dare una corretta informazione ai cittadini, per permettere loro di decidere attraverso il Referendum, liberamente e senza condizionamenti, se essere favorevoli o meno al progetto di Fusione?
A chi fa paura il Referendum? A qualcuno dei sindaci che hanno sempre affermato che i loro abitanti sarebbero contrari alla Fusione? A qualche partito che potrebbe dividersi sulla questione? O a qualcun altro che non sa ancora quale direzione prendere?
Il Comitato per la Fusione dei comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese, che ha dimostrato correttezza e disponibilità a collaborare fin dalla sua costituzione, ma anche tutti i cittadini della Montagna attendono ora risposte chiare e immediate, sperando che tutte le istituzioni interessate non vogliano continuare a nascondersi dietro questo silenzio assordante.
[comitato comune unico]
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[Mercoledì 23 ottobre 2013 | 16:39 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. A me sembra che il Comitato per il Comunone Dynamone ancora non vuol capire qual'è il nocciolo della questione e cioè che gli abitanti dei Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio non concordano sia sul fatto che si debbano fondere con il Comune di San Marcello sia che ( come sostengono il consigliere Gambetta Vianna e pochi altri) che l'esito del referendum sia la somma dei si o dei no raccolti nei quattro Comuni. Questo perchè il maggior numero di elettori di San Marcello ( Comune affatto tenuto a fondersi) supera quello degli elettori degli altri tre Comuni e quindi diverrebbe l'asso pigliatutto.
    Allora perchè imporre un referendum articolato sul Comune a quattro? E, nuovamente, è il caso di varare un referendum "ad usum delphini" e che
    già in partenza ha provocato il rigetto di Abetone, un consenso assunto dal sindaco di Cutigliano ma contestato dai suoi amministrati e passato a Piteglio con il voto surrogatorio della minoranza ?
    Ma i signori del Comitato dove vivono ? Hanno o no messo in conto le reazioni della gente di montagna ? E poi quali sono i motivi per cui un Consiglio regionale dovrebbe assumere decisioni su queste fusioni proposte da gruppi lobbistici , che - tra l'altro- non corrispondono alla normativa nazionale?

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